“UN’ARREPENTINA” SULLA SUA BATTAGLIA CONTRO IL TUMORE. AD ANTONIO IGNAZIO GARAU, IL PRESTIGIOSO “PREMIO OZIERI”

Antonio Ignazio Garau

Il prestigioso Premio Ozieri di Letteratura Sarda, il più antico premio letterario attivo in Sardegna e fra i più antichi d’Italia, ha assegnato il primo posto nella sezione Tra poesia e càntigu “Antoni Cubeddu” all’arrepentina “Su baballoti traitori” di Antonio Ignazio Garau di Villaurbana.

La giuria di esperti, presieduta da Dino Manca, professore di Linguistica e Filologia italiana e di Letteratura e Filologia della Sardegna all’Università di Sassari, dopo un’approfondita analisi dei tantissimi elaborati pervenuti da tutta la Sardegna, ha individuato i vincitori delle tre sezioni in cui è articolato il Premio Ozieri.

Nella sezione poesia sarda “Antoni Sanna” al primo posto è giunta l’opera “Aìami tarreni boni…” di Gianfranco Garrucciu di Tempio, nella sezione prosa, invece, “Ànghelu Dettori” ha vinto l’opera “Mariposas e archibusadas” di Gonario Carta Brocca di Dorgali.

Garau, operatore culturale da sempre impegnato nella valorizzazione della lingua sarda, è traduttore-interprete in ambito giuridico-amministrativo e giuridico-giudiziario penale. Docente di lingua sarda in corsi di formazione-aggiornamento rivolti al personale della pubblica amministrazione e al personale insegnante della scuola, cura dei laboratori di/in sardo per enti locali, biblioteche, scuole e Unitre. Giornalista pubblicista, conduce programmi radio-televisivi e collabora – fra le altre testate – anche con Radio Cuore e con LinkOristano, dove cura la rubrica “Su Gazetinu”.

“Nella mia arrepentina”, dichiara Antonio Ignazio Garau, “ho provato a descrivere quello che – a mio modo di vedere – dovrebbe essere il corretto approccio psicologico a una patologia come il cancro, considerato dal punto di vista – ahimè! – del malato. Nell’affrontare un tema così impegnativo e coinvolgente, soprattutto perché vissuto in prima persona, mi ha aiutato molto la cosiddetta medicina narrativa, un approccio particolare alla malattia e alle cure sul quale, qualche anno fa, la Asl di Oristano organizzò un interessante corso rivolto al personale sanitario e parasanitario”.

“Dedico s’arrepentina a tutti coloro che, un giorno della loro vita, scoprono di aver a che fare da vicino con ‘su baballoti traitori’ (l’insetto traditore, ndr), la patologia tumorale appunto”, ha proseguito l’operatore culturale, “affinché intraprendano con lo spirito giusto la lotta per debellarlo, confidando nei grandi progressi della scienza e della medicina. Desidero infine ringraziare gli amici (poeti, etnomusicologi e musicisti) dell’associazione culturale Arrepentina e Mutetus, che da anni si stanno prodigando per rivitalizzare questa particolare forma poetica che si è sviluppata e diffusa soprattutto nel Campidano di Oristano, nel Medio Campidano, nella Marmilla e nella Trexenta”.

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