LA XII EDIZIONE DEL TEATRO DEL SILENZIO A LAJATICO (PI) DOVE IL CUORE DELLA TERRA CANTA E DANZA CON LE OPERE DI GIUSEPPE CARTA

ph: Giuseppe Carta


di Manola Bacchis

Ti innamori dell’arte di Giuseppe Carta non appena vieni catturato dalle sue opere. La luce irrompe, di fronte ai suoi quadri e alle sue sculture rimani incantato. Sì, perché le sue opere sono note cantate. Il buio è la base, e da esso nasce l’incantesimo, la vita, o meglio la Germinazione. È così che pigmenti di luce affiorano con delicatezza. Non vi è opera che non evochi il canto della terra, la celebrazione del sole che dona, tutti giorni, in tutto il pianeta, l’energia per amare.

Non sai se sia un luogo fantastico o meno, poco importa: ti avvicini cauto, quasi con religiosità, ti fermi, e lo stupore è unico, indimenticabile. Alla vista dell’immensità delle opere lasci spazio esclusivamente al silenzio, massima espressione di ascolto. Odi il ritmo, ti senti cullare, percepisci l’attacco musicale, l’incontro, la nascita, il fiorire prodigioso.

Giuseppe Carta nasce in un piccolo paese della Sardegna, a Banari (SS). Terra di sole, di luce, di misteri, di uomini dediti all’unica reale fonte di ispirazioni e di vita: la coltivazione della terra.

Egli rimane incantato: “Lo attira il pianoforte. Il suo futuro sembra disegnato sulle note, ma non sarà scritto su uno spartito” scrive Tonino Oppes in Le magie di Palazzo Tonca (Delfino editore); e, in effetti, egli musicherà la bellezza della Natura con un tocco magico in ogni sua tela, in ogni sua scultura, evocatrici di anima, donando volti e corpo ad uno spartito dove, tutti noi, siamo i protagonisti.

L’energia vitale delle sue opere cinque anni fa arrivò proprio laddove il buio non è ostacolo alla vista, ma è fonte di luce, di sensibilità e di svelamento della bellezza estrema.

Fu così che il Maestro Andrea Bocelli chiese proprio all’artista banarese di realizzare, per la scenografia del Teatro del Silenzio, la gigantesca Melagrana, simbolo, oggi, dell’Andrea Bocelli Humanitarian Award. E, come tutti i simboli, la melagrana è un anello, un contrassegno di unione: la melodia lega i due artisti, nel Teatro del Silenzio vi è il riverbero della germinazione che, con soavità e morbidezza, ammiri ascoltando il canto della terra.

La lucentezza, il rosso fuococome il cuore della Terra, la forma sinuosa e danzante dei peperoncini, altro emblema di Giuseppe Carta, riempie il paesaggio Toscano. Dapprima a Pietrasanta (LU), genitrice delle stesse opere di Carta, grazie al prezioso bianco marmo e al bronzo, e, ora, a Lajatico nella provincia della rinomata Torre pendente, Pisa.

Uno scenario mozzafiato.

Le colline pisane abbracciano e creano l’anfiteatro naturale, dove il 3 agosto 2017, nel luogo natio di Andrea Bocelli, accoglieranno la XII edizione del Teatro del Silenzio e sarà una celebrazione alla vita, alla germinazione appunto, con Il canto della Terra.

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Un commento

  1. Che brava questa Manola Bacchis..Le sue parole sono musica

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