
di ENNIO PORCEDDU
“Cagliari è una Città che ha affascinato tanti scrittori italiani e stranieri: D. H. Lawrence, Gaston Vuillier, Carlo Levi e Francesco Alziator che la definita “Città del sole”
A vederlo al tramonto, il Castello di Cagliari, la rocca che ha dato il nome al suo quartiere più importante, commuove. Qualcuno ha scritto che quel tramonto fa venire il groppo di commozione in gola. Francesco Alziator la definita “Città del sole” perché, anche se non sembra Cagliari è straordinariamente affascinante e ammaliante nella sua complessità e naturalezza. Le luci straordinarie riflesse nel cielo limpido si rifrangono sulle rocce calcaree creando uno straordinario effetto di colori che ha ben pochi ugual con le altre città che si affacciano al Mediterraneo. Con un reticolo di strade che ha un gioco di riflessi unici che ha portato ai posteri l’incanto di un tempo lontano. Carlo Levi ha definito Cagliari: “Una città bellissima, aspra, pietrosa, con mutevoli colori tra le rocce, la pianura africana, le lagune, con una storia tutta scritta e apparente nelle pietre, come i segni di un tempo sul viso”.
“Strana
Cagliari di Pietra. Ci inerpicammo – lo scrittore inglese David Herbert
Lawrence – su per una strada fatta come una scala a chiocciola. E vedemmo i
manifesti per un ballo in maschera per bambini. Cagliari è molto ripida. A metà
c’è uno strano posto chiamato, i bastioni, un ampio spazio pianeggiante simile
a una piazza d’armi con alberi, curiosamente sospeso sopra la città, e dal
quale parte un piano inclinato, simile a un ampio viadotto di traverso sopra la
strada a chiocciola che s’inerpica verso l’alto. Sopra ai bastioni la città
continua a salire ripida verso la Cattedrale e la fortezza. La sommità di
Cagliari è la fortezza: la vecchia porta, i vecchi bastioni di bella arenaria
giallastra a nido d’ape. Il muro di cinta sale su con un’ampia curvatura,
spagnolo, splendido e vertiginoso”. “Cagliari è una Città che ha
affascinato D. H. Lawrence, e che descrive nel suo libro “Mare e
Sardegna”, su un viaggio che ha effettuato nel gennaio del 1921. Lo
scrittore narra della traversata intrapresa con la moglie Frieda, da Taormina
in Sicilia verso Cagliari e poi nell’interno della Sardegna visitando Cagliari,
Mandas, Sorgono e Nuoro. Sebbene la sua visita sia stata breve, Lawrence
decanta un particolare sunto dell’isola e del popolo sardo, ora ancora
distinguibile. “Curiosi – scrive – i bambini di Cagliari. I poveri
sembrano veramente poveri monelli scalzi. Invece, i bambini più benestanti sono
così raffinati: vestiti in modo così straordinariamente elegante. Ti lascia
sbigottito. Non tanto per gli adulti. I bambini. Tutto lo “chic”, la
moda, tutta l’originalità è profusa sui bambini. E con parecchio successo.
Molto spesso è meglio che ai Giardini di Kensington. E passeggiano con papà e
mamma con tale baldanza, avendo portato in salvo la loro tenuta alla moda. Chi
se lo sarebbe aspettato?”Perfino Gaston Vuillier (1846 – 1915), scrittore
e disegnatore francese. Nella sua permanenza a Cagliari, si era dimostrato
estasiato di quanto aveva visto, in un innegabile ambiente aristocratico.
Passeggiando nelle strette stradine, si era imbattuto nel bastione di Santa
Croce, nello stupendo balcone aereo sul lato occidentale di Castello, inondato
di luce, che domina i tetti di Stampace su cui magicamente s’intravedono la
cupola e i due campanili della Chiesa di S. Anna, il Largo Carlo Felice, il
porto e lo stagno di S. Gilla.Davanti al bastione di S. Croce, lo scrittore
francese, aveva potuto ammirare un vasto panorama, l’immenso luccichio del
mare, e il cielo azzurro che sovrasta le anguste strade del quartiere,
probabilmente prigioniere di un’assurda fatalità. L’arciduca Francesco
d’Austria Este, nel 1812, si cimentò a scrivere una nota sulle strade di
Castello: ” Nel Castello le strade sono strette appena vi passa una
carrozza, sono quasi tutte in salita, e discesa, mal selciate con pietre
rotonde, senza trottoires (marciapiedi) per li pedoni… non vi sono canali
sotterranei per dare scolo alle immondizie. Si pretende che ve ne sono degli antichi
ma rovinati, ora inservibili: essendo un pendio l’acqua scola dalle contrade, e
i condannati delle galere alle volte puliscono un poco. Pozzi non vi sono, ma
vi sono le cisterne delle case, e una o due fontane in Castello, da dove i
carri portano l’acqua nelle case, che si compra. La notte la città, ed il
Castello di Cagliari è male illuminato, vi sono pochissime lanterne nelle
contrade innanzi al Palazzo della Corte, e poco più…”.Il quartiere
medievale di Castello è il più antico dei quattro quartieri storici, è
l’emblema e il nucleo della città di Cagliari, sorge in un sito preminente, su
un colle, a circa cento metri sul livello del mare. Pisa fondò questo quartiere
nel 1200 e lo fortificò, dotandolo di poderose mura che ancora nel nostro tempo
serrano gran parte del perimetro di Castello, le monumentali torri pisane di
San Pancrazio e dell’Elefante, il Bastione di Saint Remy che si affaccia a
Piazza Martiri, la Porta dei Leoni, la Cattedrale di Santa Maria, le strette
viuzze e gli antichi palazzi signorili, il Palazzo Viceregio, la Cittadella dei
Musei e i laboratori degli antiquari e artigiani, l’ex Palazzo di città, antica
sede municipale di Cagliari sino alla fine del XIX secolo, il Palazzo
Arcivescovile, il Palazzo delle Seziate, adiacente alla torre di San Pancrazio,
nel quale si tenevano le sedute durante le quali il viceré ascoltava le
richieste dei prigionieri della vicina torre; il Palazzo dell’Università e il
Palazzo Boyl, in stile neoclassico.
Breve
storia della fortificazione. La realizzazione della cittadella fortificata di Cagliari è
datata all’inizio del XIII secolo, quando la Giudicessa Benedetta di Massa
concesse il colle, dove aveva origine l’attuale quartiere di Castello, al
Comune di Pisa. Si giunse così all’attuazione di una cinta difensiva, provvista
di torri circolari o quadrate poste nei punti delicati del percorso e in
particolare delle tre torri poste a difesa dei principali accessi: la torre di
San pancrazio a Nord, quella dell’Elefante a Ovest e quella del Leone a Sud.
Dal 1326 la conduzione dei lavori di
fortificazione fu assunta dai Catalani, ma le mura conservarono immutata
l’ossatura originale sino alla fine del XV secolo quando, si mostrò l’esigenza
di rafforzare le fortificazioni e della città fu interessata da una serie di
provvedimenti che definirono il nuovo volto della cittadella fortificata, da
questo momento mantenuto in pratica integro fino alle demolizioni avvenute nel
XIX secolo. I primi bastioni furono concretati dal viceré Dusay (1491 – 1508):
quello di San Pancrazio a Nord, quello di Santa Croce a Ovest, quello del
Belice a Sud-Ovest, mentre a Sud – Est quello della fontana Bona e del Leone,
non fu concretato. Nel 1500 il percorso posto a sud di Castello fu protetto dal
Bastione del Belice, dalla cortina di Porta Castello e dal Bastione dello
Sperone. Il lato Est fu invece difeso dal lato orientale del Bastione dello
Sperone, dal Baluarte della Fontana Bona e dal Baluarte de Villanueva.Fin dal
periodo pisano, le fortificazioni del lato est, si mostravano meno spesse
grazie alla configurazione del colle su cui si innalzavano e che dal suddetto
versante era particolarmente inaccessibile. Oltrepassate due torri, la Manayra
e quella della Fontana Bona, lo sbarramento si sviluppava fino alla torre di
San Pancrazio. Il Bastione di Saint Remy, fu innalzato alla fine del XIX secolo
sugli antichi bastioni spagnoli della Zecca e dello Sperone, con esterno in
granito e calcare giallo e bianco, mentre la Terrazza Umberto, la Passeggiata
Coperta e il belvedere di Cagliari sono dei primi del Novecento. Castello ha
sette chiese: in stile gotico la Chiesa della Purissima, Santa Lucia, Madonna
della Speranza, S. Maria del Monte. Mentre in stile barocco: Basilica di Santa
Croce, dell’Ordine dai Santi Maurizio e Lazzaro, e la Chiesa di San Giuseppe
Calasanzio, anticamente meglio conosciuta Chiesa degli Scolopi. La più
importante è la Chiesa di Santa Maria, meglio conosciuta come la Cattedrale,
edificata dai Pisani nel XIII secolo.
Nel elenco degli affascinati di Cagliari si potrebbe aggiungere lo scrittore francese Claude Schmitt (1939 – … ), autore del Premio Sardegna 1976 “Sardaigne au coeur” (“Sardegna, nel cuore”) che non cela niente del suo fascino per la città in questo “libro amico” … Infatti le sue città piu amate in Italia sono Cagliari, Napoli e Pompei scavi !