LE CAPRETTE DI MARIA LAI E LE DONNE DI GRAZIA S’INCONTRANO NELLA TESSITURA: ‘ANDANDO VIA’, OMAGGIO ALLA DELEDDA

Giuditta Sireus

di LUCIA BECCHERE

Laurea in beni culturali e storica dell’arte, Giuditta Sireus dal 2008 elabora, promuove e organizza progetti in Sardegna traducendoli in eventi artistici e culturali nelle diverse realtà sarde.

Il suo primo progetto è stato quello della Fondazione del “Circolo letterario Sardegna Jane Austen” di cui è direttrice artistica, con lo scopo di promuovere la lettura attraverso il club dell’autrice di Orgoglio e pregiudizio.

«Questa idea – ha dichiarato la Sireus – è nata in seguito ad un femminicidio verificatosi al mio paese, Villacidro. Ho ritenuto fosse importante creare uno spazio dove le donne potessero avere la possibilità di interagire tra loro, trovare ascolto e solidarietà. Quale collante se non il libro. A rappresentarlo la figura di Jane Austen simbolo di donna libera, capace di realizzare i propri sogni.

Nei club si dibatte sulla letteratura classica e moderna, nazionale e internazionale, i temi del confronto vengono proposti annualmente, per il 2022 “Letteratura e poesia al femminile”, quindi Grazia Deledda non poteva mancare.

L’iscrizione è gratuita, i progetti, diversificati secondo le fasce di età, sono destinati all’intera comunità».

Col patrocinio del club Jane Austen, la Sireus ha dato vita al progetto “Libri a passeggio”, itinerari letterari alla scoperta degli angoli raccontati da autori sardi.

L’ultimo suo lavoro Andando via. Omaggio a Grazia Deledda trae spunto dall’omonima opera Andando via di Maria Lai (1919-2013), realizzata nel 2011, collocata a Nuoro accanto alla chiesa della Solitudine in un angolo appartato come se dovesse essere scoperta in modo casuale.

«Volevo capire se, – ha detto la giovane imprenditrice – in qualche modo, Maria avesse esplorato il mondo deleddiano, se mai le due donne si fossero incontrate e ritrovate. Ho pensato di reinterpretare artisticamente l’opera rendendola accessibile a tutti, ma essendo delocalizzabile perché realizzata su undici pilastri in cemento armato dove si stagliano le figure femminili dei romanzi deleddiani, ho avuto l’intuito di trasferirla nella tessitura. Riprodurre nei diversi laboratori tessili di Sardegna ciascuna facciata dei pilastri in arazzi mobili e leggeri con uguali dimensioni, disegni e colori». Quindi arte che si aggiunge ad arte dove le donne di Grazia e le caprette di Maria si mostrano nello stesso ordito. La Sireus, manager culturale di talento, ha sempre reso magici i suoi eventi nel mettere insieme figure dalle diverse sfaccettature capaci di sprigionare una corale sinergia di arte, tessitura e scrittura. Nel dare vita ad una sorta di replica dell’originale di Maria, l’opera della Sireus si carica di nuovi significati assurgendo a simbolo identitario in quanto racchiude tutte le tecniche specifiche ad ogni singolo laboratorio. Grazie al fondamentale apporto della designer cilena Paulina Herrera che ha tradotto i disegni nel tessile e di tante altre figure competenti, sono stati realizzati 22 arazzi. Portata a termine anche col contributo della Regione Sardegna, della Fondazione di Sardegna, dei comuni su cui sorgono i vari laboratori e di diversi partner privati, l’opera ha richiesto anni di lavoro. Presentata a Nuoro nel 2019, ha viaggiato per tutta l’Isola, approdando all’evento internazionale del tessile di Firenze e al Mudec (Museo delle culture) di Milano. Giuditta Sireus nella sua lettura dell’opera, ci restituisce il pensiero a cui l’artista di Ulassai ha dato corpo.

«Non esistono documenti sui quali lavorare – ha spiegato la Sireus – Riflettendo sulle linee artistiche filosofiche, credo proprio che Maria Lai, in omaggio alla grande scrittrice, intendesse trasformare quel luogo in uno stato d’animo dove perdersi nel silenzio di quella natura a lei tanto cara.

Andando via sembra quel finale sospeso del libro Cosima.

Un piccolo anfiteatro metafisico dove si potessero ritrovare varie espressioni artistiche e culturali: musica, danza, canto.

Non a caso gli arazzi hanno costituito l’allestimento scenografico di una omonima pièce teatrale, testi di Neria De Giovanni dedicati alle donne di Grazia. Per l’artista di Ulassai, venuta a mancare due anni dopo, è stato l’ultimo saluto e l’ultimo omaggio al mondo.

Ai cittadini nuoresi l’onore e il compito di saper custodire quel luogo dal titolo quasi profetico Andando via che, in un rapporto di simbiosi umana ancor prima che artistica, unisce due anime speciali: Maria e Grazia».

per gentile concessione de https://www.ortobene.net/

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