COSI’ LA PUBBLICAZIONE “LACANAS” PARLA DEI 700 NUMERI DI “TOTTUS IN PARI”, LA RIVISTA ONLINE CHE FA INCONTRARE I SARDI SPARSI NEL MONDO

di TONINO OPPES

Una mano poggiata sotto il mento. Lo sguardo è austero, impenetrabile; forse   rivolto a un pensiero lontano. E’ l’immagine fotografica più diffusa di Grazia Deledda la grande scrittrice sarda, nuorese, premio Nobel per la letteratura nel 1926.

La copertina di Tottus in Pari, la numero 700, è dedicata proprio a lei, simbolo della cultura sarda nel Mondo.

Il dipinto è dell’artista Gisella Mura, l’articolo che l’accompagna di Claudia Zedda. Due giovani sarde, dunque, celebrano la donna sarda per eccellenza. Lo fanno egregiamente, a modo loro: la prima con i pennelli, la seconda con le parole.

“700 volte … Grazia” è il titolo scelto dal direttore Massimiliano Perlato per l’ultimo numero della rivista online che dal 1997 informa, puntualmente, sulle tante attività dei circoli sardi sparsi ovunque. Un traguardo straordinario per una Testata che, grazie al Web, non conosce confini e tiene uniti i Sardi della diaspora alla loro terra d’origine.

“Sorrido quando penso alla fatica di realizzare il primo numero, ben ventuno anni fa…però è bello e appagante osservare l’ultima copertina. Passo dopo passo siamo arrivati a 700 numeri. Sinceramente non pensavo a questo traguardo…”

Massimiliano Perlato è giornalista pubblicista, responsabile da sempre della Testata. E’sardo a metà: madre di Terralba, padre lombardo della provincia di Brescia. Eppure ha la Sardegna nel cuore già dagli anni della prima infanzia, con le vacanze estive trascorse nel paese dei nonni, dove torna quando può. E allora è come recuperare spicchi di memoria.

“Mi ricordo le corse in bicicletta, da via Trudu a piazza Marconi, la strada tutta per noi. La vacanza in Sardegna era un sogno inseguito tutto l’anno. La mia vita era qui, a Cinisello Balsamo, ma con il pensiero andavo oltre il mare. E allora, ti assicuro, trovare un posto in nave era un’impresa. Ma nulla ci avrebbe mai distolto da programmare quel viaggio. La fatica era compensata da quell’abbraccio forte e protettivo che mi regalava l’Isola.”

Massimiliano Perlato frequenta fin da piccolo il circolo dei sardi della sua città,partecipa a conferenze, ascolta la voce degli ospiti del circolo. Cresce l’attenzione per l’Isola.

”Tutto merito di mia madre. E’ stata lei a portarmi qui” mi dice.

“Come è nata l’idea di dar vita a Tottus in Pari?”.

“C’era voglia di trovare un punto di incontro tra gente lontana, ma vicina nei sentimenti. Il progetto è nato all’interno del nostro circolo A.M.I.S di Cinisello su iniziativa di alcuni giovani che volevano creare uno strumento di comunicazione da mettere a disposizione di tutti i soci della Fasi e non solo. L’anno di nascita è il 1997. La Sardegna viveva un momento difficile: era in corso il sequestro di Silvia Melis.  Noi, al pari dei tantissimi Sardi onesti, soffrivamo molto. Venivamo additati come popolo di sequestratori, c’era rabbia per questo. Ecco credo che sia stata questa la molla che in noi ha fatto scattare il desiderio di far nascere uno strumento di contatto e di confronto. Internet ci ha fornito una ghiotta opportunità. Non è stato facile agli inizi, ma ora siamo conosciuti negli ambienti dell’emigrazione sarda di tutto il Mondo.”

“Insomma, un computer e un’idea: unire i Sardi sul web. E’ così?” domando.

“Sì. Con pochi mezzi, ma tanta buona volontà siamo riusciti a far “incontrare” un buon numero di emigrati e, contemporaneamente, a portare in Sardegna la loro voce.”

“Che bilancio si può fare della vostra esperienza?”

“Parlano i numeri. Nel 2017 hanno visitato il nostro sito 200 mila utenti. Negli ultimi otto anni abbiamo raggiunto 15 milioni di contatti. Forse sono piccoli numeri di fronte ai colossi dell’informazione, ma per noi sono dati appaganti.”

“Dove si trova il lettore più lontano?”

“Tottus in Pari viene letto ovunque nel Mondo. Intanto nei luoghi dell’emigrazione storica. Mi riferisco al cuore dell’Europa, ma anche all’Argentina o all’ Australia. E poi nei luoghi in cui è presente la nuova emigrazione: Usa, Inghilterra, Spagna, Asia.”

“Quanto è importante la tua rivista?”

“Non lo so, però sento che sia uno strumento di comunicazione utile e, soprattutto, adatto ai tempi di oggi e ai suoi ritmi. Viaggiando velocemente nel web cerchiamo di fornire notizie e di raccontare storie, che spesso sono storie di successo perché  i sardi residenti oltre Tirreno rappresentano una realtà unica; e le associazioni, di fatto, sono diventate preziosi centri culturali e luoghi di promozione in tantissimi settori che riguardano la Sardegna.”

“Chi sono i tuoi principali collaboratori?”

“Sono tanti. Moltissimi vivono in Sardegna, ma non posso certo dimenticare i collaboratori storici della Testata, l’instancabile Paolo Pulina, sempre presente, Sergio Portas, Cristoforo Puddu e tutti i referenti della Fasi che credono nel progetto. Molto materiale, come ti dicevo, arriva dalla Sardegna. E questo, lo dico con grande sincerità, è il nostro orgoglio.”

“Ti ricordi la prima copertina?” domando.

“Come posso dimenticarla! Dicembre 1997. Semplicissima. Direi povera vista con gli occhi di oggi. Era dedicata alla liberazione di Silvia Melis, poi conteneva uno scritto breve sulle ragioni della nostra nascita. Allora era presidente della Fasi Filippo Soggiu, al quale poco tempo dopo abbiamo dedicato una delle prime copertine a  colori. Sullo sfondo aveva il Duomo di Milano.”

“Torniamo alla copertina numero 700. Perché Grazia Deledda?” chiedo ancora a Massimiliano Perlato.

“Perché è il vanto dei Sardi, donna straordinaria, capace di narrare l’Isola e di proiettare le sue storie oltre i confini come nessun altro. A lei sono dedicati numerosi circoli. E poi perché, nell’immaginario dei più,  la scrittrice nuorese genera speranza e porta con sé talento, gioia, sacrificio e memoria,  elementi indispensabili per tenere ben salde le nostre radici che diventano più robuste se si lavora tutti insieme, Tottusinpari. Anche oltre i confini della propria terra.”

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Un commento

  1. Claude SCHMITT

    Non solo gli emigrati !eggono Tottusinpari ! Persino i sardi di cuore (come credo di essere io)… Giorgio Princivalle diceva che non bisogna essere nato o vivere in Sardegna per essere sardo, ché è piuttosto un “état d’âme particulier qui produit un certain type de conscience civile”…
    Claude SCHMITT
    (traduttore francese di autori sardi, nonché editore de LA REVUE SARDE,
    pubblicata gratis via e-mail: arasole@orange.fr)

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