GIORGIO TODDE, UN “SIGNORE DELLA SCRITTURA” MA ANCHE UNA PERSONALITÀ SIGNORILE. RICORDO DI UNA PICCOLA POLEMICA

ph: Giorgio Todde

di PAOLO PULINA

È morto a soli 68 anni, il 29 luglio, lo scrittore cagliaritano Giorgio Todde (che di professione era medico oculista). La casa editrice Il Maestrale, che ha fatto conoscere i suoi primi romanzi, a partire da “Lo stato delle anime” (2001) e “La matta bestialità” (2002), ricordandolo lo ha definito “signore della scrittura”. Io voglio sottolineare la signorilità della persona, sperimentata in relazione a una piccola polemica che avevo avuto con lui sul tema della difesa della lingua sarda. Ecco il fatto.

Paolo Pillonca, con un articolo pubblicato su “La Nuova Sardegna” del 5 maggio 2004 e intitolato “La difesa dell’identità inizia dalla lingua”, diede conto degli interventi svolti dai relatori (Francesco Cossiga, presidente emerito della Repubblica; Sveva Dalmasso, consigliere Regione Lombardia; Tonino Mulas, presidente della F.A.S.I. – Federazione delle Associazioni Sarde in Italia; Federico Francioni, storico; Paolo Pillonca, giornalista,  e il sottoscritto,  responsabile Informazione della F.A.S.I.) in un convegno celebrativo a Como de “Sa Die de sa Sardigna”, tenuto domenica 25 aprile 2004.

L’incontro, organizzato dal Circolo “Sardegna” di Como  (presidente: Onorio Boi) in collaborazione con la Circoscrizione Lombardia della F.A.S.I. (responsabile: Giovanni Loi), aveva il seguente tema: “Quando un popolo insorge… La conquista dell’autonomia. Dai fanti della Brigata ‘Sassari’ al movimento dell’autonomia della Sardegna”.

Ed ecco quanto scrisse Pillonca:  «Dopo Cossiga tocca a Paolo Pulina, responsabile dell’informazione della F.A.S.I., la federazione dei nostri emigrati. Un intervento sulla lingua, il suo. Parte dai poeti-soldati della Brigata e termina con una dura polemica a distanza con lo scrittore Giorgio Todde. Così: “Sull’Unione Sarda del 7 aprile, alla domanda su quale fosse il punto d’arrivo nella sua personale storia della Sardegna, Todde ha risposto: ‘Credo che per un’isola che ha permesso la distruzione delle coste e del suo ambiente perfetto mentre ha speso enormi energie e fatto leggi per salvaguardare un dialetto morente non ci sia molta luce all’orizzonte’”.

Dopo aver ironizzato sulla prosa italiana di un romanzo di Todde, Pulina dice: “Sappia Todde che noi emigrati continueremo a pensare, come i fanti della ‘Sassari’, che difendere la lingua sarda, parlarla, valorizzarla vuol dire difendere l’autonomia culturale della Sardegna, nostra patria del cuore, della quale intendiamo continuare a celebrare sa die, non sa notte”.

Un applauso lungo, di vibrazioni forti, segna la fine del discorso di Paolo Pulina».

La mia relazione integrale fu riportata nel numero 81 (giugno 2004) di “Tottus in Pari”

(la rilanciamo qui sotto)

e l’ironia cui fa cenno Pillonca sarà stata una battuta estemporanea dato che non me la ritrovo nel testo che ripropongo qui. Ma tant’è! Non potevo pensare che Todde non avesse visto il pezzo di Pillonca.

Così in occasione di una ravvicinata edizione del Salone del libro di Torino, in cui Todde era presente, lo avvicinai per dirgli che ero io quello che, nell’empito della polemica nel 2004 avevo “ironizzato sulla prosa italiana di un suo romanzo”. Lui mi rispose che si ricordava dell’articolo ma non c’era motivo che mi preoccupassi: come personaggio pubblico metteva in conto anche la polemica. Sorridendo mi strinse la mano. Nel ricordo di quel gesto, con sincera commozione auguro che gli sia lieve la terra.

Nota aggiunta.

Efisio Marini, realmente esistito e realmente famoso come imbalsamatore dei cadaveri, nei romanzi di Todde diventa personaggio letterario ed è attivo come detective. Ho avuto un motivo speciale per seguire queste vicende narrative: sui giornali pavesi mi sono occupato della figura  di Paolo Gorini (Pavia, 1813 – Lodi, 1881),  matematico e scienziato, noto soprattutto come “pietrificatore” di cadaveri e di parti anatomiche secondo un procedimento segreto da lui stesso inventato e sperimentato. Lodi gli ha dedicato un museo: http://www.museogorini.com/

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Un commento

  1. Beniamino Ghiani

    “……Credo che per un’isola che ha permesso la distruzione delle coste e del suo ambiente perfetto mentre ha speso enormi energie e fatto leggi per salvaguardare un dialetto morente non ci sia molta luce all’orizzonte….”: non è che avesse tutti i torti Giorgio Todde. O mi sbaglio?

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