“OMPHALOS” DI SERGIO FRAU, IL PARADISO CHE DIVENNE INFERNO: IN SARDEGNA IL CENTRO DEL MONDO


di Antonio Maria Masia

Folta presenza e grande interesse, malgrado, purtroppo, la mia assenza dovuta al maestrale che mi ha costretto in Corsica per 3 giorni in più rispetto al previsto, all’incontro a Sorgono con Sergio Frau in occasione della presentazione del suo ultimo faticoso e monumentale lavoro: Omphalos (il primo centro, l’ombelico del mondo antico).

Ho però, ora, il piacere di portare all’attenzione degli amici di FB e dei soci del Gremio dei Sardi di Roma, ai quali avevo anticipato la notizia dell’evento, il resoconto Ansa della presentazione delle 1152 pagine del libro con centinaia di illustrazioni. Accompagnando il tutto con i resoconti giornalistici di introduzione, nell’aprile scorso, della grande mostra (oltre 300 foto scattate da Ettore Tronci con i suoi droni, sulla “Pompei Nuragica del Medio Campidano) e le locandine altamente significative e visivamente utili ed opportune per avere un primo immediato riscontro della materia.

Materia che Sergio Frau, forte della sua professione di giornalista affermato (lo ricordiamo giovanissimo fra i fondatori del quotidiano La Repubblica ed autore del famoso libro del 2002 “Le Colonne d’Ercole, un’inchiesta” e poi, nel 2004, Atlantikà) tratta con passione, curiosità intellettuale e piacevole scrittura, ma soprattutto con il presupposto fondamentale di un gran lavoro, di faticosa ricerca e di approfondita analisi dei miti, della storia e della geografia.

E non sono certamente io a riconoscere al suo lavoro validità e serietà, competenza e bravura, ma lo sono autorevoli intellettuali, studiosi, scienziati, accademici, storici, geografi. Basti citare Carandini, Beschaouch,Tozzi, Canfora,… e l’accoglienza riservatagli dall’Unesco nel 2005, dall’Accademia dei Lincei a Roma nel 2006 e dal Museo della Scienza di Torino nel 2007. Ricordo anche con orgoglio, seppure è piccola cosa, che al Gremio abbiamo avuto il piacere e l’onore negli anni scorsi di avere con noi Sergio Frau, a parlare e commentare il suo lavoro, traendone soddisfazione e stimoli.

Certamente non sono mancate e non mancheranno, anche per “Omphalos” critiche e veleni con i quali l’autore continuerà a confrontarsi e scontrarsi da par suo, ma occorre chiedersi: chi altri, come Sergio Frau, sta cercando, con determinazione e documentazione, di stimolare menti e istituzioni per indagare sulle vere origini della Sardegna e della civiltà nuragica? Che non può essere consegnata all’oblio del tempo e della storia come un semplice, grossolano ammasso di pietre. Chi pose e come quelle pietre per realizzare nella terra al centro del mondo e del mediterraneo, ricca di foreste e di minerali, oltre 20 mila torri, simbolo di una civiltà evoluta? Chi e perché ha realizzato intorno a Sorgono, il centro del centro del mondo sul 40° parallelo, oltre 200 menhir, e il rosone più grande, a richiamo dell’axis mundi (l’asse della terra) della chiesa di San Mauro,? E come collassò quella civiltà? Con lo schiaffo di Poseidone, come ci dice Platone e come ci ripropone Sergio Frau?

Lo vorremmo sapere.

Il lavoro e l’impegno di Sergio Frau vanno sostenuti da Sardi, che si devono riappropriare della loro storia, espunta da quella ufficiale, e dalle Istituzioni sarde che hanno il dovere morale e civile di aiutare chi pone le basi per nuovi studi e nuove ipotesi, non certo campate in aria ne fondate su fantasie e fantascienza.

Indagare, analizzare, confrontare mettendo a disposizioni, in concreto, risorse, energie e sinergie per dare risposte adeguate e condivise darebbe senso e significato a quel forte sentimento di identità di cui spesso parliamo…a vuoto.

Mi piace ricordare che:

– il 25 agosto delle ore 13 c’è stato un servizio di Roberto Olla su: Omphalos, la Sardegna Primo Centro del Mondo

– continua la mostra fino ad ottobre all’aeroporto di Elmas,

– il libro Omphalos è già reperibile nelle librerie.

Quarantesimo parallelo, lo stesso di Pechino, della via della seta, del Caucaso di Prometeo, di Samarcanda, dell’Athos in Grecia. Equidistante dalle coste occidentali del continente americano e da quelle orientali dell’Asia: 11.367 chilometri da una parte, 11.341,9 dall’altra.

Non sembra un caso che lì ci siano 200 menhir, più di Stonehenge, ed un rosone, il più grande della Sardegna, quello della chiesa di San Mauro, che guarda verso di loro. Il luogo si chiama Sorgono, in Sardegna. Ed è, o può essere, il centro del centro del Mondo. Lo dice Sergio Frau, lo scrittore giornalista che nel suo precedente volume aveva spostato le colonne d’Ercole un po’ più a est, nello stretto di Sicilia. Con una possibile conseguenza: non è che la Sardegna è la sommersa Atlantide, la grande e mitica civiltà sparita nel nulla nel mare.

Ora il volume “Omphalos, il primo centro del mondo” aggiunge elementi, ricerche e misure a quella ipotesi che rimane – questa l’intenzione dell’autore – sempre una proposta ma poggiata su misurazioni e ora anche sulle foto dei droni. Un punto di vista sorretto e giustificato punto per punto. Che suona come un invito a provare a cambiare prospettiva sulla storia dell’Occidente, ma anche del mondo.

L’autore ha presentato la sua fatica di 1.152 pagine proprio a Sorgono, centro di 1700 abitanti del Mandrolisai in provincia di Nuoro. Storia e mito che si cercano e si rincorrono. Prometeo nel Caucaso, nell’alba dell’occidente, e il fratello Atlante dov’è? I testi antichi dicono che è sempre in quel benedetto 40/o parallelo ma più a ovest, e precisano che è al centro del mondo. Ma dove? “La Sardegna – precisa Frau – regge molto bene la parte”.

La copertina del libro è chiara: due circonferenze uguali, e un punto di intersezione che cade proprio lì, in Sardegna. Una terra antica, l’isola, che a un certo punto della sua storia vede fiorire una grande civiltà, quella nuragica, che poi scompare, forse – questa la tesi già avanzata nel precedente libro – inondata dall’acqua. Una Pompei in mezzo al mare. Atlantide? Frau non la nomina ma mette a disposizione tutto quello che ha raccolto e che ha misurato. Come dire: provatemi che non è così.

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