“ERCOLE CONTU E LA SCOPERTA DELLA TOMBA DEI VASI TETROPODI”: IL DOCUMENTARIO DI ANDREA FENU TRIONFA A FIRENZE AL FESTIVAL ARCHEOFILM

di BRUNO CULEDDU

La pellicola di Andrea Fenu “Ercole Contu e la scoperta della Tomba dei Vasi Tetropodi” si è aggiudicata il premio “Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria” come miglior film di archeologia preistorica al Festival “Archeofilm” di Firenze.

È questo il più grande Festival internazionale dedicato al mondo antico e alle vicende dell’umanità di oggi e di ieri. Organizzata da Archeologia Viva (Giunti Editore), la manifestazione si è tenuta per la prima volta a Firenze dal 14 al 18 marzo 2018.

Sono stati proiettati più di 70 documentari per scoprire con il cinema il mondo e la sua storia.

I lavori hanno spaziato dai temi ambientali all’arte, nel pieno rispetto della garanzia scientifica.

La giuria composta da Fabio Martini (archeologo), Domenico Lo Vetro (archeologo), Silvia Casciarri (archeologo), Federico Micali (regista) ha assegnato il premio “Museo Fiorentino di Preistoria” a “Ercole Contu e la scoperta della Tomba dei Vasi Tetropodi” di Andrea Fenu (Italia 2016-17) ex equo con il film “De l’art au temps des dinosaures?” (Arte al tempo dei dinosauri?) di Jean-Louc Bouvret e François-Xavier Vives (Francia, 2016).

Il documentario di Fenu è stato premiato con questa significativa motivazione: “Originale nell’impostazione, costantemente in bilico tra resoconto scientifico ed esperienza umana dell’archeologo, il film narra la scoperta di un importante monumento preistorico della Sardegna attraverso la memoria del suo scopritore che accompagna gli allievi presenti alle riprese e contestualmente lo spettatore all’interno della tomba illustrandone l’importanza. Lo stile impiegato, semplice ed essenziale, è al servizio del contenuto e l’assetto formale, volutamente mai spettacolare, vuole sottolineare la dimensione umana del rito cui affidare la memoria dei defunti e anche la semplicità e la modestia con cui la scienza deve rivolgersi al passato. Molto efficace è l’uso della lingua sarda senza doppiaggio. Il film si apprezza anche per l’armonia tra mezzo stilistico e carica empatica. Il film bene rappresenta in questa rassegna la capacità di utilizzare sapientemente non solo la tecnica ma anche l’emozione, che è una essenziale componente dell’estetica”.

Ercole Contu già professore emerito di Antichità Sarde all’Università degli Studi di Sassari, considerato uno dei padri dell’Archeologia sarda assieme a Giovanni Lilliu, ha lasciato la sua firma nel documentario prima di spegnersi a Sassari nel gennaio scorso.

Nato a Villanova Tulo, sia come soprintendente che come docente ha dato un contributo importante e di inestimabile valore agli studi sulla preistoria e sulla protostoria della Sardegna. È autore di una eccezionale quantità di documenti scientifico-storici. Ha istruito e formato intere generazioni di archeologi.

A lui si deve la scoperta dell’Altare preistorico di Monte D’Accoddi a Sassari e gli scavi nei più importanti e conosciuti siti archeologici dell’Isola come i nuraghi Santu Antine a Torralba e Palmavera ad Alghero, il tempio di Domu de Orgia a Esterzili, la necropoli di Anghelu Ruju ad Alghero, i siti di Filigosa e Tamuli a Macomer. La sua ricerca si è concentrata soprattutto sull’età prenuragica e nuragica, ma ha indagato anche sui monumenti romani dell’Isola come il palazzo di Re Barbaro a Porto Torres.

Tra le attività realizzare fuori dalla Sardegna, si ricordano, tra le altre, gli scavi nel palazzo minoico di Festo a Creta e la frequenza della Scuola archeologica italiana di Atene.

Nel 1959, ad Alghero, dopo più di 5 mila anni di oblio, Contu riportò alla luce una delle sepolture neolitiche più importanti del bacino del Mediterraneo: la Tomba dei Vasi Tetrapodi, una delle domus de janas più imponenti dell’intero territorio regionale, scoperta nella necropoli di Santu Pedru ad Alghero e situata lungo la SS 127 in direzione di Uri.

Affiorato durante i lavori di costruzione di un acquedotto, il ritrovamento è senz’altro uno dei più belli e complessi ipogei preistorici sardi.

Vennero rinvenuti nella tomba, rimasta fino ad allora sigillata, ben 447 reperti in coerente successione stratigrafica, dal neolitico all’inizio dell’età del bronzo, consentendo così di chiarire il periodo di utilizzo delle domus de janas.

Il nome della tomba è dovuto alla presenza, tra i reperti, di grandi vasi con quattro piedi e ricchissime decorazioni.

Il documentario “Ercole Contu e la scoperta della Tomba dei Vasi Tetropodi” costituisce dunque un formidabile veicolo promozionale per far conoscere al mondo un  monumento archeologico sardo sinora poco noto.

Con Andrea Fenu, affermato programmista e regista dell’emittente televisiva sarda Videolina, ha collaborato alla direzione artistica Nicola Castangia. La direzione scientifica invece è stata curata da Nadia Canu. Riprese aeree di Maurizio Cossu. Fotografie di Nicola Castangia e Maurizio Cossu. Riprese e montaggio video di Andrea Fenu e Nicola Castangia. Virtual 3D di Marcello Seddaiu.

Il film è stato prodotto da Archeofoto Sardegna.

 

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