I RITI PER SAN GIOVANNI BATTISTA A BARI SARDO: TRA MITO, RELIGIOSITA’ E TRADIZIONI POPOLARI


di Luisa Carracoi

Li hanno fatti quest’anno i falò? – chiesi a Cinto.

Noi li facevamo sempre. La notte di S. Giovanni tutta la collina era accesa.

(Cesare Pavese, La luna e i falò, 1949)

Il 24 giugno,  chiamato anche Lampas o Dies lamparum,  per la consuetudine di portare fiaccole accese per i campi e per le stradeè il giorno in cui nel calendario liturgico della Chiesa cattolica si ricorda la natività di San Giovanni Battista. Si tratta della principale festa della luce, ma  il suo epicentro è la notte; è  festa del fuoco (simbolo del principio maschile), ma anche dell’acqua (simbolo del principio femminile). D’altronde il fuoco e l’acqua sono gli elementi centrali della predicazione del Battista. Dice Giovanni Battista: “Io vi battezzo con acqua…; ma colui che viene dopo di me… vi battezzerà in spirito santo e fuoco” (Matteo 3.11).  Essa è una   festa  le cui origini si perdono nella notte dei tempi,  in un periodo molto anteriore al cristianesimo e nella quale convergono    molti  riti indoeuropei e celtici esaltanti  la terra  feconda di erbe, di messi e di fiori.  La sua celebrazione è legata a quella del solstizio d’estate,  che segna l’ingresso di una nuova stagione e  un periodo in cui si pensava avvenissero prodigi miracolosi. Un misto di sacro e profano, di magia e religiosità la cui rievocazione  accompagna ancora oggi   molte comunità di tutto il mondo.  Riti  di  morte, purificazione, rinascita  e fertilità. Chiaro è il richiamo al mito classico di Giano, il dio dai due volti, che apre le porte;  il dio dell’iniziazione. Nei testi rinascimentali Giano è rappresentato spesso come un uomo barbuto impugnante due chiavi; queste chiavi sono quelle delle porte solstiziali, Janua Coeli (solstizio d’inverno) e Janua Inferi (solstizio d’estate). Con il cristianesimo,  il solstizio estivo si carica di un simbolismo nuovo. Il sole col suo decrescere segna la fine di un’epoca, quella del Vecchio Testamento; mentre il solstizio d’inverno, segna la nascita del Nuovo Testamento. Tuttavia, nei confronti di questi riti, la Chiesa ebbe fin dai primi secoli un atteggiamento di estrema diffidenza. Già Sant’Agostino intervenne  contro l’uso  di bagnarsi in mare per purificarsi, definendola una superstizione pagana che toglieva valore al battesimo cristiano. Nel x secolo Cesario di Arles condannò  la pratica del “lavacro sacrilego” nelle fonti e nei fiumi  in occasione di San Giovanni;  Attone da Vercelli, nello stesso periodo,  condannò  come peccato i riti di questa notte: pernottare presso fonti e fiumi, cantare e danzare, annunciare  presagi, raccogliere erbe e foglie  “battezzate” nelle acque (artemisia, iperico, elicriso, timo, rosmarino). Si narra che in  quella notte di antichi riti e sortilegi le streghe si riunivano sotto un albero di noci per compiere i loro sortilegi  e per cacciarle si doveva tenere con sé  un rametto di erba ruta, Herba de fuga demonis.

Questi riti, però, resistono tuttora,  e hanno una forte incidenza  di intenso valore sociale. In alcune località, la sera antecedente la festa, è  in uso accendere, lungo il percorso della processione, i fuochi con le felci  impiegate in precedenza per il Corpus Domini.  Nel passato, il  bestiame,  veniva fatto passare attraverso il fumo o le ceneri per immunizzarlo dalle malattie e dai malefici.   Le giovani coppie, ancor oggi, in alcune località contadine, hanno in uso di saltare, presi per mano, le braci per  tre volte, come auspicio di fertilità. Le ceneri  vengono poi sparse nei campi,  poiché si ritiene  abbiano effetti benefici per la nuova annata agraria. Inoltre, i fiori bagnati di rugiada della notte, allo spuntar del sole vengono  raccolti  in mazzi per essere benedetti in chiesa. Anche il grande scrittore Cesare Pavese e la nostra conterranea Grazia Deledda hanno descritto i riti legati alla rinascita, attraverso i germogli di grano, “su nenniri” in Sardegna, e i riti legati a San Giovanni e alla Settimana Santa. 

Anche nel mio paese, Bari  Sardo (Ogliastra), la stagione estiva   si apre con le celebrazioni religiose dedicate al santo precursore e il tutto culmina nel rito del comparatico , cioè nella nascita di compari e comari “de frorisi”, che stringono un patto di forte amicizia che rimane indelebile per tutta la vita. Il rito, celebrato davanti al sacerdote, consiste nel prendere un fazzoletto, che annodato sapientemente si fa tirare per i due capi opposti dalle due persone che intendono stipulare questo patto fraterno. Quando il nodo si scioglie si recitano i seguenti versi: “ Comari seusu, figgias de Deus, de Santu Giuanni i si feusu a comaris,  Bonas dias Bonas tardas”. Il secondo fine settimana di Luglio ( Mes’e Orgiolas), la festa viene celebrata in forma ancora più solenne, con una meravigliosa processione impreziosita da donne e uomini in costume, cavalieri accompagnati dal canto de “is goccios”, il suono delle launeddas e il carro de “ is bois muraus” che dalla Chiesa di San Giovanni arriva composta fino ai piedi della torre spagnola. Questa festa, per la ricchezza di cerimoniali e di riti che la caratterizzano risulta tra le più affascinanti e interessanti di tutto l’anno.  Essa ha ancora una forte incidenza nella vita quotidiana, in particolare per la preparazione di Su Nenniri e della Croce di fieno” Su Santu”. Il mito cui fare riferimento è antichissimo e si può trovare in tutti i paesi affacciati sul Mar Mediterraneo: Iside e Osiride in Egitto, Tammuz e Astarte in Babilonia e in Grecia dove, da tempi immemorabili, si realizzano i giardini di Adone. Circa quaranta giorni prima, come durante il periodo precedente la Santa Pasqua, le donne bariesi seminano chicchi di grano in vasi di terracotta che innaffiati molto di frequente e conservati al buio danno vita a germogli di un verde-giallo chiaro e molto brillante, i quali durante la solenne processione di San Giovanni Battista di Luglio, privati della Croce di canna e fenu, vengono gettati in mare in segno di buon auspicio. Anticamente le croci erano composte da un tronco principale verticale e da due intersecazioni orizzontali dove venivano appesi i filari di frutta . Attualmente presentano forme più elaborate che comunque si rifanno a simbologie religiose. La preparazione della croce richiede settimane di minuzioso lavoro: la raccolta de s’enarzu al tramonto ,  che risalta colori dorati o rosei a seconda del terreno in cui è stato raccolto, il taglio delle canne che fanno da impalcatura per i rombi che verranno intrecciati e ad esse legate con attenzione e meticolosità. Il supporto principale è costituito da due o più canne, sule quali vengono applicati dei rombi, composti da due segmenti di canna intorno ai quali viene intrecciato s’enarzu a formare figure di rombi o quadrati.  A lavoro ultimato, si prepara la frutta e su pani pintau per abbellire ulteriormente Su Santu. Le sculture di pane che raffigurano fiori, cuori, spighe… vengono realizzate con un impasto di semola, acqua e sale lavorati fino ad ottenere una pasta elastica. Attraverso particolari attrezzi antichi come, sa sarretta, una rotella con la circonferenza zigrinata, costruita con una moneta antica e provvista di manico e l’ausilio di una forbicina si dà vita a dei veri e propri gioielli. La frutta e il pane che orna la croce de Su Nenniri viene poi offerta in segno di amicizia alla comunità e ai turisti. Tre giorni di grande festa religiosa e civile, sempre indimenticabile…., in attesa di un nuovo germoglio, Su nenniri  de Pasca Manna.

“Era, sì, come il ramo caduto sull’erba, stroncato dal vento o dal potatore, non morto, anzi pronto a germogliare di nuovo, se la terra lo riprende: e Concezione, in quel giorno di acerba primavera, sentiva anche lei qualche cosa di simile. Sette piattini fondi, dove ella aveva fatto germogliare nell’acqua un po’ di grano, furono collocati, come diadema di rinascita, intorno alla testa del Cristo: era bianco, il grano, e odorava di amido…” (G. Deledda, La chiesa della Solitudine).

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Un commento

  1. Ormai non mi sorprendo! Finalmente Luisa ha deciso di condividere con noi le sue ricerche, frutto di uno studio costante! Grazie a tottusuimpari per aver pubblicato queste perle di cultura! Per quanto mi riguarda, leggo con tanto entusiasmo e apprendo nuove conoscenze! Non si finisce mai di studiare e di imparare!

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