NOI SARDI LONTANI, SPESSO CI SENTIAMO ABBANDONATI: L’INTERVENTO AL VI CONGRESSO F.A.SI. DELLA PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE DEI CIRCOLI SARDI IN ARGENTINA

ph: la platea al VI Congresso F.A.S.I. svoltosi a fine novembre a Quartu Sant'Elena


di Marga Tavera

Quando si parla di emigrazione, come se fosse un fatto anacronistico, va valutato che ancora oggi la gente, i giovani lasciano la propria terra in cerca di lavoro. I circoli, e lo dico considerando l’esperienza di quelli dell’Argentina che dirigo, sono ancora un punto importante di riferimento.

In questo 2016, l’Associazione “Sardi Uniti” di Buenos Aires ha compiuto 80 anni. Un caso eccezionale di un sodalizio vivo e vegeto che si pone a disposizione di chi, giunto da poco in Argentina, necessita di un sostentamento. Eppure molte realtà associative rischiano di scomparire. Rischiano l’estinzione dopo tanto lavoro svolto nel creare questa rete che accomuna i sardi nel mondo.

E’ un momento di grande crisi economica quella che stiamo vivendo sulla nostra pelle. E anche i nostri circoli si devono reinventare, cercare nuova linfa vitale per sopravvivere. Il passato straordinario non basta per tenersi a galla.

Viviamo in piena emergenza con la mancanza di risorse per poter tenere in vita le nostre sedi e soprattutto con la conseguente incapacità di creare eventi culturali che possano dar lustro alla Sardegna  in un continente così lontano da casa nostra.

Le distanze con le nuove tecnologie oggi si sentono di meno: internet e i social network ci fanno  sentire fra i nostri affetti e le nostre conoscenze con un semplice clic, ma per il resto siamo lontani. Anzi, lontanissimi.

L’esempio lo abbiamo avuto giusto un anno fa in occasione del VII Congresso della Federazione dei circoli sardi d’Argentina che si è svolto a Buenos Aires. In quell’occasione,  nonostante gli inviti, nessun rappresentante della Regione Sardegna ha partecipato al nostro evento. Ci siamo sentiti soli. Isolati dal mondo e quasi abbandonati da chi ci dovrebbe in prima persona, sostenere.

Il programma lo avevamo intitolato “Essere sardi in Argentina” perché volevamo trasmettere questo messaggio, ovvero mettere in mostra le peculiarità delle nostre associazioni. Cercare di mantenere intatto il cordone ombelicale con mamma Regione attraverso le attività promosse e i progetti da affrontare.

Dalla Sardegna si continua ad emigrare: i numeri sono impietosi e continuano inesorabilmente a crescere. Speravamo tutti che l’emorragia principale fosse legata al dopo guerra. Ma così non è. Certo i numeri più imponenti portano nelle grandi capitali europee. Ma non solo. Oggi si attraverso l’Oceano per raggiungere l’Australia e il sud America. Giovani qualificati che cercano chance occupazionali ovunque.

Mi auguro che prima o poi ci sia un’inversione di tendenza e che l’emigrazione possa decisamente attenuarsi. Noi come emigrazione sarda organizzata dobbiamo cercare di contribuire a mantenere comunque vivo il patrimonio culturale della nostra isola, valorizzando anche le figure che giocoforza hanno lasciato la propria terra.

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