GENTE DI MARE: FEDERICA SCANU, 29 ANNI, DAL NAUTICO DI SINISCOLA ALL’ACCADEMIA DELLA MARINA MERCANTILE

ph: Federica Scanu
di LUCIA BECCHERE

Una vita sull’acqua: partita dalla spiaggia delle Barche a Santa Lucia e cresciuta tra le reti di nonno Sadori oggi solca gli oceani. Certo, quel suo lontano progenitore Antonio Aiello che di mestiere faceva il pescatore, mai avrebbe immaginato che una sua pronipote avrebbe solcato il mare da comandante. Parliamo di Federica Scanu, una giovane ventinovenne matura e responsabile che si porta appresso una importante esperienza lavorativa e umana e che conosce il mondo per averlo attraversato in lungo e in largo. Parla l’inglese, capisce bene il francese e il portoghese e dai marinai ha appreso anche l’indonesiano. Socievole e sorridente, la sua è certamente una visione di vita moderna e antica allo stesso tempo. L’abbiamo incontrata nel suo borgo natio.

Quale l’origine di questa sua passione? «Mio bisnonno Antonio era un pescatore venuto da Ponza a Santa Lucia nel 1932 con la vela latina portando con se moglie e 5 figli quando mio nonno Sadori aveva solo 3 anni. Mia madre racconta di aver rotto le acque mentre nuotava alla spiaggia delle barche, vanto la mia prima immersione subacquea a nove anni sotto la guida esperta di mia madre, tanti corsi di vela ma anche frequenti giri in barca con nonno Sadori, insomma mare in ogni dove».

Cosa pensa oggi della sua scelta di vita? «A 19 anni era bellissimo, una vita avventurosa, due volte il giro del mondo visitando posti straordinari, ora alla soglia dei 30 anni, dopo aver comprato casa, un compagno che mi aspetta e un forte desiderio di maternità, comincio seriamente a riflettere sulla possibilità di una vita alternativa».

Questo lavoro cosa le dà e cosa le toglie? «Mi dà tanta conoscenza tecnico-nautica e tanta formazione umana perché rimanendo a bordo per svariati mesi con persone di etnie diverse – marinaio mussulmano, un pompiere indiano e così via – mi permette di conoscere tanti modi di vivere, così come durante gli scali vengo a contatto con altre culture, insomma mi sento cittadina del mondo. Mi toglie gli affetti costanti: la famiglia, il compagno, il cane. Al mio rientro sento di essere rimasta indietro di 4 mesi, come se tutto il mio mondo familiare fosse andato avanti e, non appena l’ho raggiunto, devo andare via un’altra volta ancora perché la valigia è sempre lì che mi aspetta».

Cosa prova alla guida del timone? «Tanta responsabilità, mi sento sulle spalle seimila persone che porto in nave e su cui devo vigilare H24. Certo per comandare una nave occorre passione, abnegazione e molta competenza. Ogni gesto e ogni azione comporta la conoscenza e il rispetto di un insieme di regole locali, nazionali e internazionali».

Come il mondo maschilista ha accolto una donna al comando di una nave? «Credo dipenda molto dalla donna. È vero che se un uomo vale 10, la donna per valere 10 deve dimostrare 15, ma una volta che lo hai dimostrato, non ce n’è per nessuno sia a livello logistico che organizzativo».

Il mare le ricorda in qualche modo la sua famiglia di pescatori? «Conosco bene il mondo da cui provengo e quando l’equipaggio mi segnala l’infrazione di qualche nonnino al timone di un peschereccio, mi viene in mente mio nonno Sadori e gli cedo il passo».

Chi era nonno Sadori? «Un vero lupo di mare. Un personaggio fantastico che nonostante la sua età e il suo italiano non ha mai detto qualcosa di poco pertinente perché in modo semplice e naturale sapeva risolvere qualsiasi problema. Quando si confrontava con i figli su qualcosa che riguardava il mare, rivolgendosi a me diceva “guaglio’, diccelo tu che hai studiato” come se io avessi tutte le competenze tecniche per dare supporto alle sue tesi».

Cosa ha detto quando ha saputo che era al timone di una nave? «Con gli occhi lucidi mi ha stretto la mano senza parlare. È venuto a mancare nel 2017, un anno dopo che io avevo conseguito la patente nautica».

A Santa Lucia, cosa dicono di questa giovane concittadina al comando di una nave? «Non lo so. Quando sono a Santa Lucia io sono Federica, il massimo riconoscimento che qui mi possano attribuire è essere la nipote di Sadori. Le mie patenti sono nel folder (cartella), ben custodite. A chi mi chiede se è difficile guidare una nave, rispondo che a 24 anni ho preso prima la patente per guidare la nave (marzo) e poi per la macchina (maggio)».

Un ricordo particolare dei suoi viaggi? «Il passaggio del canale di Panama, vedere il mare che si alza e si abbassa con il sistema delle chiuse è un vero spettacolo».

Quale il suo sogno? «Riportare sul libretto di navigazione il titolo di Primo ufficiale. Sulla carta e per la capitaneria di porto italiana sono comandane da 3 anni, ma Costa crociere mi fa salire a bordo delle sue navi come Secondo ufficiale di coperta. Riconoscerlo ufficialmente comporterebbe anche un notevole aumento di stipendio da parte della compagnia».

Quando mette piede a terra cosa si porta con se? «Diciamo due bagagli: umano e professionale. L’essere venuta a contatto con persone diverse fra di loro così lontane da noi per lingua, religione e usanze mi ha insegnato l’amore e il rispetto per le diversità. Questo è quanto di bello mi porto a casa».

Quale la sua prossima destinazione? «A novembre il mio nuovo contratto mi porterà in Sud Africa come primo ufficiale al timone dell’Excellent Collection ».

Cosa pensa di fare una volta lasciato il timone? «Vorrei vivere il mare coi bambini, fare qualche cosa per Santa Lucia, creare qualche struttura dove – con il concorso delle tante eccellenze presenti in loco e mediante corsi ludici di vela, di nuoto e di pesca – si possano educare le nuove generazioni al rispetto e alla conoscenza del mare».

per gentile concessione de https://www.ortobene.net/

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