L’OPERA “SOSPESA” DI SIMONA MUZZEDDU A “PARATISSIMA MILANO” DAL 6 AL 10 GIUGNO: PER PHOTO WEEK NELLO SPAZIO BASE DEL CAPOLUOGO LOMBARDO

di SIMONA MUZZEDDU

L’Opera “SOSPESA” è stata selezionata per Paratissima Milano che verrà esposta allo spazio BASE di Milano durante la Photo Week, Zona Tortona, uno dei quartieri più dinamici di Milano, dal 6 al 10 giugno 2018. L’invito rivolto agli artisti sarà quello di interpretare le allucinazioni e le proiezioni futuristiche di “Through the Black Mirror”, tema e titolo dell’edizione milanese. Una particolare attenzione sarà inoltre rivolta ai progetti fotografici, celebrata dalla Milano Photo Week, cui sarà dedicata la sezione Ph.ocus.

Viviamo nell’era multimediale ed Internet è ormai una costante nella nostra vita quotidiana sicuramente è un impatto rivoluzionario nelle abitudini della gente che ormai si muove velocissima al ritmo di un “clic”. Non c’è attività sociale, studio o di lavoro che non ne possa fare a meno. Abbiamo una comunicazione velocissima frasi dirette scritte in breve tempo e altrettanto in breve tempo arriva la risposta. Il bisogno di condivisione ai tempi di Internet e dei social, hanno portato l’uomo ad avere una dipendenza da rete e un cervello impegnato sul monitor creando così una sorta di solitudine contemporanea. Ma nell’attimo esatto in cui spegniamo tutto, scende silenzio, occhi e cervello smettono di avere continui impulsi mediatici e quel continuo flusso di dati, dando “Sospensione”.

“Sospesa” è il titolo di questa opera dove la ragazza immortalata scruta silenziosamente chi la osserva. L’immagine da un forte senso di arresto del tempo, quasi trattenuto e teso. Uno sguardo diretto all’interlocutore pone un attimo di assoluta riflessione. Il soggetto stesso sembra arrivata da un’altra era, un tempo differente da quello che ci appartiene. In netto contrasto con il mondo di oggi, che corre sulle ali di una comunicazione per l’appunto rapida ed immediata, dove si fa un uso molto ampio dell’immagine ma, senza mai avere il tempo di soffermarsi ad indagarne la complessità.

Ma a dare un ulteriore senso di smarrimento percettivo dell’opera è la pixellatura che dà un impressione di deformazione all’immagine di non chiarezza, un vero e proprio disturbo visivo creando un certo straniamento dello spettatore, che viene portato a riflettere criticamente sul concetto stesso del “TEMPO REALE”. Il punto focale di questo scatto gioca comunque sulla triade tempo-illusione-verità, un’immagine che rimanda, come in un gioco di specchi, ad un’altra a sua volta mimesi della realtà. Qual’ è dunque la vera realtà? Quella all’interno di un monitor dove il tempo non lo si percepisce e ci distacca da tutto? O una vita più vissuta realmente, dove il tempo lo si riesce a percepire e vivere meglio?

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