ANNA MARIA PUGGIONI, ESEMPIO DI AMORE, UMILTA’ E FEDE: LE RADICI PROFONDE NELLA PASSIONE PER IL CANTO

Anna Maria Puggioni

di STEFANIA CUCCU

“Non ho paura della distonia / Che ha cancellato parte dei miei sogni; / non posso più cantare / ed è per me fatica anche il parlare / Ascolto e medito in silenzio / Mentre la vita continua ad avanzare / e, se altre parti del corpo si dovessero bloccare, / io non mi fermerò… / continuerò a lottare. / La voce che si è spenta, / parla però al mio cuore/ cullando i miei pensieri / in un dolce respiro che illumina, / riscalda e dona amore. / Sei tu Signore… / Si che la vita, calice dolce e amaro, / si riempie di speranza / e brucia nella fiamma … / anche il dolore. (Anna Maria Puggioni)

Anna Maria Puggioni nasce a Berchidda (SS) nel 1946.  Èuna maestra elementare quando sul finire degli anni 70 inizia a girare le piazze della sua isola accompagnata alla chitarra da suo fratello Giovanni.  Ma la Passione di Anna Maria per il canto ha radici molto più profonde…

“Sono cresciuta in una famiglia di canterini. Cantavano tutti: nonni, zii e nostra madre Paolina Canu (parente del noto poeta- cantadore Antonio Stefano Demuru) dotata di uno speciale talento vocale. Ciascuno di noi ha sempre manifestato una particolare predisposizione e tendenza per il canto tradizionale della nostra terra, precisamente ‘Su Cantidu a Chiterra’, il canto delle gare a chitarra.

Sono cresciuta con i ‘Duru Duru, i Tai Tai, le dolci Anninnias’ che nostra madre ci cantava cullandoci. Penso di aver iniziato a cantare dal grembo materno. All’età di 10 anni giunse in paese una trouppe della Rai per delle trasmissioni sperimentali nelle scuole elementari. Mi piaceva cantare ovunque: a casa, per strada, a scuola, perciò,venivo considerata una bambina canterina. Cantai in Piazza Del Popolo, a Berchidda, la mia prima ‘Corsicana’ e ‘i Mutos’ accompagnata dal chitarrista Fabio Serra. Nel pomeriggio, altri bambini si esibirono nel canto. Io, accompagnata da un complessino locale, cantai ‘Tu Si Guaglione’ del famoso cantante Renato Carosone. Vinsi il primo premio (un panettone e alcuni profumi). Ricordo ancora con emozione l’intenso applauso del pubblico. Tutti gli anni in paese, nel locale del ‘Cinema’, si teneva un momento conviviale chiamato ‘Su The’ (Il The) per raccogliere fondi da destinare alla costruzione dell’Asilo Parrocchiale.

Puntualmente venivo invitata e, come per altre importanti occasioni, mi esibivo nelle canzoni di Mina, Celentano, Gianni Morandi, sempre accompagnata dal complessino locale. Ricordo il nome di alcuni componenti: Angelo Carta alla chitarra, Giovanni Brianda al sax e Piero Fresu alla batteria. All’epoca avevo 16 anni e studiavo a Sassari all’Istituto Magistrale ‘Margherita Di Castelvì’. Cantavo e soprattutto studiavo; non potevo distrarmi. Ma si sa, all’amore non si comanda, e conobbi mio marito, anche lui studente. Nel ‘70 ci sposammo e ci trasferimmo a Tempio Pausania dove viviamo tuttora. Nella predetta cittadina, insegnai subito come supplente nelle scuole elementari del ‘Vecchio Caseggiato’. In quella di ‘San Giuseppe’ e in diversi paesi della Gallura. Vinsi il concorso e mi fu assegnata la cattedra definitiva a Luras. Tante cose accadono per caso nella vita, differenti dai nostri progetti, come quello di fare la cantante. Nel periodo d’insegnamento presso il ‘Vecchio Caseggiato’ un mio collega, divenuto in seguito direttore didattico, Franco Fresi (grande scrittore e poeta che ha composto anche dei brani per me), all’epoca conduceva a Radio Tele Gallura che trasmetteva da Tempio Pausania un programma culturale sui canti sardi. Avendomi sentita cantare in occasione di una recita che avevo preparato per il Natale, mi invitò alla trasmissione. Io non accettai, ma lui non si diede per vinto; non riuscendo a convincere me venne a parlare con mia madre (i miei genitori per motivi di salute si erano trasferiti a Tempio e da quel momento vennero a vivere con me). D’accordo con Franco, mia madre (alla quale non potevo dire di no) mi spinse a partecipare. Mi presentai e, accompagnata dal chitarrista Isio Sotgiu, proposi alcuni canti: ‘Re, Nuoresa, Corsicana, Filugnana e una Disisperada’. La trasmissione che generalmente durava un’ora, andò avanti per due ore perché tante persone intervennero con le telefonate. Il successo fu grande e inaspettato. Ritornai in trasmissione in occasione del Natale, questa volta accompagnata alla chitarra da mio fratello Giovanni, che avendo vinto  un concorso all’ospedale di Tempio venne ad abitare a casa mia. Fu questo il battesimo del ‘Duo Puggioni’. Da quel momento la mia vita cambiò: cominciarono a chiamarci in diverse occasioni nelle scuole e, invitati, partecipammo alla ‘Coppa Luigino Cossu’. La commemorazione per questo famoso cantante, promotore Baigneddu Balata, divenne appuntamento annuale. Da ogni parte della Sardegna giungevano estimatori e studiosi del ‘canto a chitarra’ che, ascoltando anche i nostri seppur brevi interventi, cominciarono a chiamarci in tanti paesi. Non ci lasciarono più! A quel punto si presentò per me un grosso problema: la scelta di entrare per quella porta che si era aperta oppure, fermarmi e continuare a godere la famiglia che nel mio cuore ha sempre occupato il primo posto. Visto che le richieste aumentavano, ne parlai con mio marito al quale chiesi, nell’eventualità, la sua disponibilità a seguirmi. Lui m’incoraggiò e, aggiungo che durante il percorso canoro del ‘Duo Puggion’, non è mai mancato. È stato di grande aiuto e sostegno nel curare le pubbliche relazioni. Insomma il nostro manager per eccellenza, poiché le richieste arrivavano direttamente a casa non solo per i concerti in Sardegna, ma anche per i contatti con l’estero.”

Trinità d’Agultu segna il loro primo concerto come “Duo Puggioni”.  Sul palco, quella sera, insieme a loro si esibisce anche il “Coro di Gusana” di Gavoi. Ma è nel 1982 che avviene il boom; una vera e propria esplosione che investe tutta la Sardegna. Al “Cinema Ariston” di Oristano, Anna Maria e Giovanni vengono invitati come ospiti di una grande manifestazione di canti sardi che vedeva sul palco Cantadores del calibro di Tonino Canu, Giuseppe Chelo, Mario Firinaiu e Mario Mannu, accompagnati dal chitarrista Aldo Cabizza e dal Fisarmonicista Peppino Pippia. Il loro intervento dura mezz’ora o poco più, ma ottiene un successo strepitoso. Anna Maria mostra la sua bravura passando dal Canto in Re alla Nuoresa, Timpiesa, Corsicana, e Disisperada, ammaliando le circa mille persone presenti che le rivolgono un fragoroso applauso. Eppure… il “Duo Puggioni” non è ancora apparso in TV!  A decretare la fama dei due fratelli di Berchidda è soprattutto il pubblico che vi assiste.  Quella sera stessa all’Ariston, a manifestazione ancora in corso, il Duo riceve inviti per una decina di esibizioni in diverse località dell’Oristanese.  L’incontro con Gianni ed Elena Medda consente al Duo i passaggi televisivi con le sigle di apertura e chiusura del programma “Sardegna Canta”. Tali partecipazioni ne accrescono la popolarità e consolidano un fenomeno rimasto unico nel tempo.

“Ringrazio, anche da parte di mio fratello Giovanni, gli amici Gianni ed Elena per averci dato questa grande opportunità. Facevamo tante serate. Anche 20 nel mese di Agosto! Abbiamo avuto tanti riconoscimenti: targhe, coppe … ma soprattutto portiamo nel cuore il calore della gente che ci apprezzava. È grazie a loro se noi, come Duo Puggioni, siamo arrivati a questo successo.”

Il Duo Puggioni ottiene grandi successi grazie alla bravura e all’affetto del pubblico. E il pubblico, la gente comune, il popolo in definitiva, quello più genuino e più semplice, ama veramente e profondamente i due artisti Berchiddesi.

Anna Maria e Giovanni Puggioni

“Quando finivamo lo spettacolo, c’era il secondo spettacolo: la gente ci fermava, ci sorrideva, ci rivolgeva domande sulla nostra vita privata e non mancavano le tante richieste di autografi. È successo in un paese (non faccio il nome per privacy) che, a fine concerto, si avvicinò un signore che mi chiese gentilmente se potevo recarmi a trovare la mamma allettata. Con mio marito, mio fratello e prof. Giovanni Perria (che quella sera presentò il concerto) andammo a casa dell’anziana signora che, appena sentì la mia voce, aprì gli occhi e mi fissò sorridendo. Provai una fortissima emozione. Acconsentii al desiderio del figlio di cantarle alcune strofe di una canzone e lei mi fece una carezza dolcissima. Dopo una settimana mi telefonò il figlio, mi ringraziò ancora per aver esaudito il desiderio della madre, purtroppo deceduta.  In alcuni paesi della nostra isola, il lutto per la morte di una persona cara durava mesi e a volte anche un anno. Ricordo alcune vedove ‘Cuguddhadas’ (coperte da neri scialli) per non farsi vedere, venivano dietro il palco, mi chiamavano per salutarmi e mi dicevano: – Annamarì semus bessias pro iscurtare a tie! Ricordi indimenticabili, momenti di vita che rimangono dentro e sono la vera ricchezza”.

La fama e il successo raggiungono altissimi livelli. Del Duo Puggioni parlano autorevoli critici, rimarcandone la forte personalità artistica e le pregevoli doti musicali e canore.  Il messaggio da loro proposto nei canti affronta le tematiche più disparate della realtà sarda e universale: droga, piromania, emigrazione, non violenza ed ecologia…. I testi delle loro canzoni, di autori antichi, contemporanei, e quelli composti da Anna Maria, hanno valore letterario che spazia dal nord al sud della Sardegna. Un repertorio socio culturale e religioso che fratello e sorella hanno presentato e fatto conoscere durante i loro concerti in Sardegna e nel mondo.

“Venticinque anni d’intensa attività artistica ricca di grandi emozioni per i tanti episodi vissuti a contatto con la gente che negli anni abbiamo incontrato e profondamente amato. Mi son sempre sentita una di loro. A tutte queste persone va il nostro grazie dal profondo del cuore. Fare la cantante di musica sarda è stata una scelta convinta, determinata dalla passione alle nostre tradizioni e al grande amore per la mia terra. Sono orgogliosa di essere sarda e onorata di aver indossato il costume di Tempio.”

L’attività del “Duo Puggioni” nel campo artistico e umanitario è ricca e intensa. Citiamo solo alcuni importanti momenti:

– concerti-lezione sulla “cultura sarda” nelle scuole di ogni ordine e grado;

– concerti-lezione in teatri e università giapponesi: al Toshi Center (Tokio); al Bunca-Kaican (Atsugi);

  all’Università della musica Garugei Koganei e Kunitaki di Tokio in un concerto-lezione per docenti e

  allievi che apprezzanoo con lunghi applausi la calda voce di Anna Maria (M.P. L’Unione 1990).

– Palatrussardi (MI) per sostenere il problema dei minatori sardi;

– Concerto al teatro Hexagone Meylan di Grenoble (Francia);

– Il Duo collabora in due film di Franco Columbu “Mister Universo.”

– Partecipano, con l’inserimento di due brani, ad un film-documentario dal titolo”Su Pani Antigu” prodotto dall’Associazione Santa Vitalia a Isurigus;

– Lavorano per la realizzazione di una scuola elementare in Africa (Kenya)

“Voglio raccontarvi l’indimenticabile esperienza del Viaggio in Africa… All’epoca, mi telefonò l’amico Gianni Medda, ideatore della trasmissione Sardegna Canta sulle tradizioni popolari sarde, in replica ancora oggi su Videolina. M’invitò a partire per l’Africa con mio marito e mio fratello, in occasione di un viaggio organizzato da una ditta italiana. Pensai di rinunciare per la difficile situazione familiare. Dopo averci pensato dissi a Gianni che sarei partita solo se fosse stato possibile organizzare nel residence, che ci avrebbe ospitato, una serata per raccogliere fondi da destinare ai bambini di un villaggio del Kenya. Raccogliemmo una bella somma che, su indicazione del proprietario del residence consegnammo alle autorità del villaggio di Mwamanga. Provammo una fortissima emozione, fummo accolti con danze, suoni e canti. Ma ciò che mi colpì maggiormente fu lo sguardo profondo, la compostezza e la dignità di quei bambini. Nel visitare il villaggio, mi resi conto che mancava una scuola: c’erano solo due stanze in mattoni grezzi, senza pavimento, senza porte né finestre. Erano vuote e i bambini facevano lezione seduti per terra. I servizi igienici consistevano in una buca maleodorante in mezzo alla vegetazione.  Quella realtà mi colpì così tanto che dissi a me stessa:

– Qui devo tornare per realizzare una scuola! Deformazione professionale? No, grande amore per i bambini.

Quando lo comunicai ai tre Giovanni (mio marito, mio fratello e Gianni), mi presero per matta, ma io parlavo sul serio! Capii che “Qualcuno” mi fece andare lì per aiutare; ero il mezzo di quel progetto. Rientrata dall’Africa, durante una riunione in presenza dei colleghi e dei genitori della scuola di Luras,(dove insegnavo), esposi l’idea del progetto che intendevo realizzare. L’entusiasmo ed il consenso dei presenti mi spinsero a mettermi subito all’opera per raccogliere fondi attraverso le recite con i miei scolari. Anche i miei colleghi e i genitori dei bambini mi aiutarono. Le prove si svolsero in un laboratorio di falegnameria messo a disposizione dal padre di un mio alunno. Di mattina insegnavo seguendo l’orario normale delle lezioni, rientravo a casa per pranzo e la sera ripartivo per le prove. La somma raccolta dalle recite (presentate in alcuni plessi scolastici), unita alle offerte donate da amici,consentì la costruzione della scuola. Partimmo per il secondo viaggio, in accordo con il console (per donare la somma raccolta per la realizzazione della scuola). Arrivati in Kenya, un pomeriggio,ci recammo nel villaggio per salutare i bambini. Ricordo che ci fu affidata una guida che però, durante il percorso, perse l’orientamento. Incontrammo una donna che indicò alla guida la giusta direzione. Proseguendo, all’improvviso, sbucarono da un sentiero due bambine che, vedendomi, mi indicarono col dito e iniziarono a cantare: – Trallallera..larilarillallera, trallallera..larilarillalà!

Le abbracciai non riuscendo a trattenere le lacrime: eravamo arrivati a Mwamanga! Perché era successo tutto questo? Durante il nostro primo viaggio, lasciammo quanto avevamo portato appresso, compreso un registratore e alcune musicassette dei nostri canti. Evidentemente, durante tutto l’anno, grazie a uno dei loro maestri, i bambini avevano imparato a cantarli. Il giorno dopo in accordo con il console con il quale tenni i contatti, c’incontrammo a Mombasa (con le autorità scolastiche, il capo del villaggio e i costruttori), per la consegna dei soldi e la firma del documento che conservo ancora…  La scuola fu costruita e venne intitolata: Primary School Gli Amici di Sardegna.”

Nel 2002, in occasione della giornata mondiale dell’ammalato, nella Basilica di S. Pietro (Roma), Anna Maria canta davanti al Papa San Giovanni Paolo II, il brano “MARIA REINA” da lei composto in onore alla Madonna (presente nel lavoro discografico S’Ardia –Duo Puggioni 1994). L’invito arriva grazie ad un casuale incontro con un importante prelato del vaticano, in un villaggio turistico tra Budoni e S. Teodoro che, a fine serata, colpito dal carisma e dalla voce di Anna Maria, le chiede di cantare “Maria Reina” per Sua santità.

“Alla proposta di quel vescovo cominciai a tremare, forse avevo capito male! Risposi che non ero degna di un simile compito ma, lui insistette e confermò. Quello che a me parve un sogno impossibile, divenne realtà. Andai a Roma e, nella gremita Basilica, cantai ‘MARIA REINA’. Indimenticabili i profondi occhi di Papa Giovanni Paolo II che, senza parole, mi accarezzò e mi benedisse con il segno della croce sulla fronte. Mentre gli baciavo le mani, dissi commossa: -Santità le porto i saluti e tutte le sofferenze della mia terra: la Sardegna! E in lacrime tornai al mio posto. Ringrazio il Signore per tutte queste esperienze e per quelle che continua a farmi fare.”

Durante la sua carriera, Anna Maria lavora sempre accanto all’amato fratello Giovanni Puggioni, chitarrista innamorato della musica sarda e instancabile ricercatore di melodie. Taluni suoi fraseggi introduttivi, di intermezzo o conclusivi, mirabilmente arpeggiati, risultano altamente suggestivi ed entusiasmanti da scatenare gli applausi del pubblico.

“Ho lavorato 25 anni con mio fratello. Giovanni è stato un compagno di viaggio insostituibile. Una persona buona e discreta; un grande musicista, uomo di cultura, amato e stimato da tutti. Abbiamo iniziato e vissuto questo percorso, quasi per gioco, come accadeva quando giocavamo da bambini, con l’obiettivo comune di comunicare un messaggio ricco di valori. Tra di noi c’è sempre stata stima, collaborazione e soprattutto rispetto.”

Dopo la malattia della sorella; Giovanni esplora altre strade. Dirige con ottimi risultati diversi cori: “Coro di Aglientu”; Coro “Santu Sabustianu” di Berchidda, “Coro Di San Teodoro”. Crea i gruppi musicali “Giuales” e “Armonias de Sardigna”con nuovi musicisti, e nuovi cantanti fra questi, la stessa figlia Emanuela, e presenta nelle scuole diverse rassegne sulle tradizioni, gare di canto corale e gare di canto a chitarra. Attualmente dirige il “Coro di Viddalba”.

“Ho cantato l’ultima volta nel 2004 avevo scritto un inno che ha per titolo “Frades Sardos.” Non stavo già bene. In quel periodo si era ammalato anche l’indimenticabile amico Tonino Puddu, direttore del coro “Su Nugoresu.”, tenore inconfondibile, musicista, scrittore, cultore delle nostre tradizioni e grande maestro del folklore. Invitai lui ed il coro a cantare insieme a me il brano. Ricordo una certa difficoltà sua e mia, in sala di registrazione a causa dei nostri problemi di salute. Indimenticabile esperienza e buon risultato del brano registrato che divenne la sigla del programma ‘Anninnora’ Su Sardegna Uno.”

Oggi Anna Maria è costretta a stare lontano dalle scene a causa di un male che non permette l’espressione del grande talento. Per noi rimane sempre una cantante eccezionale da annoverare tra coloro che hanno segnato un’epoca. Fra le numerose opere discografiche, la prima che l’ha resa famosa, contiene prevalentemente canti a chitarra rifacendosi alla tradizione popolare Su Lentore, Mutos, Anninnias, Disisperadas…tanto che mezza Sardegna canta le sue canzoni.  Anna Maria spalanca le porte dei palchi alle donne che fino a quel momento avevano vita difficile. È vero che allora c’erano Maria Carta e Marisa Sannia, ma erano fuori dall’isola. Anna Maria spalanca i palchi alle donne e lo fa con un modulo di canto prevalentemente maschile, che però lei riproduce da sola, senza fare gare a chitarra, rendendo la musica un momento magico, tanto che da allora, tantissime donne cantano i suoi canti in pubblico.  Della produzione discografica Del Duo, non si può dimenticare “Notte De Chelu” una raccolta della maggior parte dei canti di Babbai Casu e uno scritto da Anna Maria che ha per titolo “Sonniu Serenu”. I due fratelli sono i primi a registrarli nel 1984 per rendere omaggio a un grande del loro paese e della Sardegna. “Notte De Chelu” (MC-LP-CD) considerato da studiosi, critici ed etnomusicologi una perla tra le belle realizzazioni del Duo Puggioni. Ad Anna Maria si deve il merito del progetto discografico “CHIDA SANTA”, Rappresentazione Musico Teatrale da lei scritto in lingua sarda per raccogliere fondi a sostegno della ricerca sulla Distonia, che s’inserisce in quel percorso da lei vissuto come un’autentica “missione”.

Numerosissimi i premi, le targhe e i riconoscimenti alla carriera. Ne citiamo solo alcuni:

-Premio Letterario Marmilla” per la Divulgazione della Lingua e della Cultura Sarda”(Mogoro 1989)

-Per L’Arte del Canto, Sempre Testimone e Portavoce, della Cultura Sarda nel Mondo”(Orani 2009);

-Premio ad Anna Maria Puggioni “Giornata Mondiale -Per La Vita”(Azione Cattolica Di Olmedo2013)

-Oltre 600.000 (LP; MC; CD) venduti in pochi anni dalla casa discografica;

-Premio “Don Peppino Secchi”per il lavoro discografico “Notte De Chelu” (Norbello 1990);

-Premio “Raighinas” “Per aver portato la Tradizione Popolare Sarda nel mondo (Budoni 2013);

-Premio “Notte De Chelu” Per il Grande Lavoro di Valorizzazione e Diffusione Dei Canti Natalizi di

Babbai Casu” (Pietro Casu” (Berchidda 2019);

-Premio speciale “Maria Carta” (Prima Edizione) “Ad Anna Maria Puggioni Per Aver Esaltato Con il

Proprio Impegno Artistico i Valori Della Cultura Sarda”(Siligo 2003);

-Premio di poesia Pietro Casu: la giuria ha conferito “Riconoscimento Speciale al Poeta Anna Maria Puggioni per la salvaguardia del Canto Sardo” ( Berchidda Aprile 2019);

-Il Consiglio Direttivo Dell’Associazione Italiana Per la Ricerca sulla Distonia con parere unanime

conferisce ad Anna Maria Puggioni il titolo di “SOCIO ONORARIO” Per La Sua Preziosa Attività a Sostegno Dell’Associazione Attraverso I Suoi Progetti Musicali. (Pescate 06 Marzo 2021).

L’elenco è lungo ma ci fermiamo qui…

Come lunga è la discografia…

Sardegna Tra Favola e Realtà; In Su Riu Mannu; Notte De Chelu; Semidas; Serenadas; Amargura; Sos Antigos; Anninniendhe; S’Ardia; La Nostra Sardegna; Pintaderas           ; Nadale; Chida Santa; A Tie Chi Ses Sa Prenda Mia      

Purtroppo da anni ormai non sentiamo più la voce di Anna Maria ma, come lei afferma:

“Dove non arriva la voce, parla quella del cuore, che nessuna malattia potrà mai spegnere”.

Donna forte e combattiva Anna Maria continua ad operare in altri orizzonti sempre a servizio del prossimo.

“Il Signore non vuole il male, non ci abbandona, anzi in maniera silenziosa e discreta ci aiuta a portare le nostre piccole croci. Ho imparato dai miei genitori a non arrendermi davanti alle tempeste che a volte arrivano improvvise a cambiare i percorsi della nostra via. È importante accettare con pazienza per vivere serenamente la nuova condizione. Sono umana e ho sofferto nel provare ad essere stata privata del naturale talento vissuto con gioia. E quando provi a chiederti il perché un tuono improvviso ti sconvolge la vita, rimane inspiegabile mistero. Un proverbio sardo dice ‘Nisciunu podet narrere de cust’abba non ndhap ‘a buffare’. Nessuno di noi può dire ‘A me non succederà mai’. All’inizio, non è stato semplice rinunciare ad esprimermi nella maniera più congeniale. Cantare è stato per me come un’onda emotiva, un senso di appartenenza alle mie radici alle quali mi sento legata da sempre. Non possiamo credere nella potenza del male. Il male è limitato, l’amore è infinito. La Distonia Spasmodica, è una malattia che può colpire chiunque in una o più parti del corpo. Provoca spasmi dolorosi improvvisi alle fasce muscolari interessate che, purtroppo, non si comandano. Per questo la mia voce è diventata flebile, rauca, si spezza, a volte esce di colpo, o diventa afona. La malattia non mi umilia, mi sento utile comunque.

Grazie alla fede ho trovato la forza di assistere per diversi anni: entrambi i genitori e due zii materni (non sposati), tutti gravemente ammalati. In loro accudivo, medicavo e accarezzavo Gesù, che mi chiede di seguirlo ancora nella prova della malattia. La sofferenza non è segno di sconfitta ma di speranza. Per cui, anche chi è prostrato su un letto o su una sedia a rotelle (come uno dei miei zii) può essere utile, di esempio e luce per gli altri. Per cantare e lodare Dio, non sempre serve la voce, servono le opere. Per diversi anni ho prestato servizio di volontariato nella dura realtà del carcere “La Rotonda” (Tempio).  Ho collaborato con diversi artisti a progetti di solidarietà. Da 7 edizioni presento nelle chiese il progetto ‘Chida Santa’ rappresentazione musico-teatrale per raccogliere fondi a sostegno della A.R.D. Ass. Italiana Per La Ricerca Sulla Distonia. Purtroppo oggi convivo con la malattia, ma non posso lamentarmi della mia vita, anzi, ringrazio Dio per tutto e per ogni giorno in più che mi regala. Ho una bella famiglia e tre fantastici nipotini di cui uno ‘speciale’, è il dono più bello che il Signore potesse farci, perché, è un bimbo che porta allegria e gioia: canta, balla ed è simpaticissimo.”

Dispiace che poco si è scritto e poco si scrive, di due persone straordinarie come Anna Maria e Giovanni. Un fenomeno quello del “Duo Puggioni,” non certo passeggero, ancora oggi amato e stimato dalla gente non solo per l’arte, ma per l’esempio di vita.

Cara Anna Maria, ora che la tua voce non può portare la Sardegna in giro per il mondo, spetta a noi continuare a dar voce alla vostra storia e ai vostri innumerevoli gesti d’amore.

Lo dobbiamo a te e a Giovanni, lo dobbiamo alla musica lo dobbiamo alla Sardegna.

(Tratto da “Figli di Sardegna, racconti di vita” di Stefania Cuccu)

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4 commenti

  1. Leggere questo racconto di vita . Lascia il cuore pieno di gioia e dolore .. ma la forza è sempre pronta a spronare la vita ad affrontare le vicissitudini del momento..bel racconto di Stefania cuccu

  2. Stupendi

  3. virgilio mazzei

    Complimenti a Stefania Cuccu per avere raccontato le esperienze e le doti artistiche, ma anche le vicissitudini di Anna Maria Puggioni. Artista completa e gallurese DOC.
    Anna Maria, assieme al fretello Giovanni, con la loro bravura artistica hanno dato lustro non solo alla mia Gallura, ma anche a tutta la Sardegna.
    Ho avuto modo, tanti anni fa, di incontrare e ascoltare il “Duo Puggioni” in quanto sono legato da sincera a amicizia a Giovanni, con il quale ho ancora occasione di incontrarmi essendo egli il direttore del “Coro di Viddalba”, mio paese di nascita.

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