PREGEVOLE INIZIATIVA A NICHELINO (TO) DEL CIRCOLO SARDO “GENNARGENTU”: IL READING LETTERARIO CON “CINQUE AUTORI” AL MICROFONO

da sinistra: Valeria Bianchi Mian, Pier Bruno Cosso, Maria Antonietta Macciocu, Ernesto Torta e Emma Fenu

di PIER BRUNO COSSO

“Proseguire dritto per due chilometri; e arrivo a destinazione fra otto chilometri”, voce femminile che non ha nulla metallico, confortevole, pacata. Mi preoccupano di più gli otto chilometri che si infilzano lunghissimi in una città che non conosco.

Nei primi due si va come lanciati da una fionda. Attraversiamo chilometri che si distendono molto oltre lo sguardo, tra cieli aperti e sole che sembra suonare la primavera con gli archi. Semafori che diventano verdi quanto ti avvicini e che poi ti aspettano pazienti per un bel po’. Torino si distende pianeggiante e serafica. Non c’è conflittualità, c’è Torino.

Noi, in Sardegna, una città così non ce la possiamo immaginare. Non ce li abbiamo otto chilometri di centro città da guidare distesi rispettando il limite dei 70 orari.

Ma questa è Torino, e stiamo scorrendo spediti verso un piccolo nucleo di Sardegna. O un grande nucleo, perché per noi è grande, è cuore.

Strade a quattro, o a otto corsie, con grandi palazzi qua e là che ti lasciano tutta l’aria possibile per respirare il sole d’aprile. Due chilometri te li mangi in un boccone e ce ne sono subito altri. Più belli. Forse no, uguali. Non ci pensi e scorri veloce seguendo le indicazioni per Stupinigi. In Sardegna questo nome avrebbe fatto ammiccare. Quando poi scopri che era la riserva di caccia dei Savoia… In Sardegna ci avrebbe portato via il sorriso e la voglia di ridere. La nostra strada più lunga la chiamiamo 131, per non nominarli.

Ecco allora che questi stradoni scorrevoli ti contaminano di solitudine. Con quel senso di malinconia per un viale che non ti perdi, ma che non ti ci ritrovi. Quanti isolani come noi vivono qui? Sono tantissimi. Mi chiedo cosa attraversi il loro cuore quando la mattina, tutte le mattine, passano di qua. La sentono questa nebbia invisibile di solitudine? E quando vedono il grande Po che scorre lento, pensano alla schiuma bianca delle onde che scappano picchiate dal maestrale? Gli mancano? Sì: poco o tanto? Certo che sentono quel vuoto, ma se lo coccolano, perché quel vuoto di mare è identità.

Ormai siamo arrivati nella città di Nichelino ai lati di questa metropoli senza confine. È facile trovare il cuore del centro in uno slargo in terra battuta e ciuffi di prato. Una bandiera rossoblù brilla come una stella polare, e a fianco quella bianca con i quattro mori: siamo arrivati in un grande cuore sardo. «Buona sera!», ci accolgono con quelle consonanti che sembrano rullate di tamburo, e che ci fanno sentire casa.

«Buona sera», rispondiamo sentendo il cuore che si allarga, già in sintonia con questo salone immenso di gente. Gente col sorriso ristretto e l’anima nobile e accogliente. Sparisce la metropoli imperscrutabile, siamo in un ambiente protetto. In una piccola isola di dignitosissima Sardegna.

«Ma dopo tanti anni che siete qui avete imparato il piemontese?»

Lui ha novant’anni, scoprirò dopo, e mi guarda col sorriso pronto a partire appena mi avrà ridimensionato. Sgrana gli occhi e risponde in campidanase stretto, dicendo che è di Villamassargia. Poi ride, mi ha sorpreso e ride. Spiega che capisce il piemontese: «Il piemontese né… ma la mia lingua è quella dove sono nato». Capisco subito che qui stiamo bene. Siamo nel Circolo dei Sardi Gennargentu, come un’Isola che accoglie e protegge anche se sei naufrago.

Siamo cinque autori nel bordo di un pomeriggio che non sapevamo, in una città che non conoscevo, per parlare di letteratura e del femminile nelle varie arti. Un incontro tra pubblico e scrittori organizzato dal Circolo dei Sardi Gennargentu APS con il patrocinio della Città di Nichelino, e la preziosa collaborazione della Libreria Il Cammello.

La sala si riempie con delicatezza, con curiosità intelligente. E tutti lì che ci accolgono regalandoci quella sensazione di accoglienza e di amicizia che ci fa stare bene.

E subito ci danno il benvenuto la presidente Rita Danila Murgia e la vicepresidente Cecilia Ventigeno, che è riuscita a mettere insieme una macchina organizzativa perfetta, e a presentare la serata rendendola davvero speciale.

Poi i saluti di rito, che ci sono sempre, ma che non erano scontati perché l’amministrazione comunale di Nichelino ha portato delle voci sensibili che hanno parlato fuori dagli schemi, come si fa tra persone che si guardano in faccia, secondo la nostra cultura: Giorgia Ruggiero, assessora ai grandi eventi; Alessandro Azzolina, assessore alle pari opportunità; Claudio Melis, consigliere comunale; Sara Sibona, assessora comunale.

E poi noi cinque autori al microfono, perché dai libri possono partire tutti i discorsi.

La serata era inserita nel Festival del Meticciato, per dire che la letteratura si compone di vari generi: scrittura, arte in generale, poesia, musica, canzoni e narrativa; e che tutti insieme si contaminano per evolversi in un altrove migliore. Nata da un’idea di Maria Antonietta Macciocu e Ernesto Torta per creare un ambiente letterario di confronto non competitivo.

Ma il Circolo Gennargentu e la Città di Nichelino hanno voluto fortemente una serata dedica al femminile, così è stato facile per noi autori partire dai nostri libri per raccontare la visione di genere.

Maria Antonietta Macciocu, con Mia Stella Caduta, Golem Edizioni.

Emma Fenu, con Le spose della luna, Litterary Romance Edizioni.

Valeria Bianchi Mian, con Il corpo crudo, Edizioni del Capricorno.

Ernesto Torta, con C’era un ragazzo, Divinafollia Edizioni.

Ed io, con Solo danni collaterali, Marlin editore.

Il confronto è stato molto acceso, perché è un argomento che prende tante sensazioni e tanti umori. Certo non abbiamo esaurito l’argomento, ma insieme al pubblico davvero partecipe abbiamo scovato tutto l’entusiasmo che serve per una battaglia così fondamentale per il futuro della nostra società.

Ma il Circolo Gennargentu ha fatto anche di più, come tradizione, ospitandoci nella sua sede per stare ancora insieme e conoscerci meglio, davanti a una tavola imbandita delle nostre specialità.

È stato anche un momento toccante per incontrasi fuori dagli schemi, per condividere ricordi e emozioni della nostra isola. Visi che non dimenticheremo, strette di mano e abbracci col calore umano, perché tutto il resto era fuori.

Grazie a voi del circolo per quello che ci avete dato. Resterà custodito lì, dentro di noi.

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5 commenti

  1. Maria Antonietta Macciocu

    Un articolo molto bello, che inserisce il nostro incontro nello spirito della nostra Isola.

  2. Ernesto Torta

    Grazie a tutti
    È stata una bellissima esperienza

  3. Pier Bruno Cosso della nostra esperienza culturale a Torino e Nichelino non ne ha fatto un articolo, ma un racconto da scrittore bravo quale è. Grazie per aver raccontato e ricordato momenti indimenticabili e grazie a Tottus in PARI.

    • Antonio Marongiu

      La vostra presenza è stata per la nostra associazione un gradevole incontro Culturale, molto interessante e seguito con attenzione. Grazie per la vostra disponibilità e simpatia.
      Grazie a Pier Bruno Cosso per il suo racconto preciso e dettagliato da vero AUTORE. Atras Bortas
      Antonio Marongiu

  4. Circolo gennargentu di Nichelino

    Grazie

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