DI BACI, BERRITE, EMERGENZE FITTIZIE E PROBLEMI REALI (LE ELEZIONI COMUNALI A NUORO)

di MARIO GOTTARDI

Ieri ho pubblicato un post che ha suscitato molto dibattito e qualche accusa nei miei confronti. Del dibattito ne sono contento, le accuse sono fisiologiche e sono sostanzialmente due: l’omofobia e il benaltrismo.

Sulla prima credo che oltre a parlare la mia storia personale, parlino anche i tanti amici omosessuali che hanno approvato il post e soprattutto il testo del post stesso, da cui non mi paia emerga un intento omofobico. Anzi, c’è un chiaro tentativo di denunciare la strumentalizzazione della lotta all’omofobia da una parte politica. Il tema è serio e importante e andrebbe affrontato costantemente con dibattiti, comunicazione appropriata e, soprattutto, educazione e non solo con un manifesto, senza nessuna azione propedeutica.

L’accusa di benaltrismo mi permette di sgomberare il campo da equivoci. Pensare che tutti i temi abbiano la stessa dignità in un dato luogo e in un dato periodo è utopistico. Sono tempi e luoghi a dettare la priorità e l’importanza dei temi da affrontare. Estremizzo per capirci meglio: quando c’è carestia e la gente muore di fame parlare dell’importanza di una dieta equilibrata è ridicolo. Eppure questo è un tema oggi importantissimo, visto il tasso crescente di obesità anche tra i bambini e l’aumento delle malattie metaboliche con ciò che ne consegue in termini di salute. Allo stesso modo qui: dire che ieri, giorno di una manifestazione importante per una questione esiziale come il mantenimento dei presidi sanitari e la loro efficienza a Nuoro, con i malati oncologici incatenati all’ospedale San Francesco la lotta all’omofobia aveva la stessa importanza è falso. E con questo non sto dicendo che non si debba affrontare il tema o che non sia importante. Dico che andava fatto con modi e tempi diversi.

Per farlo bisogna essere soprattutto credibili. Giocare in modo ambiguo con le parole diversità e con il concetto di tradizione, tanto che ancora oggi c’è chi si chiede quale sia il significato di quei due ragazzi in abito tradizionale (segno inequivocabile che la comunicazione ha fallito) non mi sembra la via migliore. Perché si rischia di essere come un Pacciani che difende il diritto delle doppiette di appartarsi in campagna. Dei Giovani Democratici apprezzo l’intento. E spero tanto di sbagliarmi. Per capire chi ha ragione vedremo se nelle prossime settimane e mesi sapranno tenere alta l’attenzione sull’omofobia così come hanno fatto ieri.

Chi si è occupato di comunicazione, specie di comunicazione politica, anche se solo incidentalmente, sa che la tempistica di un messaggio è fondamentale.

Quindi, analizziamo i tempi.

Premessa: a Nuoro tra poco più di due settimane si vota.

Oggi nel capoluogo barbaricino c’è stata una manifestazione per protestare contro la decisione dei vertici regionali dell’ATS di spostare il reparto di Oncologia dall’ospedale San Francesco ad altra sede. Una decisione a cui si è opposta la direttrice sanitaria del nosocomio, Antonella Tatti, e che per questo ieri è stata incredibilmente rimossa in videoconferenza (come riportano oggi l’Unione Sarda e La Nuova Sardegna).

Una manifestazione importante, quella di oggi, perché parla di un diritto vitale, nel vero senso della parola: quello di curarsi, e di curarsi da una malattia grave, in tempo di Covid-19. Una manifestazione per richiedere politiche sanitarie adeguate e che rispettino i diritti delle persone, a cui hanno partecipato diversi sindaci del territorio, non solo quello del capoluogo barbaricino.

Sempre oggi, proprio oggi, in concomitanza con questo evento importantissimo, i Giovani Democratici (edit: avevo erroneamente scritto Sinistra Giovanile. Me lo hanno giustamente fatto notare. Me ne scuso), e quindi il PD, ha scelto di deviare l’attenzione dall’emergenza sanitaria al tema dell’omosessualità. E ha scelto di farlo con un manifesto (ne pubblico solo una parte, perché io preferisco non contribuire ulteriormente a questo cambio di obiettivo. Se lo volete completo cercatelo, non faticherete a trovarlo) in cui due giovani vestiti con l’abito tradizionale nuorese, si baciano, e accanto lo slogan: “Orgogliosi delle nostre tradizioni, orgogliosi delle nostre diversità”.

Ok, evidentemente a Nuoro c’è un grave problema di omofobia. Perché così parrebbe dall’altra frase presente nel manifesto: “Non bastano delle leggi contro un fenomeno (quale?, ndr) già sviluppato. Servono soluzioni radicali. L’omofobia è un problema soprattutto cittadino”.

Soprattutto cittadino? A Nuoro? Un problema così grave da scavalcare quello dei malati oncologici e della gestione della sanità sarda, assurda ai limiti del parossismo?

Ecco, io la città di Grazia Deledda un pochino la conosco e non mi risulta che ultimamente ci siano stati episodi di omofobia. Nuoro non ha un problema di omofobia. Nuoro è una città tollerante e accogliente.

Allora perché, di grazia, perché uscire fuori OGGI con un manifesto come questo? Visto quello che è successo al San Francesco non si poteva avere il buon gusto di rimandare? Evidentemente no, la campagna elettorale deve andare avanti e si deve buttare tutto nel calderone.

Un calderone che poi è un condensato pazzesco di luoghi comuni orribili, che i nuoresi si sono lasciati alle spalle ma di cui, evidentemente, qualcuno non riesce a fare a meno per parlare della sua città e dei suoi concittadini.

Ma ve lo immaginate un manifesto contro l’omofobia a Milano (perché a Milano sì che ci sono ampie sacche di omofobia) con due ragazzi in abiti della tradizione contadina lombarda? Due Artemio – taaaac – che si baciano? O a Cagliari? Ve li immaginate due miliziani di Sant’Efisio che si baciano?

No, non ve li immaginate, perché a nessuno verrebbe in mente di realizzare un manifesto del genere.

E nemmeno a Nuoro in realtà se lo potevano immaginare!

Perché di norma, a parte nei giorni del Redentore o nella tappa di Autunno in Barbagia, io non ho mai visto i ragazzi fare le vasche nel corso in berrita e gambali.

Questo manifesto in realtà strizza l’occhio, ammicca alla parte più retriva della popolazione. Con quei ragazzi in abito tradizionale (=resistenza e purezza barbaricina=balentia=uomo virile e un po’ maschilista) ti dice “ehi, sto parlando a te, che ti riconosci in questi ‘valori’. Non avere paura dell’omosessualità. I gay non fanno nulla, non rivoluzionano l’ordine delle cose”.

“Orgogliosi delle nostre diversità”. Il gay è diverso? È altero come l’uomo legato alle tradizioni? Due “indiani” da tutelare in riserva? Questo? Sul serio questo? A Nuoro, nel 2020?

Siccome tutto questo non bastava, ci hanno messo anche i colori arcobaleno nella scritta “orgogliosi”. Senza pietà proprio. Almeno ci hanno risparmiato il colpo finale del comic sans.

Quello forse arriverà per l’Oncologia del San Francesco e in generale per la sanità nuorese. Magari con un cartello scritto proprio in comic sans.

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2 commenti

  1. Mai avuto problemi di questo tipo a Nuoro. Nessun caso di omofobia denunciato. Uno dei primi cittadini Nuoresi è gay dichiarato e , si parla del 1990 , un grande mastro del folklore Nuorese era gay dichiarato. Eppure mai si sono permessi tale cosa. Nuoro si è candidata a sindaco e queste sono le corse idiote per strumentalizzare un sentimento che potrebbe portare 2 voti in piu! Aggiungo anche l’obbrobio cittadino che si.presenta come lega lombarda e alcuni extracomunitari presenti nel territorio candidati … ovviamente tutti che parlano di diversità e di libertà…. bravi tutti, ma per la città cosa vogliono fare? Abbanoa? Le strade? Le partite iva? Il lavoro? Per l’università lasciamo perdere… ma una cosa importante sai cos’è? L’oncologico che viene cacciato dal San Francesco e ieri i malati erano fuori dall’ospedale per protestare… tu hai visto questi che si sentono ” DIVERSI” li con loro? Credo che l’articolo parli chiaro. Mi auguro che questa volta ci sia un partito differente dalle lobby italiane perché come ben si sà tutti a guardare l’italia in poltrona ma nessuno a diffendere i diritti del proprio popolo sosi come facevano prima , anni prima..😉 salutoni

  2. Che i nuoresi diano loro il ben servito!

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