IN UN PICCOLO LIBRO LA STORIA DI DUE PARTIGIANI: BRUNO NERI E VINCENZO PES

di SALVATORE TOLA

Salvatore Tola, con il fratello Giovanni, nel 2001 ha pubblicato il volume “Il lager nel bosco: due anni di lavoro forzato nei campi di concentramento tedeschi” vissuti da loro padre Pietro. Il libro, tratto dal diario tenuto da Pietro Tola,  oltre  che nelle scuole sarde  e romagnole, è stato presentato nei Circoli degli emigrati di Cesano Boscone, di Milano e di  Vercelli e nel 2019, all’esaurimento della prima edizione, ne è stata realizzata  una nuova edizione aggiornata.

Nell’articolo che segue Salvatore Tola ci ricorda questo volume e ci informa sull’uscita di un nuovo libro, scritto questa volta da lui col cognato Francesco Mura e dedicato a due partigiani: uno parente di Salvatore (Bruno Neri) e l’altro parente di Francesco (Vincenzo Pes).

Sì, è vero, lo sapevo sin da bambino che un cugino di mia madre era morto combattendo da partigiano: c’erano foto che campeggiavano nell’album di famiglia, compresa quella fatta stampare a ricordo dai suoi genitori, un anno dopo la tragedia. Ma erano tempi in cui fra la gente comune si parlava poco di queste cose, le energie erano rivolte a rimediare ai danni dalla guerra, per tornare a una vita normale.

            Solo dopo tanti anni è arrivata per me e per mio fratello Giovanni l’occasione per occuparci di quegli anni terribili: ci veniva proposto di pubblicare il diario che nostro padre Pietro aveva scritto nei lunghi mesi che aveva trascorso come prigioniero in Germania. Ne uscì un libro, Il lager nel bosco che, grazie all’istituzione del “Giorno della Memoria”, abbiamo avuto modo di presentare a più riprese, soprattutto nelle scuole. E mano mano cercavamo di chiarire, per prima cosa a noi stessi, non solo la vicenda degli internati ma anche il più vasto quadro della guerra che, dopo l’8 settembre, si era fatto ancora più complicato, sino a comprendere, purtroppo, la guerra civile.          

            Allo stesso tempo cresceva l’interesse per il parente partigiano; un interesse che si è fatto ancora più vivo qualche anno fa, quando è stata diffusa una foto del 1931: schierato come giocatore della Fiorentina insieme ai compagni, Bruno Neri – questo era il suo nome – nel corso di una cerimonia ufficiale tiene ostentatamente entrambe le braccia lungo i fianchi mentre tutti gli altri si impegnano nel saluto romano/fascista. E intanto mio fratello, che frequentava più di me la Romagna – dove Bruno era nato e dove era caduto –, andava a visitare i luoghi della guerra partigiana e raccoglieva  libri e testimonianze. 

            Ho maturato così il desiderio di conoscerlo meglio, e di rendere testimonianza – anche se in forma così indiretta – della sua storia. Allo stesso tempo sapevo che nella famiglia di mia moglie c’era un parente, Vincenzo Pes, che, seguendo un percorso parallelo, era caduto da partigiano in Liguria. Di lui si era già occupato mio cognato Francesco Mura, e così abbiamo deciso di affiancare in questo piccolo libro il frutto delle nostre ricerche.

            Siamo stati entrambi insegnanti, e ci siamo lasciati guidare dall’intento di fare luce, attraverso quelle vicende e lo sfondo in cui si sono svolte, su una fase così convulsa e intricata della guerra: così dalle imprese di Bruno emergono i legami che univano i partigiani che operavano al Nord con le forze della Liberazione che risalivano lentamente la penisola; da quelle di Vincenzo la produzione in Italia dei terribili gas da usare un guerra; e lo stato di soggezione ai tedeschi cui Mussolini con i suoi si era adattato, pur di mantenere una parvenza di potere.

            Il piccolo libro è stato scritto e pubblicato in Sardegna, regione che per sua fortuna non ha conosciuto la guerra civile: ci auguriamo che contribuisca alla migliore conoscenza, soprattutto da parte dei giovani, di vicende che sono state determinanti per la costruzione del paese pacifico e democratico nel quale abbiamo la fortuna di vivere.    

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Un commento

  1. C’è un altro partigiano sardo di Sestu: Pietro Meloni ex ufficiale dell’esercito. Comunista, arrestato, per delazione,
    dai fascisti assieme alla moglie veronese, incarcerati, torturati e deportati lei in campo di concentramento a Bolzano, lui a Dakau dove morì. Ambedue amici di famiglia. Verona gli ha dedicato una Medaglia d’oro, una via e una citazione in una lapide affissa all’ingresso del Comune. Per saperne di più su Meloni bisognerebbe Consultare, a Cagliari, l’archivio nazionale di tutti i militari italiani ivi trasferito da alcuni anni.

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