PER “JR”, LA MUSICA E’ VITA: IL PROGETTO SONORO DI FRANCESCA MUGGIANO

JR è Francesca Muggiano

di FABIOLA CORONA

Classe 1993, Francesca Muggiano, in arte JR, si affaccia sulla scena musicale con i suoi primi due inediti, i cui video musicali in pochi mesi hanno già superato migliaia di visualizzazioni sul canale Youtube. Appassionata di libri e scrittura, disegnatrice, cantante e fan degli Evanescence, dopo il diploma al Liceo Classico, si iscrive in Beni Culturali all’Università di Cagliari, dove ha modo di studiare quella che è la sua grande passione: l’arte in ogni sua forma.

Quando hai capito che quella della musica sarebbe stata la tua strada? Ho capito di voler fare la cantante semplicemente perché mio padre è un musicista, ed essendo nata all’interno di una realtà in cui la musica era la costante del giorno, ho sempre amato quel mondo e non ho mai pensato che non potesse essere parte della mia vita. L’ho sempre desiderato, già da quando ero piccola e mi mettevo nelle orecchie le cuffie del lettore CD immaginando di stare sopra un palco e di essere ad un mio concerto.

Quali sono i tuoi punti di riferimento musicali e quando hai iniziato a pubblicare i tuoi video? Se penso a quali sono i miei punti di riferimento musicali, sicuramente penso a tanti artisti perché ascolto davvero tanta musica di tanti generi differenti, tra questi non posso non citare Amy Lee degli Evanescence, che ha influenzato tantissimo il mio modo di vedere la musica con il suo pathos gotico, ma anche i Breaking Benjamin, dal 2009 in poi le 2NE1 e soprattutto la cantante CL. Io inizialmente avevo un gruppo, le Middlefinger, nato nel 2012 e con loro iniziai a registrare delle cover, questo progetto però non è continuato e il gruppo si è sciolto due anni fa, nel 2018. Così ho deciso di continuare per conto mio, mi sono iscritta a scuola di canto e ho aperto il mio canale Youtube; mi sono impegnata e ho organizzato un’idea che nella mia testa suonava bene e dovevo capire se avrebbe suonato bene anche nella realtà. Grazie poi alla spinta emotiva di una mia amica, decisi dopo aver pubblicato sei cover di lanciarmi con il mio primo inedito.

Il tuo primo inedito è Sins, uscito a giugno. Recentemente hai pubblicato il documentario che spiega il significato del brano e che racconta di come sia importante parlare del proprio malessere e avere il coraggio di superarlo. Sì, Sins è uscito a giugno ed è un brano molto personale che racconta del mio tentato suicidio. Io credo che sia giusto sensibilizzare su un argomento che risulta essere ancora un tabù; le persone che arrivano a commettere dei gesti estremi ci sono, esistono e sono realtà, e quindi è giusto parlarne e sensibilizzare sull’argomento affinché queste persone si sentano meno sole e possano essere aiutate. Io sono stata forte, anche se pensavo di essere debole, e grazie a me stessa l’ho superato, però ci sono persone che non ce la fanno, che si chiudono in loro stesse e non comunicano perché hanno paura di essere giudicate o di essere prese “alla leggera”. La depressione è una condizione che ti disarma e Sins entra qui: Sins è questo, Sins vuol dire speranza, e la luce che si vede anche all’interno del video è un simbolo di rinascita, un simbolo di quando ci si risolleva.

Ad agosto è uscito invece God of Times, il tuo secondo inedito. God of Times è il continuo di Sins, sembra una canzone molto allegra e spensierata ma in realtà è sì una canzone allegra ma con un significato davvero profondo perchè è una lotta, un grido verso l’aiutarsi. Nel video della canzone si vedono tre luoghi: un manicomio, un pub e un deserto, che corrispondono a tre diverse condizioni d’animo. Il manicomio sono semplicemente io, nuda e cruda, attorniata dalle mie ansie e dalle mie paure circondata da un ambiente tetro e abbandonato, perché io mi sentivo così. Nella canzone c’è un countdown che è il mio conto alla rovescia. È una canzone scritta per continuare il messaggio di Sins ma anche per aggiungerne un altro, che è quello della mancanza di tempo, la pressione che si scarica sui giovani, quella di farli sentire vecchi a venticinque anni e in ritardo nelle tappe della vita. God of Times è un grande no a tutto questo, a queste impostazioni, ognuno di noi ha il suo tempo, ognuno ha il suo destino e deve gestirlo come meglio crede, in base ai suoi tempi e non a quelli imposti da fuori. È un modo per comunicare che ognuno ha il suo percorso da gestire. Nella terza parte del video, ci sono io che interpreto il mio stesso Dio e ciò che voglio comunicare è che non si deve aspettare passivamente che accade qualcosa all’improvviso che possa dare una svolta alla nostra vita, ma la vera svolta ce la dobbiamo creare noi.

Che lavoro c’è dietro la costruzione di un video musicale? In genere lavoro in questo modo: ascolto la canzone, cerco di visualizzarla nella mia mente e immagino una situazione che possa, da una parte, intrigare lo spettatore e, dall’altra, che possa essere coerente con quello che è il mood della canzone. Solitamente disegno l’outfit che vorrei indossare nel video, se lo ho nell’armadio bene, altrimenti lo cerco nei negozi o chiedo alla mia sarta, Chiara Carta in arte Mellyna, e con lei scegliamo le stoffe e prepariamo il costume. In seguito, mi incontro con Paolo, il mio videomaker, e insieme a lui facciamo uno script in cui tiriamo fuori le varie idee che potremo usare per la realizzazione del video. Per God of Times abbiamo fatto tre giorni di riprese separati perché abbiamo girato in più posti: la prima parte del video è girata alla miniera di San Leone, la parte centrare in un pub cagliaritano, mentre la parte finale è stata girata nelle dune di Piscinas. Vorrei anche ringraziare le tante persone che mi aiutano e mi stanno vicino in questo percorso e nella realizzazione di questo progetto, sicuramente non posso non ringraziare Pakos, che ha curato il beat di Sins, Paolo Maneglia dei Gallo films, ma anche la fotografa Giulia Fo, Gigi, i The Fitter Mood che hanno collaborato con me per God of Times, e i VooDoo Juice.

Progetti futuri? Il progetto futuro più vicino è certamente il terzo inedito, un pezzo interamente rap, che uscirà entro la fine di quest’anno.

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