“ANTONIO GRAMSCI – LE RADICI MATERNE”: LO STORICO FRANCESCO SONIS RICOSTRUISCE L’ALBERO GENEALOGICO DEI MARCIAS


di Cristoforo Puddu

L’ultra quarantennale attività di scrittura letteraria ha consacrato Francesco Sonis, nativo di Uras e residente a Mogoro, come uno dei massimi poeti sardi in lingua italiana. Coltivando un originale percorso lirico creativo, segnato da significative raccolte in versi come Diritto di vivere (1976) fino alla recente opera Alla fine del giorno, ha evidenziato una particolare attenzione “storica” a persone e luoghi della storia “periferica” e locale. Ed è proprio attraverso documentate monografie e ricerche sul tema dei villaggi scomparsi della Marmilla (es.: Sitzamus) che si era finora cimentato – con senso di profonda umanità e sensibilità identitaria, verso luoghi per cui rivendica una partecipata appartenenza – il Sonis storico.

E ancora una volta Francesco Sonis, attento alla piccola-grande storia locale, ha scandagliato per anni tra i registri dei Quinque Libri degli Archivi storici diocesani di Oristano ed Ales, l’Archivio di Stato di Oristano e una miriade di atti notarili per definire il ramo materno dell’illustre politico e pensatore sardo Antonio Gramsci (1891-1937). Il frutto della lunga e paziente ricerca è ora pubblicata, per le Edizioni Sguardi Sardi – L’Isola Fotografica, nel libro Antonio Gramsci – Le radici materne. Il ramo dei Marcias è indagato, con fedele ricostruzione di vita ed attività (es.: bottai), fin dal XVII secolo. L’origine è collegata ai centri di Pabillonis e di Forru, odierna Collinas, ma riserva una sistematica e particolare attenzione a tutto il successivo percorso familiare da cui nacque Peppina Marcias (1861-1932), madre di Antonio. Il percorso dei Marcias e delle diverse famiglie collegate, si sviluppa nei centri di San Gavino Monreale, Sardara, Oristano, Ghilarza, Terralba, Ales e Sorgono.

Il volume di Francesco Sonis è un lavoro di estremo rigore scientifico, che definisce con estrema certezza documentale l’Albero Genealogico materno di Antonio Gramsci. L’opera è ulteriormente impreziosita dalle puntuali documentazioni fotografiche e dalla simbolica e suggestiva immagine di copertina (nebbia invernale nella foresta di Acquafrida di Ales, paese natale di Gramsci) di Ivo Piras.

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