GLI ITALIANI NEL MONDO, RISORSA DEL TERRITORIO: IL CASO DELL’EMIGRAZIONE SARDA. IL 14 FEBBRAIO A ROMA NELLA SALA STAMPA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

segnalazione di PAOLO PULINA

La Sardegna questa volta sarà al centro degli incontri che Fabio Porta, Deputato eletto nel collegio dell’America Latina, ha iniziato a organizzare per fare conoscere all’opinione pubblica nazionale e alla platea più generale dei parlamentari il valore dell’emigrazione regionale. E, come è già capitato per il Molise, anche in questo caso si partirà da uno studio, quello di Aldo Aledda, Sardi in fuga in Italia e dall’Italia. Politica, amministrazione e società in Sardegna nell’era delle moderne migrazioni. All’incontro, che avverrà martedì 14 febbraio alle ore 14 nella sala Stampa della Camera dei Deputati, Via Missione 4 Roma, parteciperanno autorità locali (l’assessore regionale competente nella materia, Ada Lai), parlamentari sardi (il Senatore Silvio Lai e i Deputati Salvatore Deidda, Pietro Pittalis e Ugo Cappellacci) e i dirigenti dell’emigrazione sarda (il presidente della FASI Bastianino Mossa e la responsabile dei giovani Sara Nicole Cancedda).

La Sardegna, pur essendo stata l’ultima a dare il proprio contributo umano ai grandi flussi migratori italiani dell’Otto/Novecento, dal Secondo Dopoguerra, quando ha conosciuto essa stessa l’emigrazione di massa, è divenuta gradualmente la regione leader in Italia per consistenza degli interventi finanziari e per le specifiche politiche a sostegno dei propri emigrati. Ancora oggi è quella che stanzia maggiori fondi a favore delle organizzazioni degli emigrati e cerca di provvedere alle molteplici esigenze di chi esce dall’Isola o cerca di rientrarvi. In questo senso è interessante conoscere il “caso Sardegna”, ma anche le evoluzioni che incontra il fenomeno e gli aggiornamenti che gli interventi necessitano. In particolare sarà interessante capire in che direzione intende muoversi la Regione che sta incominciando ad assumere come linea politica la possibilità di sensibilizzare i più giovani discendenti degli emigrati sardi a inserirsi nel tessuto economico e sociale dell’Isola non solo per ovviare al problema dello spopolamento di vaste aree interne e di supplire all’invecchiamento della popolazione, ma anche a sfruttare le notevoli opportunità che il territorio offre in settori trainanti come il turismo, l’agroalimentare e le nuove tecnologie. Anche per i giovani che in misura sempre più drammatica negli ultimi anni hanno abbandonato l’isola si potrebbe prefigurare un ruolo, a prescindere da un rientro fisico, vivificando dall’interno e dall’esterno l’apparato produttivo locale.

Tutto ciò sarà al centro dell’incontro, proprio partendo dalla riflessione su ciò che è accaduto e perché è accaduto, e traendo ammaestramento dalla storia che cosa fare e che cosa evitare in futuro.

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Un commento

  1. Gianraimondo Farina

    Sarebbe stato utile,nella redazione del rapporto,SENTIRE VERAMENTE E COINVOLGERE tutto il “mondo” dell’emigrazione sarda,”organizzata” e non. Magari organizzando gli STATI GENERALI DI TUTTA L’EMIGRAZIONE SARDA, in modo da poter arrivare ad un serio e proficuo “redde ratione”. Più che la presentazione di un libro, la solita “parata” istituzionale al cospetto di una rappresentanza parlamentare isolana (quella invitata) ben lontana dai reali problemi isolani . Intanto gli altri circoli (pochi, ma seri), lavorano.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *