UNA RICERCA CONTINUA L’ARTE DI GIOVANNA SECCHI: UN COLLAGE INFINITO DI FORME E COLORI

ph: Giovanna Secchi

di TONINO OPPES

Una vita interamente dedicata all’arte e alla famiglia. Giovanna Secchi ha intrapreso il suo percorso quando era ancora giovanissima e non lo ha più lasciato. Erano gli anni Sessanta, anni importanti per il mondo artistico sardo che cominciava la sua prima grande rivoluzione con la neo avanguardia che ruotava attorno a Mauro Manca e ad altri docenti dell’Istituto d’Arte di Sassari.

C’era anche lei, Giovanna Secchi, in quell’indimenticabile “Gruppo A”, e da allora non si è più fermata. “No, non mi sono fermata perché l’ispirazione non mi è mai mancata, anche se con il tempo mi sono confrontata con altre tendenze di marca concettuale” mi dice a Padria nel corso di una singolare video mostra collettiva promossa dal Comune e dall’Istituto Bellieni.

Guardiamole con attenzione le sue opere: in quelle giovanili l’influsso artistico di Mauro Manca si percepisce subito. Le mani lavorano e plasmano diverse materie, e l’arte diventa strumento per indagare sui tanti misteri della vita con il desiderio forte di offrire soprattutto una nuova lettura artistica che va oltre il visibile.

L’arte di Giovanna Secchi – studi in Sardegna completati nella prestigiosa sede di Brera, a Milano, per anni docente nell’Istituto d’Arte di Sassari, poi nell’Accademia – si manifesta in vari modi: pitture con tecniche miste e installazioni, piene di simbolismi e di metafore, comunicano il concetto del sacro, ovunque. Sembra l’omaggio alla fede più intima di ogni popolo. Croci cristiane, spezzate, e croci ebraiche aprono una finestra sulla diversità, ma anche sulla quotidianità.

Impossibile non ammirare quei segni che formano con precisione figure ondeggianti che regalano sogni e portano lontano con la mente e il cuore.

Collage di forme e di colori suggeriscono un viaggio attorno e dentro i misteri della natività. In questo senso si inserisce l’opera che ritrae la nascita. La donna, il suo ventre e la sua intimità sono perla preziosa, che genera altre madri figlie esse stesse della vita. L’immagine è sensuale e delicata, carica di significato; le sfumature del rosa, ora flebili, ora più forti, con segni leggeri e decisi, abbracciano il seme dell’esistenza.

Nella vasta produzione dell’artista, nata a Olbia ma da sempre residente a Sassari, non mancano i lavori, molto belli, a puntasecca che appartengono alla sua prima fase, peraltro mai abbandonata. Sono tante e tutte interessanti anche le installazioni di metallo o di carta che offrono narrazioni con insolita leggerezza, ma aggiungono valore ad ogni forma che si crea.

Nulla è scontato nei lavori di Giovanna Secchi che continua a indagare ancora sui grandi temi dell’arte, anche quando trasforma pannelli anonimi in veri gioielli, delicati, che si preparano ad essere accarezzati e accolti, come le porte di ottone intarsiate che si aprono nel grande salone di casa. Sono opere mature, anche se figlie di un percorso giovanile che l’artista porta ancora avanti con l’entusiasmo di sempre.

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