NICOLINO SANNA DI ANELA, LO SCULTORE LIGNEO ALLE ORIGINI ATAVICHE DELL’UOMO

di CRISTOFORO PUDDU

Nicolino Sanna, scultore con predilezione alle forme lignee, ha vissuto una lunga vita creativa ed artistica ma ha concesso poca visibilità alle sue opere di straordinaria genialità. Apprezzato dai pochi fortunati della sua cerchia familiare e amicale o dai tanti appassionati d’arte che ospitava sempre ben volentieri nella sua abitazione, trasformata in un luogo magico, suggestivo ed emozionale di natura e di Sardegna.

Nonostante i consensi e riconoscimenti di qualificati critici d’arte, e che contava anche l’incommensurabile stima ed amicizia di Pinuccio Sciola e di artisti come Antonio Amore e Giuseppe Bosich, ha voluto vivere la sua creatività con intimità e marginalità. Nicolino Sanna, autodidatta, pastore e operaio forestale nato ad Anela il 7 gennaio 1932, da uomo di grande modestia ed umile semplicità si concesse a pochissime manifestazioni e mostre; significative, per la loro unicità tra gli artisti contemporanei, le esposizioni a Rivarolo C.se (To), nei locali della Biblioteca Comunale, ad Ivrea nella sala della chiesa sconsacrata “S. Marta” (occasione in cui rifiutò una operazione commerciale di milioni e la vendita di sue opere della serie “sedie” a Carlo De Benedetti  e a dirigenti della Olivetti), ad Arborea nel complesso turistico “Ala Birdi” e a Ghilarza, ospite del Mese della Cultura, nella mostra curata dalla Associazione Amici della Grafica.

A voler rendere onore postumo sono ora, con segni di nuova luce artistica universale e per una visibilità di collegamento alla  profonda natura di radice sarda, i figli (Annalisa, Patty, Franca e Natalino) e i familiari (tra i tanti anche  l’intellettuale ed artista Tonino Dettori) che ipotizzano la creazione di una Fondazione a nome di  Nicolino Sanna; si registra la significativa e ben augurale adesione dell’associazione EMOS, che recentemente ha tenuto un incontro sociale nell’atelier/abitazione dei Sanna.

Attraverso l’arte lignea del Sanna c’è stato un vero ritorno alle origini  ataviche dell’uomo, di cui non si può disconoscere l’utilizzo, ancor prima della pietra, dell’elemento naturale e semplice come il disponibile legno. I manufatti dell’artista di Anela diventano opere d’arte di una originale ed ancestrale estetica di forme ispirate a “figure umane che si combinano con esseri ed animali mostruosi”, di arcane e identitarie mitologie; simbologie legate ad un forte senso di spiritualismo e di fedi che reinterpretano le fantasiose figure di volti e maschere di identità sarda e del mito religioso africano.  Dunque, la stessa malia primordiale che influenzò, nel XX secolo, tanti artisti dell’avanguardia europea. 

Nicolino Sanna valorizza in modo istintivo e naturale la forma di scultura lignea, e la pianta stessa, intesa come dimora di soprannaturale e custode di vita e di tutela, quasi a significare quel valore apotropaico e magico, riconosciuto dalle culture primitive, per salvaguardare identità e socialità collettiva. Ossia, una valenza che va oltre la pregevolezza estetica e creativa. Il linguaggio dell’artista è fortemente espressivo, non lascia certo indifferenti la potenza delle figure e complessità rappresentativa con cui elabora nelle immagini femminili, maschili o di animali. I richiami primordiali ed artistici che si colgono tra le innumerevoli opere del Sanna, riportano ad un substrato identitario sardo nuragico e alle ritualità e rappresentazioni del continente africano, dell’oriente e ai moai, le statue monolitiche di Rapa Nui realizzate da popolazioni polinesiane. L’artista anelese è un “costruttore” ed usa, oltre il legno, la pietra e i metalli, altri diversi materiali; in tante opere è evidente la rivisitazione artistica di elementi culturali agro-pastorali e identitari dell’Isola.

Difficile classificare l’arte di Nicolino Sanna per la capacità di offrirsi candidamente a tante letture ed interpretazioni che spaziano tra simbolismo e surrealismo; tra mondo visibile e l’inconscio di “altro” mondo. Come per l’arte cubista, anche le opere lignee bisogna osservarle da più punti di vista: la tridimensionalità riserva sorprese e ulteriori letture visive. Le sculture suggeriscono immagini, pensieri, emozioni e memorie che sono diverse per chiunque le osservi; dalle forme primitive emerge una potenza espressiva che irrequieta nella bellezza di figure minute o monumentali.

L’arte di Nicolino Sanna, da scoprire e valorizzare nella complessità, è stata intesa in modo estremamente personale, passionale e come veicolo di emozioni, generate da un sublimale processo creativo che ha manifestato con intensità di forme e vibrante pulsare di cultura popolare.

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10 commenti

  1. Gianraimondo Farina

    Un grandissimo artista !

  2. Era ora! Finalmente viene valorizzata l’arte di Nicolino Sanna, artista taciturno, ma sapiente ed ispirato. I suoi Crocifissi riescono ad esprimere la sofferenza dignitosa del Cristo vittima sacrificale. Fanno bene i figli a valorizzare le opere del padre. Un plauso a Cristoforo per l’articolo.

  3. Franco giuseppe pirisi

    Opere uniche molto interessanti, da valorizzare artisticamente per entrare nella storia

  4. Giuseppe Cinque

    Dalla sua casa di Anela, da anni, porto con me il ricordo del contrasto tra la sua gentile disponibilità e la grandezza espressiva delle sue opere .

  5. Articolo da encomio per aver dato luce ad un artista di grande dignità
    e umiltà nell’espressione della sua arte.

  6. Un bellissimo encomio che ha colto nel segno l’essenza vera dell’arte di mio padre e della sua anima. Grazie.

  7. Gianraimondo Farina

    Un grandissimo artista di cui porto sempre un ricordo speciale: la sua Sacra Famiglia lignea,appositamente fattami su commissione ad Anela e che, ora, fa bello sfoggio di sé a casa nostra a Lissone. Nicolino è un altro anelese da valorizzare in un paese che, purtroppo,persiste nell’essere senza storia e senza memoria. L’ottimo articolo di Cristoforo Puddu ben rende la sapienza, la vena artistica e la fede di questo grande uomo.

  8. Conoscevo la persona fin da ragazzino pur non risiedendo ad Anela, perché passavo parecchi giorni a casa dei miei nonni e parenti sopratutto nel periodo estivo, ma ero fino ad oggi ignaro di questo suo grande estro artistico e culturale veramente unico. Mi piacerebbe poter vedere esposte queste sue opere quanto prima, augurando ai figli di poter vedere realizzata la loro auspicata creazione della Fondazione in suo onore, dando cosi lustro, oltre che a tutta la comunità Anelese, a tutti i Sardi!

  9. Mariangela Sannia

    Grazie per l’articolo che racconta in modo puntuale la naturalezza con la quale zio riusciva a rappresentare, attraverso l’armonizzazione dei materiali, la sua parte più intima e profonda. Spero che vada avanti il progetto della fondazione, sarebbe magnifico.

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