MONTE ZEBIO 2016: NELL’ANNO DEL CENTENARIO, ROSE BIANCO-ROSSE E IL SUONO DELLE LAUNEDDAS PER I NOSTRI CADUTI

immagine di Elena Pianezzola


di Elisa Sodde

Dae sos montes sardos una rosa

jughide a sos chi mortos sunt in ie

ca dromint in su fritu de una losa” (*)

Una splendida mattina dal cielo terso e baciata dal sole ha contrassegnato la Giornata della Memoria 2016 sul Monte Zebio, organizzata lo scorso 4 settembre, dall’Associazione Culturale Un ponte fra Sardegna e Veneto, in collaborazione con l’Associazione Culturale Sardegna Nostra.

La bella giornata è iniziata con la guida del Lgt (ris.) Antonio Pinna – consulente storico del Progetto di recupero dei siti storici della Brigata “Sassari” sull’Altopiano di Asiago, portato avanti da un Comitato di 131 Comuni della Sardegna i cui Caduti riposano nel Cimitero di Guerra della Brigata “Sassari”, sullo Zebio – che ha accompagnato i numerosi partecipanti, arrivati oltre che dall’Altopiano, dalle province di Venezia, Padova, Treviso, Vicenza, Verona e Ferrara, alla visita ai Luoghi della Memoria presenti nel comprensorio del Museo all’aperto di Monte Zebio – Asiago (VI).

Il percorso storico-culturale, arricchito dall’emozionante lettura dei passi della memorialistica (appositamente scelti dal Lgt Pinna) da parte della Dr.ssa Maria Giovanna Perfetto, si è snodato lungo la dorsale montana che da q. 1.706 di Casara Zebio, passando per la lapide che ricorda il padovano Ten. Dario Bezzan scende per il cratere della mina di Scalabron, verso il caposaldo A.U. di q. 1.626 prospiciente le linee occupate cento anni or sono dalla Brigata “Sassari”, dove ancora visibili sono i resti delle vestigia belliche degli eserciti all’epoca contrapposti: trincee, postazioni per mitragliatrici, ricoveri in caverna e mulattiere selciate. Ambienti montani, quelli dello Zebio, in cui migliaia di Sardi, per un intero lungo anno, vissero i tragici eventi della Grande Guerra descritti nelle pagine del celebre libro del Capitano Emilio Lussu e in quelle non meno intense ed avvincenti del Ten. Alfredo Graziani, Fanterie sarde all’ombra del Tricolore.

L’aspetto più toccante della manifestazione si è svolto nell’Area Sacra del Cimitero di Guerra della Brigata “Sassari”, dove Sardi e Veneti, coordinati dai Presidenti delle due citate Associazioni organizzatrici (rispettivamente, la Dr.ssa Elisa Sodde e il Sig. Giovanni Denti), si sono ritrovati per prendere parte alla cerimonia commemorativa diretta dal Lgt. Pinna, delegato anche in questa occasione dal Coordinatore del Comitato dei Comuni della Sardegna, Ing. Antonio Quartu, Vice-Sindaco del Comune di Armungia (CA), Comune capofila del Progetto.

La commemorazione, semplice ma fortemente voluta e particolarmente sentita, alla quale hanno partecipato una rappresentanza dell’Amministrazione Comunale di Asiago, delle locali Sezioni dell’Associazione Nazionale del Fante, dell’Associazione Nazionale Alpini e della Schola Cantorum – Coro S.Matteo di Asiago, è stata scandita da vari, significativi momenti.

Col sottofondo dalle launeddas del Maestro Fabio Melis della Scuola civica di musica “Sonos” della provincia di Sassari, i presenti hanno intonato l’Inno di Mameli, mentre due giovanissimi ragazzi, un veneto e una sarda, insieme al Prof. Loris Giuriatti (Direttore dell’Istituto Enaip di Bassano del Grappa), hanno issato sui pennoni posti all’ingresso dell’Area Sacra, il Tricolore e le Bandiere regionali del Veneto e della Sardegna.

La rievocazione storica dei fatti d’Arme, curata dal Lgt. Pinna e intervallata da alcuni toccanti passi tratti dalla memorialistica di guerra, interpretati dalla Dr.ssa Perfetto, ha dato modo ai partecipanti di arricchire le conoscenze storiche sugli eventi bellici svoltisi un secolo fa fra le balze rocciose dello Zebio.

Densi di significato morale sono stati i discorsi degli intervenuti:

– la Dr.ssa Egle Dalle Ave, Assessore al Bilancio, Politiche energetiche e Protezione civile del Comune di Asiago, a nome del Sindaco Avv. Roberto Rigoni Stern, nell’esprimere i saluti e la calorosa vicinanza dell’amministrazione, ha tenuto a evidenziare il sentimento di riconoscenza della comunità asiaghese nei confronti dei valorosi Sardi che un secolo fa sacrificarono la loro vita per la libertà di queste Terre;

– la Presidente dell’Associazione Un ponte fra Sardegna e Veneto, nel sottolineare il progetto culturale riassunto nel nome stesso dell’Associazione, ha ribadito l’importanza del significato morale di tali Giornate della Memoria e di siti storico-culturali come il Museo all’aperto dello Zebio. Come insegna, infatti, Niccolò Tommaseo, “la dimenticanza nell’uomo e nei popoli perde sia la libertà che la Nazione: perché il senso della Nazione non è che memoria”. Ha, quindi, dato lettura del messaggio indirizzatole dall’Ing. Antonio Quartu; portato i saluti dell’Amministrazione noalese pervenuti dalla Professoressa Patrizia Andreotti, Sindaco del Comune di Noale (ove l’Associazione ha sede), e del Gen. Nicolò Manca, primo Comandante sardo della Brigata “Sassari” (il cui zio materno, Francesco Loddo, da Ortueri (NU), da cento anni riposa fra le abetaie di Monte Zebio), i quali a causa di impegni precedentemente assunti o di natura familiare non hanno potuto presenziare alla cerimonia;

– il Sig. Giovanni Denti, Presidente dell’Associazione Sardegna Nostra con sede a  Romano d’Ezzelino (VI) che, dopo aver portato i saluti dell’Amministrazione Comunale, ha ricordato le attività culturali che con tanto impegno il sodalizio conduce, da oltre trent’anni, nel territorio vicentino.

– l’Avv. Luigi Bezzan ha ricordato le gesta eroiche del padre, Dario Bezzan, Ufficiale della Brigata “Milano”, che a Monte Zebio combattè fianco a fianco con gli intrepidi Sardi della Brigata “Sassari”.

Emozionanti sono stati sicuramente gli attimi conclusivi della Cerimonia, in cui tutti i partecipanti, in religioso silenzio e al suono dei cento rintocchi della campana votiva del centenario, hanno deposto ai piedi di ogni croce  un bocciolo di rosa bianco-rossa (i colori delle mostrine della “Sassari”) decorato da un nastro anch’esso bianco-rosso e un rametto di profumato mirto, essenza evocativa della Terra di Sardegna, amorevolmente composti dalle mani delle signore dell’Associazione di Romano d’Ezzelino.

È seguita la deposizione di un cesto di fiori, omaggio del Comitato dei Comuni sardi ai Caduti e portato quest’anno da due donne, una sarda e una veneta, in una sorta di corale espressione dei sentimenti delle donne sarde e venete ai giovani ragazzi caduti per la Libertà e l’Unità dell’Italia.

Infine, dopo la disposizione di tutti i presenti lungo il perimetro esterno del Cimitero, è stata data lettura dei nomi di ognuno dei 218 Caduti accompagnata dalle struggenti note del Non potho reposare eseguito dal Maestro Fabio Melis, con lo strumento a fiato più antico del Meditarraneo, le launeddas, tanto care alle Genti di Sardegna e, vogliamo immaginare, gradite dai nostri poveri ragazzi che non fecero più  ritorno alla Terra natia, il cui spirito aleggia leggero sul prato verde di Casara Zebio.

Un piccolo momento conviviale, allestito presso il Rifugio Stalder, nel quale sono stati distribuiti ai partecipanti panini con gustosa soppressa veneta, un buon bicchiere di Cannonau, un antipasto di terra con tipici prodotti sardi (fra i quali il fragrante pane carasau anche quest’anno offerto, per l’occasione, dal Panificio Bulloni di Bitti (NU)), seguito da dolci con le mandorle e gli immancabili mirto e filu ferru sardi, ha concluso l’interessante giornata culturale sardo-veneta.

 (*): tratto da una Poesia in Lingua Sarda-Logudorese di Autore Anonimo.

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