L’ARCHITETTO SASSARESE IN MYANMAR: CLAUDIO MURA RACCONTA UN PAESE CHE CORRE VERSO LA MODERNITA’

di GIOVANNI RUNCHINA

Veloce, curioso e affamato di esperienze Claudio Mura unisce alla vivacità dei 30 anni una straordinaria passione per novità che lo ha portato prima in giro per l’Europa, in Spagna e in Portogallo– ha fatto l’Erasmus all’ETSAV di Barcellona e un tirocinio a Lisbona – e dopo nel Sud Est asiatico, che dal 2014 è la sua nuova casa. “Volevo costruirmi un’esperienza professionale e umana al di fuori dell’Europa”.

Architetto, nato ec resciuto a Sassari dove ha frequentato il liceo scientifico, studi universitari ad Alghero, da quasi tre anni vive e lavora a Yangon, “una città in continua trasformazione”, come del resto tutto il Paese, il Myanmar(ex Birmania). Un salto quantico per lui che proveniva dalla confinante Cina.“Sono passato da Shangai a Yangon e la differenza è stata enorme, l’ho percepita non appena atterrato all’aeroporto ma dal 2015 la situazione è cambiata moltissimo. Difficoltà particolari? Qui – sottolinea divertito – la corrente elettrica è spesso interrotta soprattutto durante la stagione delle piogge poi, un altro aspetto che mi ha inizialmente spiazzato riguarda l’abitudine diffusa a negoziare i prezzi. E’ un’abilità fondamentale che va imparata in fretta e va applicata in vari ambiti: dalla spesa al mercato alla corsa del taxi passando per gli acquisti nei negozi”.

E la velocità è requisito imprescindibile per vivere in una realtà così tumultuosa e tentacolare: il Myanmar corre spedito verso la modernizzazione. Un gigantesco laboratorio nel quale sperimentare ed essere protagonista in prima persona di lavori che ben difficilmente si potrebbero anche solo immaginare nel Vecchio Continente. “Impari molto in fretta perché si costruisce molto in fretta”,spiega Claudio, Design Manager di Archetype Myanmar, costola di Archetype Group un ufficio di Progettazione architettonica, ingegneria, progettazione industriale e project management.L’azienda è presente in tutto il Sud Est asiatico con più di 14 uffici e conta oltre 1000 persone tra tecnici e amministrativi. “Mi occupo dello sviluppo dei progetti di architettura dal concept alla fase esecutiva fino alla supervisione dei lavori con annessi problemi amministrativi, contrattuali, di risorse umane e finanziarie riferite al team del dipartimento di progettazione architettonica. Quasi tutti lavori in cui sono coinvolto – chiarisce il professionista sassarese – hanno un impatto importante ma quello che attualmente mi impiega di più è lo Yoma Central , complesso che conta 4 torri(2 di uffici, un hotel, ed una di residenze) e un centro commerciale. Si tratta del più grande investimento in un singolo sito nel Paese, stiamo parlando di circa 700 milioni di dollari”.

Yangon è uno dei centri più vivaci e affascinanti. Claudio restituisce una descrizione da guida illustrata: “Una realtà tutta in divenire, rivolgendo lo sguardo da sinistra a desta trovi una città che ha problemi basilari, la corrente elettrica intermittente e la mancanza acqua potabile o allagamenti importanti dopo anche solo 15 minuti di pioggia e, ancora, grandi lacune nel sistema fognario. Ma ci trovi anche la modernità più spinta con edifici nuovi che, potenzialmente,reggerebbero un contesto newyorkese. Un’altra caratteristica della città è la quantità di verde urbano non progettato; ci sono ancora tante aree con la vegetazione tropicale originale il che la rende forse la città più verde che ho visitato.Infine, la convivenza di diverse culture religiose e non, la rende una vera a propria metropoli. Qui convivono buddisti, la maggioranza, islamici, induisti e cattolici. Personalmente mi regala novità ogni giorno sul lavoro e anche nella vita privata. Qui ho conosciuto mia moglie, thailandese, e scopro una ricchezza enorme dovuta alla varietà culturale. La filosofia buddista, ad esempio, è parte integrante del modo di essere delle persone”.

Un’esperienza formativa a tutto tondo che ha consentito a Claudio di crescere inconsapevolezza e professionalità: “Consiglio a tutti, in particolare ai colleghi giovani, di respirare aria fresca e di avventurarsi al di fuori dell’Europa. Il mio futuro? Non faccio previsioni del resto mai avrei pensato di trovarmi in Myanmar a cinque anni dalla laurea.Continuando così potrei magari dirigere un ufficio internazionale di progettazione. L’importante per me è alimentare la mia passione per l’architettura continuando a fare il lavoro che amo”

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