LA LUCE E LE OMBRE: MARCELLO FOIS CONTINUA IL RACCONTO DELLA FAMIGLIA CHIRONI

ph: Marcello Fois


di Annamaria Torroncelli

È una capriola narrativa quella che dà l’avvio  al terzo romanzo della saga dei Chironi, Luce perfetta: una parte quarta che racconta fatti del 1999 e che si antepone al capitolo primo ambientato nel ventennio precedente.

Quasi una dichiarazione d’intenti dell’Autore che sembra ammonire. Non fatevi ingannare da quel che vi apparirà, andate fino in fondo, completate la capriola. E tutto sarà diverso. E così è. Tutto diverso.

… Mimmìu era diventato lo “zio” di Cristian e Domenico suo  “fratello”. Che da un punto di vista della linea parentale genetica non ha nessun valore, né senso, ma, da quello della linea parentale affettiva, è quanto basta per dare un senso a una vita intera.

Anni ’70. L’Italia è minacciata dalla violenza terroristica, la Sardegna offesa dagli abusi edilizi e estenuata dalle sempre difficili  comunicazioni con il continente.

Domenico Guiso e Cristian Chironi crescono come fratelli, o meglio, in una forma di fratellanza che, spesso,i fratelli veri non hanno. La loro amicizia, forte e a tratti anche morbosa come una storia d’amore, si incrina per una ragazza, Maddalena Pes, una di quelle donne che migliorano col tempo.

Maddalena, sebbene innamorata di Cristian e ricambiata nel suo sentimento, sposa Domenico, portando nel suo grembo una scheggia di vita di Cristian.

Lei sapeva benissimo quanto fosse suo ogni millimetro di quella pelle (quella di Cristian), perché per quell’uomo nutriva qualcosa che non era semplicemente attrazione, o amore: era fame. Ecco, se alla fine di quel pomeriggio clandestino, col grigio acciaio che sferzava gli alberi nudi fuori dalle finestre, le avessero chiesto cosa provava per Cristian, non avrebbe avuto dubbi a rispondere: fame. E per quell’altro? Per Domenico? Affetto. Affetto avrebbe detto.

La fame, quindi.

E non solo quella d’amore, di Maddalena per  Cristian, ma anche, e soprattutto, quella per il denaro, per il patrimonio. Una bramosia che non conosce differenze sociali e umane e rimane intatta negli anni, protagonista e motore di ogni vicenda.

Dietro la facciata di un matrimonio perfetto che di perfetto sembra avere solo la complicità per salvare la “roba”, si nascondono anime soffocate da scelte sbagliate, convinte che l’infelicità sia solo un accanimento del destino.

L’Autore ne strappa con perizia il velo omertoso e sotto la nebbia di una realtà dai ritmi pacati intuisce un senso di angoscia e tensione, un po’ come avviene ascoltando il tema musicale dei Pink Floyd, Us and them, contrappunto sonoro ad alcune scene dell’azione.

Una calma ipnotica che nasconde inquietudine. 

Personaggi dai tratti misteriosi, quasi indecifrabili. Che svelano essere altro. 

Come la coabitazione quasi inconsapevole nella stessa persona, Domenico Guiso, di una parte glaciale al limite del malvagio e una sensibile e destinata alla deriva autodistruttiva, che ci sorprende e coinvolge a tal punto che quasi non siamo più capaci di dare un giudizio sereno sulle nefandezze compiute.

Anime misteriose, quindi, come la natura della Sardegna con i suoi profumi di terra e di mare, aspri e penetranti. In un vento imperioso che spazza il cielo, flagella la natura, gonfia i polmoni e penetra nella pelle. Prepotentemente.

Tra mura di case che parlano di storie antiche, di morte e di vita, e dove i sogni premonitori si sovrappongono alla realtà,  svelando pensieri e anime, e i volti dei vivi si confondono con quelli dei morti.

Una prosa raffinata e asciutta ci restituisce  il tormento di bugie e silenzi nella strenua difesa degli interessi familiari, di amori carnali e amori accettati per dovere.

Leggiamo.

…Domenico non aveva le capacità superiori per amarla profondamente, ma solo quelle elementari. Soprattutto perché Domenico aveva amato Cristian molto più di quanto avrebbe potuto e saputo amare lei. Erano pari, dunque. Assolutamente sullo stesso piano: l’uno orfano e vedovo, l’altra moglie e amante per procura. Quello sarebbe stato un matrimonio perfetto, si disse senza l’ombra di un’illusione che è una.

E in quel matrimonio nasce un bambino, Luigi Ippolito, che nel suo nome porta la chiave dell’enigma del suo concepimento.
Su di lui il destino gioca una strana partita. La sua solitudine familiare fatta di morti e abbandoni lo costringe a raccontare una storia di silenzi, su un foglio bianco. Di una luce perfetta.

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