ALLA SCOPERTA DELL’AREA MARINA PROTETTA DI TAVOLARA – PUNTA CODA CAVALLO: INTERVISTA AD AUGUSTO NAVONE, DIRETTORE DEL CONSORZIO DI GESTIONE

di FRANCESCA BIANCHI

A Tavolara (SS), ho avuto il piacere di intervistare il dott. Augusto Navone, Direttore del Consorzio di Gestione dell’Area Marina Protetta di Tavolara Punta Coda Cavallo. Il dott. Navone ha ripercorso la storia dell’Area Marina Protetta (AMP), la cui gestione è affidata a un Consorzio costituito fra i Comuni di Olbia, Loiri Porto San Paolo e San Teodoro. L’AMP interessa la costa della Sardegna nord-orientale, da Capo Ceraso fino a Cala Finocchio, e comprende le isole di Tavolara, Molara e Molarotto. Navone ha fatto un bilancio dei 16 anni di gestione e si è soffermato a parlare dello straordinario patrimonio ambientale costituito dalla flora e dalla fauna e dei tanti progetti di conservazione ed educazione ambientale che l’Ente Gestore ha in corso, primo tra tutti il Life Puffinus. Grazie a questo progetto è stato possibile disporre interventi di eradicazione del ratto nero, seria minaccia per la sopravvivenza della berta minore, e bonificare il Carpobrotus, pianta grassa esotica che invade tutte le dune e le spiagge, sradicando le piante autoctone.Con interventi continui di monitoraggio e di videosorveglianza, l’Ente Gestore promuove azioni di tutela della prateria a Posidonia oceanica, pianta fondamentale per l’equilibrio degli ecosistemi marini costieri e per la protezione dei fondali.

Il Direttore ha affermato che nell’intento di favorire la scoperta del territorio, l’Ente Gestore promuove anche diverse attività di turismo naturalistico, soprattutto lo sviluppo del turismo sott’acqua, con la consapevolezza che chi va sott’acqua è testimone degli effetti della protezione. Alle azioni di tutela e gestione del territorio si affiancano le attività di informazione, sensibilizzazione ed educazione ambientale, un aspetto cui l’Ente Gestore tiene in modo particolare, promuovendo diverse attività didattiche per le scuole. Nel corso della nostra ricca conversazione, Augusto Navone ha presentato brevemente il volume I forni della calce a Tavolara (Taphros Editore, 2019), nato da un suo progetto editoriale e curato da Paola Mancini ed Egidio Trainito. Il libro fa luce sull’importanza che l’industria dei forni da calce ebbe a Tavolara tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento.

Nelle parole del Direttore l’auspicio di continuare a impegnarsi nelle attività di conservazione ambientale, facendo il possibile per sensibilizzare le giovani generazioni alla conoscenza, al rispetto e alla salvaguardia dell’ambiente, con la consapevolezza che solo ciò che si conosce si può amare, rispettare e conservare.
Rinnovo il mio più sincero ringraziamento al dott. Augusto Navone per la professionalità, l’impegno e la passione profusi nel suo lavoro e per la disponibilità e il tempo che ha dedicato al mio reportage. Il mio ringraziamento più sincero va anche ad Andrea Piredda, Vicesindaco del Comune di Loiri Porto San Paolo, per aver organizzato in maniera impeccabile la mia visita a Tavolara.

Direttore, cos’è e con quali finalità nasce un’Area Marina Protetta (AMP)? Quanto all’Area Marina Protetta Tavolara Punta Coda Cavallo, quali zone comprende? Come è gestita? Le Aree Marine Protette sono riserve dello Stato. Nascono per la tutela della biodiversità, la conservazione della specie, la ricerca scientifica e lo sviluppo economico del territorio. L’Area Marina Protetta Tavolara Punta Coda Cavallo è stata istituita nel 1997 per raggiungere degli obiettivi ben precisi, come la protezione ambientale dell’area marina interessata; la tutela e la valorizzazione delle risorse biologiche e geomorfologiche della zona; la diffusione e la divulgazione della conoscenza dell’ecologia e della biologia degli ambienti marini e costieri dell’area naturale marina protetta e delle peculiari caratteristiche ambientali e geomorfologiche della zona; l’effettuazione di programmi di carattere educativo per il miglioramento della cultura generale nel campo dell’ecologia e della biologia marina; la realizzazione di programmi di studio e ricerca scientifica nei settori dell’ecologia, della biologia marina e della tutela ambientale, al fine di assicurare la conoscenza sistematica dell’area; la promozione di uno sviluppo socio-economico compatibile con la rilevanza naturalistico-paesaggistica dell’area, anche privilegiando attività tradizionali locali già presenti. La sua gestione dal 2004 è affidata ad un Consorzio costituito fra i Comuni di Olbia, Loiri Porto San Paolo e San Teodoro. Interessa la costa della Sardegna nord-orientale, da Capo Ceraso fino a Cala Finocchio, e comprende le isole principali di Tavolara, Molara e Molarotto. C’è, poi, un corollario di isole piccole: Isola Piana, Isola dei Cavalli, Isola del Reulino e altre isole minori. Circa 15.000 ettari di mare e circa quaranta chilometri di territorio costiero, considerati fra i più belli della Sardegna, sottoposti a protezione per il valore naturalistico degli ambienti marini e insulari e per il livello di conservazione delle praterie di Posidonia oceanica, delle spugne policrome e dell’ittiofauna.
Dal punto di vista geomorfologico come si presenta il territorio dell’area? La costa, caratterizzata dalle forme antiche dei graniti paleozoici, è ricca di cale suggestive nelle quali la macchia mediterranea, con imponenti esemplari di ginepro, corbezzolo, fillirea, giunge fino al mare. Ma è il sistema insulare, che costituisce il cuore della biodiversità di quest’area, a imprimere un fascino particolare al paesaggio: mi riferisco al contrasto fra la mole calcarea e dolomitica di Tavolara, l’isola drago che sorge dal mare, con le sue forme aspre e verticali, e le isole minori, Molara, Molarotto, l’isola Piana e dei Cavalli, arrotondate e granitiche. Tutte le isole risalgono al quaternario.

La fauna ospitata dall’Area Marina Protetta Tavolara Punta Coda Cavallo è ricchissima… Sì, la fauna che popola l’Area Marina Protetta è straordinaria per la sua varietà. Zona di protezione speciale sulla tutela dell’avifauna, ospita importanti contingenti nidificanti di marangone dal ciuffo e soprattutto di berta minore mediterranea. In particolare, per quest’ultima specie l’Area Marina rappresenta un sito d’importanza vitale per la riproduzione, ospitando il numero più elevato di coppie dell’intero areale. A tal proposito il Consorzio ha sviluppato tante azioni concrete per quanto riguarda la gestione ambientale e la tutela della biodiversità: con il progetto “Life Puffinus Tavolara” ha promosso interventi di eradicazione del ratto nero, che costituisce una minaccia per la sopravvivenza della berta minore. Dopo il trattamento che noi abbiamo fatto è stato appurato che otto uova su dieci sono riuscite a schiudersi e i pulcini non sono stati predati. Grazie allo stesso progetto abbiamo bonificato il “Carpobrotus”, pianta grassa esotica che invade tutte le dune e le spiagge, sostituendo le piante autoctone. Nell’Area Marina nidificano e allevano i loro piccoli la sterna e il fraticello. Accanto agli onnipresenti gabbiani reali troviamo il più raro gabbiano corso, esclusivo del Mar Mediterraneo. La piccola colonia che da alcuni anni nidifica sull’isola di Molara è temporaneamente protetta con un’ordinanza della Capitaneria, durante il periodo della cova e dell’allevamento dei piccoli. Nel cielo dell’Area Marina è possibile anche osservare l’aquila reale, che nidifica sulla cima di Tavolara, l’unica piccola isola del Mediterraneo a ospitare questa specie. Sono presenti anche alcune coppie di falco pellegrino e si spera possa tornare a nidificare il falco pescatore, che costruiva il nido proprio sulla Punta del Papa. Sulle isolette può accadere di osservare piccoli aironi candidi, garzette e aironi guardabuoi in equilibrio con le lunghe zampe sugli olivastri piegati dal maestrale. Sott’acqua, la diversità e i colori della fauna marina affascinano chiunque abbia il piacere di osservare la vita dei fondali. In modo particolare, i pesci da parecchi anni non erano così confidenti e numerosi. L’aumento della densità di alcune specie target e delle loro dimensioni, noto come “effetto riserva”, è stato valutato con un piano di monitoraggio apposito ed è un indicatore importante che dimostra la nostra buona gestione. Tavolara ha una concentrazione di massa ittica molto elevata, una delle più alte nel Mediterraneo. I dati raccolti hanno confermato che, all’interno delle zone dell’Area Marina Protetta in cui è in vigore una tutela integrale, gli individui delle specie target, oggetto del campionamento, sono in numero maggiore e con dimensioni superiori a quelli rinvenibili all’esterno di queste zone e dell’Area Marina. Anche i mammiferi marini e i grandi pesci cartilaginei vengono avvistati frequentemente nelle acque dell’Area Marina, così come i tursiopi, delfini costieri che si lasciano osservare molto di frequente, i grampi e capodogli e gli innocui squali elefante, dal nuoto pigro e sinuoso. Anche fra gli invertebrati sono numerose le specie protette dalle convenzioni e dalle direttive internazionali. Ricordo la spugna Aplysina aerophoba, che indica con la sua presenza un’elevata qualità ambientale, la nacchera e la patella ferruginea, molluschi di dimensioni relativamente cospicue, specie che rischiano di scomparire per la raccolta indiscriminata. Anche la cicala è presente all’interno dell’Area Marina con popolazioni abbondanti. Le diverse forme di vita presenti in quest’area raggiungono una ricchezza straordinaria. L’incremento della fauna ittica e la maggiore facilità con cui varie specie di pesci si lasciano avvicinare testimoniano la validità del ruolo di tutela dell’A.M.P.

Anche la flora costituisce un patrimonio di inestimabile valore. Quante specie sono attestate all’interno dell’A.M.P.? Cosa può dirci della flora sottomarina? La flora dell’Area Marina Protetta, in particolare per le specie presenti nel sistema insulare, è di notevole valore per la conservazione e la tutela della biodiversità.
Delle oltre 500 specie conosciute, numerose hanno una distribuzione limitata, alcune vegetano solo sull’isola di Tavolara e sono fra le piante più rare al mondo. Sono di notevole interesse le specie che hanno in Tavolara il loro locus classicus, ovvero le specie che sono state ritrovate per la prima volta sull’isola e che sono state descritte a partire da un esemplare, detto typus, raccolto proprio a Tavolara. Fondamentale, nel sistema di conservazione dell’Area Marina, è anche la componente della flora sottomarina, con la prateria a Posidonia oceanica che si presenta in ottimo stato di conservazione. Questa pianta marina rappresenta l’equivalente di una foresta sottomarina ed è un fondamentale componente dell’ecosistema mediterraneo per la sua produttività, per il rifugio che offre agli stadi larvali e giovanili di numerose specie e per la sua insostituibile funzione di protezione dei fondi sui quali s’insedia e dell’intera fascia costiera. La sua abbondanza e il suo stato di conservazione furono una delle motivazioni che portarono all’istituzione dell’Area Marina Protetta.
La tutela della prateria a Posidonia è perseguita con interventi continui di monitoraggio, di ricerca e di contenimento dei fattori di rischi, come gli ancoraggi, la pesca a strascico, l’inquinamento. Gli ambienti sommersi sono caratterizzati da varie forme di coralligeno mediterraneo che si sviluppa a differenti profondità, costruendo scenari di grande bellezza, molto ricercati dal turismo subacqueo. Nell’intento di favorire la scoperta del territorio, promuovete anche diverse attività di turismo naturalistico che spaziano proprio dall’immersione subacquea alle escursioni di dolphing watching… Sì, siamo consapevoli che proprio chi va sott’acqua, sia in apnea sia con gli autorespiratori, è testimone degli effetti della protezione, per questo, in collaborazione con i centri di immersione, promuoviamo lo sviluppo del turismo subacqueo, basandolo da un lato sull’applicazione di procedure mirate alla conservazione, dall’altro su un incremento della qualità dei servizi e dei prodotti offerti ai visitatori, che devono essere all’altezza della straordinaria qualità dell’ambiente marino.

Le finalità istitutive delle Aree Marine Protette affiancano, alle azioni di tutela e gestione del territorio, le attività di informazione, sensibilizzazione ed educazione ambientale, un aspetto cui voi tenete molto, coinvolgendo sovente anche le scuole. All’interno dell’Ente Gestore chi si occupa dell’educazione ambientale? Siamo leader nei temi inerenti all’educazione ambientale e cerchiamo sempre di coinvolgere le scuole. L’Ufficio Ambiente coordina e segue tutte le attività di monitoraggio e di ricerca scientifica di diretto interesse per la tutela degli habitat e delle specie, collaborando con diverse Università ed Enti di Ricerca. L’Ufficio di Educazione Ambientale coordina le azioni di educazione all’ambiente e alla sostenibilità e cura le attività del Centro di Educazione Ambientale (CEA) dell’Area Marina Protetta. Il CEA dell’AMP possiede una certificazione della Regione Sardegna per la qualità della propria offerta formativa secondo il protocollo di qualità SIQUAS. Le attività di educazione ambientale e di educazione alla sostenibilità ambientale sono molto numerose e coinvolgono alunni di tutte le scuole del territorio, a partire dalla scuola dell’infanzia fino alle scuole medie superiori. Anche la Citizen Science è molto utilizzata dall’AMP di Tavolara, che ha realizzato un apposito manuale: TAVOLARA LAB. All’interno del CEA si trova anche il Centro Documentale dell’Area Marina, dove è possibile consultare testi e pubblicazioni inerenti all’ambiente e alla conservazione. Il CEA rappresenta la struttura di supporto per le attività di educazione ambientale. Attraverso i laboratori didattici e il centro documentale, svolge la funzione di risorsa educativa territoriale e promuove la nascita di una diversa cultura dell’ambiente e del territorio. L’Ente Gestore, inoltre, ha istituito un ufficio di piano, utilizzando le competenze scientifiche delle seguenti Università: Dipartimento di Scienze della Terra Università di Cagliari, Dipartimento di Botanica ed Ecologia Vegetale Università di Sassari, Dipartimento Territorio Risorse Università di Genova, Dipartimento Servizi Generali Facoltà di Economia Università di Sassari ed altri consulenti.
Restando sempre nell’ambito formativo, siamo partner di un corso di Laurea Magistrale dell’Università di Sassari, il GAT (Gestione dell’Ambiente e del Territorio Marino). Da cinque anni i ragazzi che frequentano il GAT vengono da noi per seguire le fasi operative previste nel loro piano di studi.

Dove sono ubicati i punti informativi dell’AMP? Qual è la loro funzione? L’Area Marina Protetta ha predisposto diversi punti informativi dislocati sul territorio per informare e sensibilizzare i visitatori sulle regole esistenti e sul valore ambientale dell’area. Hanno sede a San Teodoro, presso l’I.CI.MAR (Istituto Civiltà del Mare), a Porto San Paolo, presso la Pro Loco, e sull’Isola di Tavolara, presso un proprio Info Point. Gli info-point informano l’utenza circa le attività istituzionali e promuovono le iniziative estive dell’Ente Gestore, con attenzione particolare alle attività educative e di comunicazione dirette ai turisti.

Quali sono le attività principali dell’Istituto Civiltà del Mare? L’Istituto delle Civiltà del Mare nasce con l’intento di promuovere la conoscenza e lo studio delle problematiche del mare nelle sue componenti scientifiche, culturali e sociali. Attraverso la pubblicazione di libri e riviste, l’organizzazione di convegni e corsi di formazione professionale, si propone di avviare la collettività verso un modello di sviluppo socio-economico sostenibile per il territorio e per la persona.

Facendo fede alla vostra missione educativa, quali sono le principali attività didattiche che promuovete? La missione educativa dell’Area Marina Protetta è volta alla promozione di processi di riflessione sul rapporto fra l’Uomo e la Natura che aiutino a riscoprire il legame con il territorio che ci ospita e promuovano la condivisione dei valori che ispirano l’attività dell’Area protetta. Le nostre proposte partono dall’esperienza, vissuta sul territorio dell’Area Marina, un grande laboratorio di mare e di sole, indagato e scoperto con giochi e piccole “ricerche”, che vogliono stimolare l’interesse, la creatività, la fantasia e coinvolgere fino in fondo i partecipanti. Le attività sono articolate in progetti che comprendono sette proposte dedicate alla scoperta degli ambienti più significativi dell’Area Marina Protetta e offrono l’opportunità di conoscere da vicino alcune azioni di monitoraggio condotte dall’Ente Gestore. Nel grande laboratorio dell’Area Marina i percorsi di educazione ambientale sono un’esperienza ricca di stimoli e di suggestioni per indagare il mondo della natura e il rapporto fra l’uomo e l’ambiente. Giocando e muovendosi in libertà, si scoprono i segreti del mare e delle isole e si rimane incantati dai colori e dal paesaggio. Ogni proposta è dedicata ad un particolare ambiente: lo stagno, le dune costiere, la spiaggia e la riva, l’isola.

Alcuni anni fa il lavoro svolto da una scuola di Olbia presso l’Area Marina Protetta Tavolara Punta Coda Cavallo è confluito in una bella pubblicazione dal titolo “Una montagna in mezzo al mare”. Può raccontarci qualche dettaglio di quella esperienza? Quanto è importante oggi coinvolgere le scuole per sensibilizzare le giovani generazioni alla conoscenza e al rispetto dell’ambiente? “Una montagna in mezzo al mare” è il titolo del libro realizzato dagli studenti della scuola media “Ettore Pais” di Olbia, in collaborazione con l’Area Marina Protetta. Due generazioni di alunni, guidati da docenti motivati ed esperti, dopo mesi di studi e ricerche sul campo si sono messe al lavoro per raccontare l’Isola di Tavolara. Il materiale raccolto è stato organizzato dagli studenti, dando vita a una pubblicazione piacevole, che raccoglie numerose informazioni sulla storia e sulla natura di Tavolara. Il risultato più importante è stato il coinvolgimento dei ragazzi, che si sono impegnati a fondo per la ricerca e la stesura del libro; hanno imparato a conoscere e ad amare Tavolara. Abbiamo sempre puntato alla creazione di una sinergia tra l’Ente Gestore e il mondo della Scuola, al fine di rafforzare il rapporto dei ragazzi con l’immenso e prezioso patrimonio naturale nel quale vivono. Il rispetto per il proprio territorio passa prima dalla conoscenza e dall’informazione ed è per questo che l’Area Marina ha deciso di investire sui giovani, instaurando una collaborazione diretta con tutte le scuole locali.
Un altro bellissimo progetto è stato la realizzazione del documentario “L’Orto di Tavolara”, che riguarda la ricostruzione della vita sull’isola di Tavolara nei primi del Novecento. Il lavoro e stato realizzato nel 2012 dalla classe III N del Liceo Classico “Antonio Gramsci” di Olbia.

Augusto Navone

Grazie ad un suo progetto editoriale, recentemente è stato pubblicato l’VIII numero dei Quaderni dell’Area Marina Protetta, curato da Paola Mancini ed Egidio Trainito ed intitolato I forni della calce a Tavolara(Taphros Editore, 2019). Ci racconti pure qualche dettaglio su questo volume e su quello che è stato chiamato “Sentiero dei forni”… Sulla storia dei forni da calce di Tavolara non era mai stata pubblicata una ricerca così dettagliata e precisa, nonostante l’importanza che questa impresa ha avuto nei primi del Novecento e in considerazione del fatto che la calce utilizzata per le costruzioni edili in Gallura proveniva in gran parte da Tavolara. Questo volume, realizzato grazie al progetto comunitario ISOS – Isole Sostenibili, vuole coprire tale lacuna attraverso gli studi di Paola Mancini ed Egidio Trainito, ma anche attraverso le testimonianze di chi questa impresa l’ha gestita e praticata, come Tonino Bertoleoni, e di chi, come Mario Spano, è custode di molte testimonianze orali. Il progetto ISOS ha consentito di aprire un nuovo sentiero sull’isola di Tavolara, denominato il “Sentiero dei forni”, che consentirà ai nostri visitatori di apprezzare le bellezze che si rinvengono lungo il percorso e di conoscere l’affascinante storia dei forni attraverso una splendida cartellonistica esplicativa.

In questi sedici anni di gestione avete fatto tanto sia per la valorizzazione del territorio che per l’aspetto economico. Quali sono i vostri obiettivi per il futuro? A quali progetti state lavorando? In circa 16 anni di gestione siamo riusciti a produrre buoni dati per la conservazione ambientale. Ci siamo concentrati molto anche sul riordino delle attività economiche per tracciare profili di sostenibilità ambientale. Abbiamo varato un regolamento che disciplina tutte le attività consentite dal punto di vista economico all’interno dell’area marina. Questa regolamentazione ha creato un sistema produttivo armonico. Tutti i valori ambientali generano economie che possono essere misurate. Noi abbiamo valorizzato il territorio, la nostra economia genera ricchezza duratura. Il nostro obiettivo principale per il futuro è quello continuare a fare attività di conservazione ambientale, evidenziando strategie gestionali che possano contenere i cambiamenti climatici. Inoltre, abbiamo in corso altri progetti di conservazione, come quello relativo agli squali e ai delfini, volto a ridurre la cattura occidentale di questi grandi animali attraverso le reti da pesca. Come abbiamo sempre fatto, continueremo a lavorare sulla base di questo principio: conoscere per diffondere la memoria dell’ambiente nella sua accezione più estesa, con la consapevolezza che solo ciò che si conosce si può amare, rispettare e conservare.

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