PROGETTO “PIETRE DI RICICLO”: UN PONTE CHE UNISCE LA SARDEGNA ALLA PENISOLA, GRAZIE ALL’INIZIATIVA DEL CIRCOLO CULTURALE “SU NURAGHE” DI BIELLA

Le immagini, per gentile concessione del Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella, sono tratte dal sito internet www.sunuraghe.it
 

di STEFANIA CUCCU

Le pietre, in numerose culture, possiedono “un’anima” intesa come energia di varia origine… anche divina.

Sono il simbolo di vita e possono rappresentare l’asse del mondo: la solidità, l’eternità, i legami sociali spesso espressi nella costruzione di edifici che permettono alle persone di riunirsi in società umane…

Su queste premesse, nel 2008, il circolo degli emigrati sardi a Biella, ha deciso di costruire nella zona della “strada di gronda” un Nuraghe, edificio simbolo dell’isola, utilizzando massi di “melafiro”, roccia eruttiva tratta dalle cave di Curino.

Da allora, il Nuraghe, è divenuto il luogo di iniziative di memoria e di identità, che si espandono oltre i confini locali, simbolo materiale e concreto degli antichi legami saldamente esistenti tra Piemonte e Sardegna.

Ma quel luogo rappresenta anche un iter di storia con diversi protagonisti.

In primis il precursore, Sant’Eusebio da Cagliari, primo vescovo di Vercelli nel IV Secolo e, secondo la Tradizione, fondatore del culto mariano di Oropa. Fondamentale, poi, il Generale Alberto Ferrero della Marmora.

“La scegliemmo – commenta Saiu, presidente del circolo Su Nuraghe di Biella e ideatore dell’area monumentale di Nuraghe Chervu, – per rendere omaggio ad Alberto La Marmora, generale e scienziato che per primo scoprì, sul territorio biellese, le tracce di quel super-vulcano di cui oggi parlano tutti i geologi e che, nel 1821, per aver preso parte ai moti liberali, fu degradato e mandato in Sardegna. Sul monumento funebre, nella chiesa di San Sebastiano, sono presenti tre lastre di quella stessa pietra.”

Nel 2018, grazie ad un progetto di condivisione, che ha trovato immediato accredito nel Programma ufficiale delle commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Comune di Biella, in sinergia con la Prefettura di Biella ed il locale Circolo sardo, ha esteso, un invito ai Comuni di Sardegna e Piemonte per completare l’area monumentale con l’installazione, nel sito del nuraghe, di un lastricato di pietre di riuso di paesi e città delle due Regioni.

Questo progetto ha dato la possibilità di affiancare al generale La Marmora, tutti quegli uomini e quelle donne, chi più noto chi meno, migrati nel corso del tempo tra Isola e Terraferma, profondamente coinvolti nella costruzione dell’Italia Unita, nata proprio da quel Regno di Sardegna passato a Casa Savoia a partire dal 1720.

Percorso che ha vissuto i tragici anni della Prima Guerra Mondiale, la IV Guerra di Indipendenza Italiana, durante la quale i Sardi trovarono identità e unità nella leggendaria “Brigata Sassari”, a reclutamento prevalentemente regionale, fiore all’occhiello dell’Esercito Italiano, pluridecorata per le imprese ed i sacrifici dei suoi eroi.

Ciascuna pietra reca il numero dei caduti della Grande Guerra, a testimonianza e ricordo del dolore e dei sacrifici che hanno contribuito alla creazione dell’Italia moderna.

Il 17 Marzo 2019, 130 Sindaci in fascia tricolore, accompagnati da sezioni di Associazioni d’Arma, famiglie e gruppi di ogni età, hanno presenziato all’inaugurazione del lastricato.

Le parole delle massime Autorità locali e i suoni e gli inni della prestigiosa Banda della Brigata “Sassari”, presente con il suo Generale Comandante, Andrea Di Stasio, hanno scandito tempi e momenti della commovente cerimonia.

Suggestiva, ed attiva, la presenza delle “Donne del Grano”, a mantenere vivo il ricordo del ruolo quasi “sacerdotale” della donna nella Sardegna tradizionale. Il lancio di petali di fiori, frammisti a chicchi di frumento, accompagnato da gesti e da parole beneaugurali, ha rammentato le antiche madri isolane che, in costanza di guerra, si presentavano sulla soglia delle famiglie in lutto per ripetere un gesto sacro di fede e di speranza, infrangendo al suolo, oggi come allora, i piatti per i caduti al fronte.

Il progetto del lastricato è ora condiviso anche dall’A.N.P.C.I. (Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia), la quale inoltrerà agli oltre seimila Comuni associati la lettera del Sindaco di Biella, estendendo la partecipazione all’intero territorio italiano.

Il tutto in sintonia con “Casa Sardegna”, idea dell’Amministrazione Regionale della Sardegna per l’adozione del simbolo del nuraghe nei luoghi ove sono siti i 121 Circoli sardi nel mondo, in analogia col cosiddetto modello Nuraghe Chervu di Biella, recentemente riconosciuta, quest’ultima, “Città Creativa” UNESCO.

L’iniziativa, cui aderisce in prima persona proprio chi ha dovuto lasciare “l’Isola dai diecimila nuraghi”, le torri preistoriche più alte d’Europa, chiama a raccolta i fratelli italiani, finalmente accomunati non solo nelle parole dell’Inno nazionale.

“Sta diventando un importante monumento ai caduti della Grande Guerra, il più popolare e partecipato. Sarà un mosaico in continua evoluzione, che ricorda, tutti insieme in un solo luogo, i caduti d’Italia”. Con questa immagine Battista Saiu, commenta il progetto, che prosegue anche in questi mesi di pandemia.

“Al momento ci sono 250 pietre, ma ne abbiamo altrettante da collocare e l’obiettivo, ambizioso ma senza scadenza, è di ospitare tutti gli 8.000 Comuni italiani. Le pietre devono avere un significato, perché tipiche del paese che rappresentano o perché tratte da luoghi simbolici e identificativi, e devono riportare il numero dei rispettivi caduti. Per i singoli  Comuni è un modo per recuperare la memoria di quel momento storico e rendere omaggio  ai propri caduti. Per Biella diventa occasione per stringere rapporti e accogliere chi si riconosce nel monumento, grazie alla presenza della propria pietra.”

Questa iniziativa, fortemente voluta dal  Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella, assume un significato molto importante nel patrimonio storico e culturale della Sardegna e dell’Italia.

Il Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella, membro della F.A.S.I., Federazione delle Associazioni Sarde in Italia, è nato nel 1978 e, con atto del notaio Paolo Tavolaccini n. 81679/2953, il 24 aprile 1979, ha avuto la sua ufficialità di fondazione.

In tre decenni di attività si è dedicato a numerose attività:

  • attività finalizzate all’aggregazione degli oltre seimila (di cui duemila e quattrocento nativi) Sardi residenti nel Biellese, attraverso Campagne di solidarietà e di partecipazione umana (feste e giornate alla Domus Laetitiae, Anfass, Gli Anemoni, Sorriso di Natale, raccolte di sangue per i talassemici, di fondi, per oltre cento milioni, per aiutare casi difficili, conferenze il 21 e 22 settembre 1996);
  • concorsi di poesia 1985 e 1987- in sardo ed in italiano;
  • concorsi fotografici 1993-1995 (Volti e genti di Sardegna e Fiori e feste di Sardegna); concorsi nelle scuole della Provincia, 1994 – 1996 (Sardegna isola meravigliosa, con oltre ottocento allievi partecipanti in ciascuna edizione);
  • corsi di aggiornamento per insegnanti come il “Progetto tolleranza”, riconosciuto legalmente dal Provveditorato agli Studi al fine di poter effettuare 82 ore di aggiornamento nel 1997-1998;
  • edizioni (tra cui la famosa collana Ammentos con otto libri pubblicati, e ancora Su Calendariu, il calendario in lingua sarda e italiana);
  • mostre come la “Sardegna nella cartolina illustrata”, con l’esposizione di quattromila cartoline di Sardegna, a cavallo dei due secoli;
  • la mostra storica itinerante “Fotografi Biellesi in Sardegna, tra fine Ottocento e primi Novecento”, (realizzata con materiale inedito proveniente dagli archivi della Fondazione Sella di Biella e della Biblioteca Reale di Torino con immagini che portano la firma di Vittorio Besso, Vittorio ed Erminio Sella);
  • feste, concerti e serate in allegria con gruppi folcloristici sardi, segnatamente “Sa Die de sa Sardigna” fin dal 1995 promossa dalla Città di Biella, in apertura delle rassegne di Biella/Estate.

L’iniziativa de “Su Calendariu” costituisce il messaggio tangibile e visivo attraverso il quale il Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella offre il proprio contributo di memoria e di comunità per la costruzione del domani. Le immagini e le didascalie, che caratterizzano questa edizione 2021, e quella del 2020, si incentrano intorno ai momenti, ai significati ed ai simboli delle celebrazioni presso l’area di Nuraghe Chervu e al progetto “pietre di riciclo”.

Le pietre sono anche un simbolo cinese della longevità, perché sono un simbolo materiale di un’energia che sarà immutata per un tempo immemorabile.

Come immutato è il legame che rimane tra chi ha lasciato l’isola, ma continua con forza a tenere i legami con le persone, quelle di oggi e quelle di ieri, con le abitudini e le tradizioni che resistono al tempo e alla modernità, perché non sono scritte su carta; sono scritte su pietra, ma ancor prima, sono scritte sul cuore.

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