ALESSIO SANNA, UN RIVOLUZIONARIO MULTITASKING : IL PIANISTA CHE HA SCOMPIGLIATO LA MUSICA

Alessio Sanna

di CHRISTINE LAURET

Appena qualche giorno dopo aver fatto conoscenza, Alessio Sanna apre le porte della sua casa cagliaritana. Lo spettacolo che lo vedrà suonare il suo strumento preferito si avvicina, ma lui si prende una pausa, e ci concede il tempo per un’intervista. Lo sguardo pieno di speranza, ci racconta la sua adolescenza, la famiglia, la musica…

La temperatura è decisamente calda. Cagliari ritrova le sue vecchie abitudini: traffico, rumore, stress. Alessio Sanna è lontano da questo vortice, eppure mi chiedo come riesca ad avere il senso dell’attimo quando si deve destreggiare tra le sue molteplici vite? Marito, padre, un B&B da gestire, musicista con uno spettacolo alle porte, attività sportiva…Alessio non è uno che si definisce con un solo sostantivo, è un multitasking e felice di esserlo!

La porta si apre e sono accolta da un paio di occhi immensi. Non vedo altro. Il grigio dei suoi occhi che sfarfallano mi fanno subito pensare al personaggio “L” nel manga Death note. Li seguo… piuttosto lo seguo.

Mi siedo al tavolo della cucina davanti ad una bottiglia d’acqua.

Il Juke box che troneggia là mi ricorda che sono venuta non per un manga ma per un musicista.

Ti faccio un caffè? Vuoi un pezzo di torta? Stai bene qui? Possiamo anche chiudere la finestra…”

Parla come una mitragliatrice: accende il Juke Box, mette un po’ di musica, torna a tavola, si siede… Finalmente!

Con il viso sudato inizia a rispondere alle mie prime domande, si scusa per questo: “ho appena finito di occuparmi della colazione degli ospiti del B&B”

Man mano l’atmosfera ridiventa tranquilla, la piccola apprensione abbandona il corpo di Alessio che parla senza infingimenti.

La sua prima parole è “rivoluzione”. Chi l’avrebbe detto?! Personalmente non posso immaginare quest’uomo altissimo ed educatissimo come un rivoluzionario! Eppure sotto il suo aspetto bonario, è calmo tanto quanto un bambino iperattivo. A casa sua era considerato come uno pizzinnu malu dai suoi genitori. È sempre stato colui che si spingeva al limite e faceva di testa sua.

Oggi non è cambiato molto.

Sono le persone più tranquille quelle da cui bisogna guardarsi…

In effetti, è capace di “cavillare” quando legge il giornale o per una cosa fatta non correttamente… si intuisce il suo temperamento appassionato.

Appassionato lo è sicuramente, ma forse “deciso” è la parola giusta per Alessio. Direi anche che è un modello per i ragazzi di oggi che danno tutto per scontato e si arrendono alla prima difficoltà. Il percorso di Alessio è ricco d’insegnamenti. Lasciatemi raccontarvi.

Nella famiglia Sanna la musica è pane quotidiano. Il padre suona la chitarra e giustamente anche i figli lo copiano tutti…tranne Alessio.

Lui decide di suonare il pianoforte e nient’altro. Gli regalano una piccola tastiera pensando sia solo un capriccio, ma Alessio s’impegna. Tutte le canzoni che sente le riproduce sul suo piano. Man mano la tastiera diventa più grande fino alla decisione di Alessio di entrare in conservatorio. Passa l’esame d’ingresso senza problemi ma gli impongono un altro strumento e forse fra qualche anno potrà anche seguire le lezioni di pianoforte. Niente da fare. Alessio decide il piano o niente. Sarà niente!

Torna a casa deluso di non poter fare il conservatorio ma non si arrende. Studia da solo. Si, da solo in un’epoca in cui You Tube, Google, internet… non esistevano proprio. Quindi lui, ascolta ancora e ancora la musica, s’impregna del modo di suonare dei più grandi e lo fa suo, s’impegna sulla sua tastiera. Diventa sempre più bravo e a 18 anni, nonostante l’iperprotezionismo del padre (che si preoccupa di sapere suo figlio in strada con sconosciuti), passa tutta l’estate a girare la Sardegna e a suonare con una band. Sempre più bravo, sempre più richiesto Alessio non smette mai di suonare e fa della sua passione la sua professione.

Non è una bella storia?

Ragazzi, il desiderio rende possibile anche “l’impossibile”! Si… il desiderio e soprattutto il credere in se stessi!

Impegnatevi, è il desiderio che trasforma i nostri sogni in realtà, Alessio ne è la prova vivente.

Se gli chiediamo ciò che pensa sulla strada percorsa, lui, umile, dice che c’è sempre da imparare. Senza falsa modestia, sa di essere bravo ma pensa di avere un po’ di indolenza che gli ha impedito di concentrarsi sull’altro lato della musica, il lato accademico che gli manca oggi.

Rimettersi in gioco e ascoltare le critiche non è un problema per lui. È un Saggio. Non uno superiore agli altri, ma uno ponderato, moderato.

Ha suonato con musicisti famosi ma lui li guarda sempre come un fan guarderebbe il suo artista preferito. Dimostra durante l’intervista un lato un po’ ingenuo quando parla della sua band preferita Deep Purple, racconta estasiato di quando ha avuto l’occasione di cenare con loro e anche suonare con il loro bassista. C’è, ancora oggi, qualcosa nella sua voce che mi fa alzare la testa e osservare i suoi occhi brillanti. Sicuramente ho toccato con il dito un ricordo incredibile per lui! 

Alessio Sanna una forza tranquilla, un po’ buffone con gli amici, un po’ filosofo, prende la vita come viene e non rimanda a domani ciò che può fare oggi. Non vuole perdere niente e gli piace questa vita rock and roll. Sotto il suo aspetto molto inquadrato, l’artista che sonnecchia in lui è sempre pronto ad oltre passare il limite, ad attraversare l’isola per suonare, a creare una base musicale per un music hall o allenare un ensemble vocale… alla fine è un po’ come un direttore di orchestra, si occupa di tutto, sente tutti i dettagli musicali e gestisce con maestria il suo compito.

Devo tornare alla mia realtà, le 3 ore passate con Alessio sono volate. Vorrei restare ancora un po’, ma il gatto parlante mi sta sgridando come per dire “oh!… ma non puoi lasciarmelo un po’ adesso!”.

Alessio sorride, mi apre la porta e si affretta. Mi sa che il padrone di casa non è quello che pensavo, in questo palazzo comanda il gatto!

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