LE TORRI DI VIGILANZA LUNGO LE COSTE DELLA SPAGNA E DELLA SARDEGNA: QUELLA DEL TRAMARIGLIO NELL’ISOLA

di Dario Dessì

Dopo che i turchi si erano sistemati ad Algeri nel 1516, tutta la costa mediterranea spagnola fu sottoposta a continue incursioni da parte di pirati barbari.  Il re Carlo I di Spagna ideò un sistema difensivo basato sulla costruzione di torri di vigilanza lungo le coste esposte alle incursioni saracene .La maggior parte di quelle torri furono però costruite, durante il regno di suo figlio  Felipe II, da Joan Bautista Antonelli, ingegnere militare italiano, al servizio della Corona spagnola, nato a Gatteo in Romagna nel 1527. Il compito delle torri era quello di avvistare il nemico e di impedirne lo sbarco. Dalle torri si controllava l’orizzonte e alla prima indicazione di presenza nemica la sentinella di turno gridava “Hai moros en la costa” quindi si suonavano le campane e si accendevano fuochi di segnalazione. Anche la Sardegna era diventata preda ambita dei  berberi del Nord Africa, comandati da condottieri turco ottomani  e provenienti dal Nord Africa tra l’Egitto e Gibilterra. Subito dopo che i moreschi furono cacciati via dalla  Spagna, la pirateria nel mar mediterraneo ebbe un forte sviluppo dovuto alla presenza, a nord-est dell’ Africa, dei numerosi  musulmani, provenienti dalla Penisola Iberica , oltre a quella dei  corsari locali. Quelle escursioni  piratesche  per tutta la prima metà del Cinquecento afflissero  le popolazioni costiere della Sardegna e di gran parte di quelle dell’Italia meridionale e della Spagna. Addirittura, dal 1522, anno in cui il condottiero turco-ottomano Khayr al-Din detto Barbarossa si riprese la città di Peñón de Vélez de la Gomera – che insieme ad Algeri divenne la principale base dell’attività corsara, gli assalti diventarono pressoché quotidiani. Una lapide rammenta una delle tante scorrerie: A 5 de Arbili 1546 esti istadadisfatta sa villa de Uras de manus de Turcus e Morusessendicapitanu de Morus Barbarossa (“Il 5 aprile del 1546 è stata distrutta la città di Uras per mano di Turchi e Mori essendo capitano dei Mori Barbarossa”). Fu probabilmente il saccheggio dei villaggi di Quartu Sant’ElenaQuartucciu e Pirri da parte dei pirati barbareschi avvenuto nel 1582, che in quell’occasione giunsero fino alle porte di Cagliari, che indusse il re Filippo II di Spagna a concretizzare questo progetto difensivo con la costituzione, pochi mesi dopo, della “Reale amministrazione delle torri, simili a quelle già previste per i regni di Granada e di Valencia. Relaciòn de todaslascostasmaritimas del Reyno de Cerdena y de loslugares donde se devenhazerlastorres y atalayas, E pertanto nel 1583 nacque la reale Amministrazione delle torri che gestiva la loro costruzione e manutenzione, l’arruolamento dei soldati e il rifornimento delle armi. In Sardegna furono costruite 105 torri a pianta circolare, utilizzate per l’avvistamento, la difesa e l’offesa. Le torri costiere della Sardegna erano un complesso di strutture fortificate che a partire dall’Alto Medioevo e sino al 19° secolo avevano costituito un valido sistema difensivo, di avvistamento e di comunicazione  lungo lo sviluppo costiero dell’isola. A seconda delle notevoli dimensioni una  torrepoteva essere classificata come “gagliarda” o de armas cioè di difesa pesante, che ospitava una guarnigione composta da un alcaide (il comandante), un artigliere e tre soldati che disponevano di sette fucili, una spingarda e due cannoni calibro 10,9. Tra queste 105 torri, la torre di Tramariglio, ancora ben conservata, costruita nel 1591, sorge su un promontorio che si affaccia su Porto Conte. Sorvegliava un tratto di mare di 27 Km ed era in comunicazione con  altre torri non lontane: Nuova, del Bulo, de la Peyna e P.to  Giglio. Queste rappresentavano una parte del sistema  di avvistamento a difesa  della costa dalle incursioni dei pirati barbareschi. La sua costruzione,  iniziata  nel 1585 fu  completata nel 1598. E’ una torre cilindrica di dimensioni rispettabili, costruita in calcare su un basamento a tronco di cono, ha un diametro di 14 metri e un altezza di 11 metri  da terra al terrazzo, che costituiva la piazza d’armi. L’ingresso si apre a 5 metri dal suolo e, attraverso una scala a chiocciola si accede al terrazzo. L’interno è costituito da un unico ambiente con una volta a cupola sorretta  da un pilastro, accanto al quale si aprono i fori per l’aereazione  e l’illuminazione. Nelle pareti della camera, oltre al caminetto e all’accesso alla cisterna , si trovano sistemati piccoli pezzi d’artiglieria. Nel terrazzo sono visibili 4 cannoniere e tre garitte in muratura. Si conservano anche le mensole che sostenevano una quarta garitta. Alla base si possono ancora vedere alcuni resti del rivellino, un muro addizionale a forma di V o a semicerchio che serviva a difendere la porta. Tra le numerose torri costiere esistenti nel Parco Regionale di Porto Conte, la torre di Tramariglio, costruita in materiale calcareo,  per la  difesa contro eventuali attacchi provenienti dal mare,nel corso dell’occupazione spagnola  è  ubicata su un cocuzzolo a sinistra dell’ Hotel Capo Caccia e presenta una visione panoramica straordinaria oltre alla sua inconsueta bellezza. Non lontano, nelle vicinanze di Capo Caccia in territorio comunale di Alghero, furono costruite anche le torri della Pegna,  elevata a  271 m. sul livello del mare  e quelle del Buro,  di Porto Conte, Badde, Jana, Poglina e Porticciolo.

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