RITRATTO DI GIAMPIERO PINNA ALL’INDOMANI DELLA SUA SCOMPARSA: L’AMORE PER IL TERRITORIO E L’IMPEGNO PER PROMUOVERLO

di OTTAVIO OLITA

Instancabile, fino ai suoi ultimi giorni di vita, nell’impegno di far conoscere ed amare il territorio al quale ha dedicato tutta l’esistenza: il Sulcis-Iglesiente. E’ difficile e doloroso scrivere di Giampiero Pinna pensando che un malore lo ha stroncato e ha fermato la sua missione. Ma chi, come me, ha avuto la fortuna di seguire molti dei suoi progetti, sempre proiettati al futuro, ha l’obbligo di ricordarlo e deve farlo perché rappresenta un modello al quale politici, intellettuali, amministratori, possano ispirarsi.

Geologo, mise subito a disposizione le sue competenze professionali, anche da politico quale consigliere regionale dei Democratici di Sinistra dal 1999 al 2004. Quando capì che avrebbe ottenuto poco dal suo impegno nel palazzo, scelse di agire all’esterno, con determinazione, per far sì che finalmente il tanto agognato progetto del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna vedesse la luce istituzionalmente. Decise di occupare il Pozzo Sella della miniera di Monteponi. Era il 5 novembre del 2000. In pochissimo tempo venne raggiunto da centinaia di persone che non solo solidarizzarono, ma fecero sì che quella protesta ottenesse il risultato sperato. L’istituzione ufficiale del parco venne annunciata dall’allora ministro dell’ambiente Altero Matteoli, davanti all’ingresso di Pozzo Sella, durante la trasmissione ‘Ambiente Italia’ di Rai3.

Da allora cominciò il suo impegno come amministratore e, soprattutto, come divulgatore di quella straordinaria ricchezza ambientale, geologica e storica del territorio. Capì che bisognava coinvolgere gli studenti universitari e con l’appoggio incondizionato dell’allora Magnifico Rettore dell’Ateneo Cagliaritano, Pasquale Mistretta, in sei anni vennero presentate ed approvate ben 57 tesi di laurea sugli argomenti più svariati. Quelle 57 tesi di laurea Giampiero Pinna, quale presidente dell’Associazione Pozzo Sella, mi propose di sintetizzarle curando un volume che nel 2007 vide la luce per i tipi di AM&D edizioni con il titolo ‘Il parco immaginato dai giovani’. Le tesi non rimasero nel chiuso delle aule universitarie ma vennero fatte conoscere alle popolazioni, come con giusto orgoglio Giampiero Pinna descrisse nell’introduzione del volume: “L’Associazione Pozzo Sella ha trasferito direttamente tra la gente di miniera le tesi che hanno avuto una doppia discussione, prima scientifico-accademica nelle aule universitarie e poi a bocca di miniera, nelle fonderie, nelle strutture minerarie, nelle piazze dei paesi minerari. Un entusiasmo straordinario ha accompagnato ogni presentazione”. Io stesso ebbi modo di vivere quel grande entusiasmo nel corso di alcuni incontri svoltisi nell’aula magna dell’Istituto Minerario di Iglesias.

Cosa restava da fare, dopo tanta energia impiegata nella divulgazione? Far sì di richiamare sul territorio visitatori attraendoli con il fascino paesaggistico dei luoghi. Nel 2016 dalla sua fervida immaginazione nacque il progetto ‘Cammino di Santa Barbara’: itinerari per complessivi 500 chilometri da percorrere a piedi sul modello dei più famosi e celebrati itinerari religiosi. Sviluppando una massiccia campagna conoscitiva Giampiero Pinna ha fatto diventare il CMSB, come viene riconosciuto in sigla, uno degli appuntamenti più richiesti per quanti decidono di vivere questa forma di turismo nel pieno della natura, tra boschi, ruscelli, villaggi minerari dismessi come testimonianza della fatica e dell’orgoglio degli uomini e delle donne del Sulcis-Iglesiente. Accoglienza in locali appositamente attrezzati e tanta gentilezza hanno fatto il resto, con documentazioni fotografiche continue che hanno mostrato il grande successo del progetto.

Cosa fare, ancora e di più? L’ultima idea di Giampiero Pinna è stata rivolta al mare e agli approdi utilizzati nel lavoro minerario. Portoscuso, Funtanamare, Masua, Porto Flavia, Canal Grande, Cala domestica, Buggerru, Piscinas, Carloforte. Come raggiungere quegli approdi? Una scelta culturale coerente lo aveva portato a progettare l’impiego delle bilancelle per trasportare i visitatori, le imbarcazioni a vela, utilizzate per il trasporto di minerali.

Giampiero Pinna purtroppo è morto prima di vedere la realizzazione di quest’altra parte del suo grandioso progetto. Per ricordarlo, perché non dare il suo nome a quest’itinerario via mare, quando vedrà la luce?

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