CUORE DI GRIFO: NICOLA AGUS, IL RAGAZZO PRODIGIO DELLA MUSICA

Nicola Agus

di CHRISTINE LAURET

Cosa facevate all’età di 6 anni? Vi divertivate? Giocavate a cavalluccio o con le biglie? Correvate nel verde della campagna giocando a nascondino? Bene…

Nicola Agus, lui, era già sul palco delle sagre, suonando diversi strumenti.

Eravate spensierati? Nicola Agus, lui, pensava agli strumenti che potrebbe inventare. Iniziava già a cercare, cambiare, trasformare, non solo gli strumenti, ma anche il mondo della musica.

Mi accoglie a casa sua. Mi aspetta tutto vestito di nero come un angelo della morte… Ma ne ha solo l’apparenza, perché Nicola è un angelo sì, ma uno portato sulla terra per aprirci gli occhi, scusate! le orecchie, e per farci scoprire che la musica è al plurale.

È un po’ goffo, non realmente a suo agio, però appena iniziamo a parlare di musica il suo viso si anima, come s’illuminasse all’improvviso con una luce potente. Lo sento questo cambiamento, l’ambiente attorno a noi è diverso. Lui diventa una gazza e mi racconta la musica, la sua musica… Con i suoi occhi di falco non lascia il mio sguardo come se volesse assicurarsi che io non ne perda nemmeno una briciola.

Conoscete questi animali mitologici con la testa di falco e il corpo di leone? Il grifo. Ecco! Questo è Nicola Agus: forte, coraggioso e vigile… tre qualità che ha preso dal Grifo.

Come l’animale mitologico, anche Nicola sorvola la quotidianità. Non è che vive fuori dalla realtà, però non perde la sua energia con cose futili e la usa piuttosto per creare. Penso che debba ideare una parola per definirlo: non è un ricercatore, né un costruttore, né un inventore… lui è tutto questo contemporaneamente: un ricosventore*!

Lo ascolto, lo guardo con perplessità… è diverso, particolare, ha una spiritualità di cui noi “poveri esseri umani” non abbiamo neanche la consapevolezza che esista. Mi sento piccola, superata dal genio Nicola. Mentre fa qualche dimostrazione delle sue composizioni o mi presenta i suoi strumenti, mi chiedo se sa di essere un genio… Non riesco più ad ascoltarlo, lo vivo, lo sento, tutti i mei sensi sono in allerta.

Al primo strumento che mi fa toccare, piuttosto accarezzare, mi attraversa un dolce calore.

Al secondo strumento sento che la pelle d’oca m’invade.

Al terzo che mi fa provare, sono sopraffatta.

Poi…  smetto di contare, dimentico persino il mio nome, sono in un altro mondo, nel mondo favoloso di “Nicola cuore di Grifo”.

Wow! Che mondo! Il tempo si ferma. Il silenzio s’installa. La musica di Nicola Agus prende possesso dello spazio. E mi trasporta… Un viaggio epico dove è questione di gladiatori, Indiani, vento nel deserto, animali selvaggi e cavalli criniera al vento che galoppano… liberi.

Come vorrei condividere con voi questo momento in cui Nicola da dietro il suo piano con i suoi strumenti a fiato attorno, mi ha fatto Respirare la musica!

Mi rendo conto che Nicola Agus non si può raccontare, non ci sono abbastanza parole, dovrei inventare un intero nuovo vocabolario, solo per lui… è un artista che “si vive”, è emozione pura…

Un uomo coerente. Le sue azioni sono in sintonia con i suoi pensieri.

Sin da piccolo sa cosa vuole, ha uno scopo e segue la sua strada contro i venti e le maree, non cambia mai rotta… eventi brutti e belli si susseguono, non si lascia distrarre, ha la musica in testa e anche se ha tante passioni, integra in ciascuna di loro la musica.

Ed è così che riesce a far ballare i suoi cavalli al suono delle sue melodie.

Se gli chiedete il suo libro preferito, lui vi risponderà che a 12 anni Jules Verne ha cambiato la sua vita con “il giro del mondo in 80 giorni”.

Volete sapere come si chiama il suo spettacolo?  “Il giro del mondo in 80 strumenti”.

Viaggi e musica vanno di pari passo. Non può visitare 80 nazioni? Non importa, le visita con gli strumenti.

Dal vento del deserto col Duduk (strumento armeno a fiato) all’Hulusi (strumento asiatico ad ancia), passando dalla Zurna (strumento a fiato arabo), Nicola ci tele-trasporta in Egitto ai piedi delle piramidi col Nei (primo flauto che hanno trovato nelle piramidi), nelle Ande col flauto di pan per finire in mare con l’Eram (strumento ricosventato* da Nicola).

Un viaggio indimenticabile, dove gli strumenti convivono come dovremmo fare noi. Un bel esempio di rispetto e di arricchimento.

Nicola è un musicista lungimirante, ha sempre bisogno d’innovare e dà una nuova svolta alla musica. Usa gli strumenti tradizionali, come le Launeddas con uno stile moderno, d’avanguardia. Ci regala suoni inediti, belli, colorati con un pizzico di nostalgia che gli viene dai viaggi fatti e da fare ancora.

Se la sua musica piace? Eccome!

Sono andata a fare un’intervista e sono rientrata scombussolata dai suoni che ho sentito, dall’uomo che ho incontrato, dai valori che ho scoperto, dal genio umile che mi ha aperto la porta di casa sua, del suo cuore, della sua vita.

Ragazzi, ne ho sentito di musicisti, ne ho incontrato di artisti, ma uno come Nicola, che lascia un’impronta nel vostro cuore, s’incontra una volta sola nella vita e se avete questa chance, non lasciatevela sfuggire, Nicola è una cometa, ha una vera identità musicale!

Oggi ho chiuso gli occhi e mi sono lasciata trasportare dalle sue composizioni… e una domanda mi è venuta in mente: Ma cosa fa una pepita come lui ancora nelle nostre sfere? Ha la stoffa dei grandi compositori e la sua musica merita di essere la colonna sonora di un film!

Registi di tutte le parti del mondo, svegliatevi! Il nuovo Ennio Morricone è nato e io, l’ho incontrato!

Il tempo è volato. Devo chiudere questo bel incontro e tornare nella realtà. Oggi, con i suoi strumenti, la sua musica, il suo modo di comporre, Nicola ha aperto il cassetto dei sogni e ha buttato via la chiave. Me ne vado con note che ballano in testa, immagini che sfilano e con una certezza: sentiremo parlare di Nicola Agus il virtuoso della musica, memorizzate bene questo nome!

Ora spazio alla musica, spegnete la luce, mettete le cuffie e godetevi questo momento!

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