CAPO TESTA, UN  POSTO SPECIALE: LA MAGIA DEL FARO, RIFUGIO DEL CUORE E DELL’ANIMA

di SALVATORE LAMPREU

Se c’è un posto al mondo che sia al contempo romantico, malinconico e meditativo, quel posto si chiama certamente faro. Ovunque si trovi, a prescindere dalla costa rocciosa su cui poggia le fondamenta e dai cieli notturni su cui proietta lunghi raggi di luce, il faro rimane un punto di riferimento non solo per chi naviga nel mare ma anche per chi cerca un angolo di raccoglimento sulla terra.

Recarsi al faro è un po’ come trovare un rifugio familiare, un punto d’osservazione privilegiato da cui scrutare l’orizzonte lontano … E sognare.

Dal faro si sente forte la canzone del mare e quella del vento. E’ bella l’alba vista da lassù ma anche il tramonto non scherza!

Sono tanti i pensieri che, come per magia, nascono e muoiono  intorno al faro e che si nutrono di salsedine, di elicriso, di roccia baciata dal sole e di polvere di stelle.

Il faro, così immobile e solitario, testimone di un tempo che scorre lento, ti accoglie e ti offre ristoro per poi lasciarti andare ma non prima di aver fatto uno scambio. Un pezzo di te rimarrà sempre lì al faro così come un po’ di quel posto albergherà per sempre nel tuo sguardo.

La Sardegna, per via della sua naturale conformazione, è isola di torri e di fari, uno più affascinante dell’altro.
Tra tutti però ce n’è uno al quale sono particolarmente legato. È quello di Capo Testa, a Santa Teresa di Gallura, dove per la verità i fari sono due, uno più recente e l’altro, vecchio, dismesso.

E così quei due giganti sono lì, chissà da quanto tempo, a fare la guardia a questa terra e a segnare confini mentre le pietre giocano con la schiuma bianca delle onde in tumulto.

La vecchia struttura ormai, col suo spettacolare muraglione a strapiombo, ha finito per diventare un’attrazione turistica. Per me, tuttavia, è qualcosa di più. È un posto che mi fa star bene e che mi da pace!

Dalla sua posizione guarda verso la Corsica ma dialoga anche con l’altro, poco distante e bianco. Talmente bianco che sembra luccicare sul promontorio da cui domina la Valle della Luna, una zona magnetica, carica di energie e ancora abitata da alcuni nostalgici hippy.

Durante la mia ultima incursione a Capo Testa, quando sono andato a visitare il sito archeologico de Lu Brandali, ho fatto ovviamente un salto anche al faro! Non potevo andare via senza rivolgere lo sguardo a quel luogo sul quale sono stato tante volte.

Andarmene senza passare dal faro sarebbe stato un po’ come partire senza salutare una persona cara.

Il faro di Capo Testa è facilmente raggiungibile. Una volta arrivati a Santa Teresa di Gallura, nel Nord dell’Isola, usciti dal paese, basta seguire le indicazioni per Capo Testa. Da lì inizia una bellissima strada panoramica dalla quale si scorge il mare e che costeggia il percorso naturalistico realizzato sulla destra della carreggiata.

Dopo aver superato il bivio di Santa Reparata inizia la discesa che porta al ponte dei due mari, uno sulla destra e l’altro sulla sinistra, Rena di Levante e Rena di Ponente. Per il faro bisogna proseguire oltre, superare le case di Zia Colomba, fare il curvone, lasciarsi il bar di Patrizia alle spalle e continuare fino alla fine della strada che culmina in un grande slargo su cui generalmente si trovano dei bar-camper e alcune bancarelle. Una volta parcheggiata la macchina basta prendere il sentiero oltre il grande cancello sempre aperto e proseguire dritti dritti fino in fondo.

Se vi capita di passare per Santa Teresa di Gallura, non escludete una tappa al faro. Ne vale la pena! Io ve lo consiglio! Lasciatevi cullare dal vento mentre il sole innonda la Valle e il mare risplende riflettendo la luce. Là è vita, è poesia e libertà.

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