L’ULTIMO SUPESTITE DELLA GRANDE GUERRA: I RICORDI DI ANTONIO CADONI ALLE PORTE DELLE SUE 106 PRIMAVERE

ph: Antonio Cadoni

di Gian Piero Pinna

L’ex capitano medico Antonio Cadoni, alla soglia dei 106 anni, è una leggenda vivente della Grande guerra. Già il 4 novembre scorso, era stato ospite della sezione oristanese dell’UNUCI, per ricevere una targa commemorativa e parlare della sue esperienza nella Grande guerra.

In quella occasione, da parte di numerose persone, era scaturita la richiesta al Consiglio direttivo dell’UNUCI, per la concessione della tessera “ad onorem” all’ex Capitano medico Antonio Cadoni. Inoltrata la domanda al Delegato regionale e alla Presidenza nazionale dell’UNUCI, questa era stata prontamente accolta.

Il 27 gennaio scorso, Giornata della memoria, nella prestigiosa sede dell’associazione, in via Campanelli ad Oristano, all’ex Capitano medico Antonio Cadoni, amorevolmente accompagnato dai figli Agostino ed Elisa, a colui che attualmente viene considerato l’ultimo grande sopravvissuto alla Grande guerra, nel corso di una cerimonia appositamente organizzata, è stata

consegnata la tessera di socio onorario dell’UNUCI. Per la circostanza, il presidente UNUCI, Martino Fadda, ha voluto sottolineare alcuni aspetti della carriera militare del capitano Cadoni, specificando che «Il dottor Cadoni, con i suoi 105 anni, è l’ufficiale italiano combattente della Seconda Guerra Mondiale più anziano ancora in vita».

Nel suo articolato e complesso discorso di ringraziamento, il dottor Cadoni, non è mancato di dare delle sferzate ai giovani di oggi definendoli “una generazione composta da molti bambocci e per di più, con un vocabolario molto limitato. Le ultime generazioni – ha sentenziato – hanno trasformato le concezioni di libertà, fraternità ed eguaglianza, in libertinaggio, egoismo e disuguaglianza”.

Non sono mancate le poesie che gli sono state dedicate da Giorgio Pani e da Gian Piero Angotzi, quest’ultimo, ne ha composta una molto suggestiva in sardo, che nelle prime strofe dice: “No est mancadu mai su valore/ e hat faddido solu sa fortuna/ ca non b’hat zente sutta sole e luna/ cun sas nostras eroicas virtudes;/ s’amore po sa patria no la mudes/ pesa unu cantu de gloria e de onore”.

Antonio Cadoni, nasce a Villacidro nel 1912, ma ormai si considera oristanese a tutti gli effetti, per aver trascorso gran parte della sua vita in città, dove ha esercitato la professione di dentista. Si era laureato giovanissimo, in medicina e chirurgia, a soli 24 anni, nell’Università di Roma. Nel 1938, diventa Tenente medico in servizio permanente effettivo del Regio Esercito Italiano e nel 1939, viene trasferito al Regio Corpo Truppe Coloniali e inviato nell’Africa Orientale Italiana. Viene fatto prigioniero di guerra e dal 1941 al 1945, lo sballottano in diversi campi di concentramento, prima in Eritrea, poi nel Sudan Anglo-Egiziano, in Sud Africa e negli Stati Uniti d’America. Lo congedano col grado di capitano medico nel 1947 e nel 1948 prende la specializzazione in Odonto-Stomatologia e Protesi Dentaria. Nel 1952 si stabilisce ad Oristano, dove esercita la libera professione sino al 1991.

Quando gli mancano nove anni al compimento del secolo di età, decide di donare tutta la sua attrezzatura e la sua biblioteca, al Seminario Arcivescovile di Oristano, che allestisce un’apposita sala denominata “Museo Cadoni”. L’ex capitano Cadoni, ha anche trasportato i suoi ricordi e le sue esperienza in diverse pubblicazioni, veri e propri documenti su un passato che ci deve sempre servire per non commettere più certi errori.

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