LEGGERE LIBRI NELLE CASE DI CHI E’ RIMASTO ANALFABETA: LA MISSIONE CULTURALE A OLLOLAI DELLA BIBLIOTECARIA STEFANIA CORONA


di Nicola Pinna

Nella casa di Maria Bussu una libreria non c’è mai stata. Quadri, foto in bianco e nero, cestini antichi, tovaglie ricamate a mano e bei vasi, ma libri proprio no. «Non ne ho mai letto uno e ora, a 79 anni, scopro che tra quelle pagine si possono fare grandiose scoperte. È possibile fare il giro del mondo, stando comodamente seduti, conoscere luoghi o situazioni che dalla mia Barbagia sono lontanissimi». Il tour operator di questo viaggio culturale è una giovane bibliotecaria assunta per un progetto straordinario: portare i libri nelle case del paese di Ollolai, leggerli a voce alta a chi non ne ha mai sfogliato uno e a chi purtroppo è rimasto analfabeta. «Il bello di questa iniziativa – dice Stefania Corona – è che uniamo la missione culturale all’impegno sociale. Con questo servizio offro agli anziani l’opportunità di recuperare un po’ della cultura persa nel corso della vita, ma non solo: assicuro loro qualche ora di compagnia e svago. Per me è davvero bellissimo, questi anziani mi fanno sentire davvero a casa. Quasi fossi una loro nipote». 

Ed è bello anche per loro, evidentemente. Giovedì pomeriggio, infatti, Stefania ha due appuntamenti in agenda. Si parte dal centro storico, dalla casa di Giua Columbu, un arzillo settantacinquenne che si diletta con la poesia improvvisata. Si va a piedi, attraversando i saliscendi di questo paese di montagna che tenta in ogni modo di contrastare lo spopolamento e di rendere vivace la vita degli anziani, cioè il 60 per cento della popolazione. Giua Columbu sta già aspettando sull’uscio e apre la porta in un istante: «Non vedevo l’ora di scoprire il nuovo capitolo del libro sui banditi sardi. Li hanno dipinti sempre come delinquenti, ma spesso erano disperati. Gente povera che non aveva alternative. E anche nell’illegalità hanno fatto una vita da eroi: non è mica facile vivere in campagna, per di più da latitanti. Io ho fatto il pastore da quando ho finito la seconda elementare e so benissimo quanto sia difficile passare le giornate in montagna, al freddo o in mezzo alla neve. Quello che non sapevo è che leggere un libro può essere molto appassionante, anche meglio della televisione». 

Ollolai è il paese di Franco Columbu, il mitico allenatore di Arnold Schwarzenegger, uno dei più grandi amici dell’ex governatore della California. In questo borgo di pietra, protetto dal vento da una delle cime più alte del Gennargentu e diventato famoso per il palio degli asinelli, sono rimasti a malapena 1300 abitanti. «Quasi tutti sono anziani – dice l’assessore alla Cultura, Maria Laura Ghisu –. I nostri servizi, dunque, devono essere rivolti anche a loro. Certo, verso i giovani abbiamo grande attenzione, ma non possiamo escludere i pensionati. Molti vivono da soli e per questo ci è venuta l’idea di istituire la biblioteca itinerante. È la prima iniziativa di questo genere in Italia e, infatti, il successo è stato immediato». 

La biblioteca, quella classica, è nuova, ricca, colorata e accogliente. Oggi, per di più, è piena di ragazzini. Vengono qui a fare i compiti e a concedersi qualche momento di gioco tra un problema di matematica e una lezione di storia. Ogni tanto, anche se non lo prescrive l’insegnante d’italiano, si portano a casa uno dei 13 mila volumi esposti sugli scaffali. «La nostra iscritta più anziana è una signora tedesca che abita a Ollolai da molti anni – racconta la bibliotecaria Anna Guiso –. Sceglie 15 libri ogni volta che viene e li riporta in pochi giorni. Sembra quasi che li divori. Per il resto accogliamo solo persone giovani, nessun anziano viene mai in biblioteca». «Eppure sarebbe bello che anche i nostri nonni venissero qui a passare il pomeriggio con noi – dicono in coro i ragazzini alla prese con lo studio quotidiano –. Anche noi saremmo disposti a leggere un libro per loro. Potrebbe essere una bella occasione di confronto, di scambio». 

Maria Bussu in quasi 80 anni di vita non ci è mai entrata. «Non sapevo neanche che in paese ce ne fosse una. In realtà, non ho mai sentito la necessità di andare a prendere un libro. Ma l’idea che qualcuno venga a leggerlo a voce alta a casa mia mi è piaciuta subito – racconta -: Stefania mi spiega tutte le parole difficili che da sola non sarei mai riuscita a capire. Anche io, comunque, avrei molte storie da raccontarle». 

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