LA CARTA DI LANUSEI PER LE ZONE MARGINALI: SPOPOLAMENTO, 166 PAESI DELLA SARDEGNA IN VIA D’ESTINZIONE

La suggestiva foresta di Sa Fraigada - Bultei nella foto di Emiliano Pane


La Sardegna dell’interno scompare. Un processo lento e inesorabile iniziato sessant’anni fa e che entro il 2050 rischia di far perdere centinaia di piccoli centri con meno di mille abitanti. Un fenomeno al quale i sindaci dell’entroterra si ribellano cercando fra loro il dialogo per provare a invertire la rotta della bassa natalità e dell’emigrazione. A Lanusei decine di primi cittadini dei territori svantaggiati (Ogliastra, Barbagia, Mandrolisai) hanno dato vita al convegno «Oltre i grandi hinterland urbani: quale futuro per gli altri territori della Sardegna», cui hanno partecipato anche parlamentari e consiglieri regionali. Alla fine dell’incontro è stata redatta la «Carta di Lanusei per le zone marginali», un documento che sarà un punto di riferimento per i prossimi confronti. «Tramite l’unità dei sindaci e dei comitati – ha riassunto il sindaco di Lanusei, Davide Ferreli – si può esplicare una decisa azione dei territori marginali per richiamare il legislatore regionale a cambiare l’attuale visione e a riequilibrare le politiche troppo sbilanciate verso i grandi hinterland come quello cagliaritano. È urgente l’azione sinergica tra i consiglieri regionali per le zone interne per lavorare sul ripopolamento di interi territori nell’Isola. Territori che devono poter preservare i servizi e presidi essenziali. Bisogna al più presto colmare le lacune infrastrutturali presenti e puntare a politiche fiscali per richiamare investimenti. Questi territori devono essere presenti nella nuova legge di riforma delle Autonomie, in termini di rappresentanza istituzionale sovracomunale». C’è anche chi ha detto basta a politiche imposte dall’alto: «Richiamo i presenti a porre attenzione a dinamiche quali le azioni di forza che non portano soluzioni ai problemi – ha sottolineato Gigi Littarru, sindaco di Desulo, riferendosi alla task-force regionale che da alcuni mesi porta avanti l’abbattimento dei maiali allo stato brado per debellare la peste suina africana -. Per questo e per i tanti problemi che affliggono le nostre comunità propongo la realizzazione di un Assessorato specifico per le zone interne dell’isola, nonché una apposita normativa e finanziamenti prioritari per le aree montane dimenticate». «Bisogna cambiare – ha concluso il primo cittadino di Tortolì, Massimo Cannas -. C’è l’esigenza di attuare riforme adeguate per favorire non assistenza, ma produzione e lavoro. Altrimenti per noi sindaci sarà impossibile affrontare le incombenze delle nostre comunità».

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