AMIANTO: ENICHEM DI OTTANA. SVILUPPI DOPO L'ESPOSTO IN PROCURA A NUORO SULLE MORTI SOSPETTE

le ciminiere dell'Enichem a Ottana (immagine anni 70)


di Maria Luisa Secchi

Il caso degli ex lavoratori esposti all’amianto dello stabilimento di Ottana, esclusi finora da qualsiasi tutela, è di recente approdato in parlamento. Potrebbe essere una svolta, che arriva dopo l’esposto presentato in Procura l’11 novembre scorso dai vertici nazionali e regionali dell’associazione esposti amianto (Aiea) e dai rappresentanti di Medicina democratica, per denunciare decenni di diritti negati ai lavoratori ex Enichem, morti per patologie legate all’amianto. Tutto nel silenzio e con la complicità di chi sapeva e ha taciuto. Il deputato Michele Piras (Sel), ha presentato un’interrogazione alla Camera e una proposta di riforma della legge 257 del 1992. All’iniziativa hanno partecipato anche i rappresentanti regionali e nazionali dell’Aiea. «La proposta di legge – spiega Michele Piras – di fatto interviene sui limiti della norma del 1992, provando da una parte a integrare le fattispecie di lavoro esposto ad amianto, dall’altra riaprendo i termini per la richiesta dei benefici di legge e rendendo più agili le procedure. Prevede un riconoscimento una tantum anche per coloro che sono stati esposti prima del 1992 e agisce sui meccanismi previdenziali rendendo facoltativa, per il lavoratore esposto, la scelta fra pensionamento anticipato e maggiorazione dell’assegno pensionistico. Nei fatti si superano alcuni dei limiti più importanti della normativa vigente». Quella dei lavoratori di Ottana esposti all’amianto è una vertenza che va avanti da 24 anni. «Vogliamo denunciare con forza – spiega Sabina Contu presidente regionale Aiea-  che stiamo assistendo al moltiplicarsi di patologie gravissime e di morti fra quanti per decenni hanno lavorato nel sito industriale di Ottana. Qui le autorità di competenza hanno negato la presenza di amianto, che invece come un micidiale killer continua a mietere vittime fra persone ancora giovani o appena giunte all’età della pensione. Chiediamo che venga posta fine al trattamento, ingiusto e discriminatorio, che ha escluso i lavoratori di Ottana dai diritti sanciti dalla legge 257 del 1992» .

Il responso degli ispettori dell’Inail, giunto solo nel 2003 constatava che presso il sito Enichem di Ottana non c’è mai stato amianto precludendo qualsiasi strada verso i benefici annunciati da una legge che avrebbe dovuto essere uguale per tutti. «Trovo insopportabile il trattamento che è stato riservato ai lavoratori –  afferma Michele Piras. È assurdo che a costruire la coltre di nebbia che ci troviamo di fronte sia stata una azienda pubblica, l’Eni, che (ma forse è solo una mia illusione) dovrebbe essere governata da un atteggiamento etico assolutamente differente. Ed invece, in nome di una logica del profitto che sacrifica anche le vite umane, si è taciuto in passato e si tenta l’insabbiamento oggi».

Paradossalmente, la Sardegna, terra di industrie chimiche e siti inquinati, è di fatto  esclusa da quegli atti di indirizzo. Bugie, omissioni, omertà. E intanto tra gli ex lavoratori dello stabilimento sono arrivate le morti asbesto correlate. «Abbiamo raccolto per ora una quarantina di casi» – dettaglia Sabina Contu, avvocato e presidente regionale dell’Associazione Italiana Esposti Amianto. Così, superando anche antichi retaggi culturali che imponevano il silenzio su alcuni argomenti, è ripresa la battaglia dei lavoratori degli stabilimenti di Ottana dove l’amianto c’era davvero».

Nel corso delle ultime settimane i carabinieri del Noe di Sassari hanno eseguito, su incarico dalla Procura di Nuoro, diversi sopralluoghi  nell’area industriale di Ottana. I militari indagano per inquinamento ambientale, omessa bonifica, smaltimento illeciti di rifiuti e sversamenti illegali. Le sostanze contenute nei fusti sequestrati verranno sottoposte ad analisi chimiche e biologiche per capire di quale natura siano.  «Secondo gli studi – dettaglia la presidente Contu – l’esposizione all’amianto produce i suoi effetti devastanti dopo un lungo periodo di incubazione. E’ in serio pericolo il futuro di centinaia di lavoratori e delle loro famiglie». Il parlamentare sardo Miche Piras auspica al compimento di un lavoro di relazione soprattutto tra i parlamentari sardi. «Si rende necessario – sottolinea – un lavoro dietro le quinte del teatro mediatico, nell’interesse dei lavoratori e delle famiglie delle vittime per ottenere giustizia per chi finora ha subito un gravissimi torto».

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4 commenti

  1. Ottana da granaio della Barbagia, le scellerate scelte industriali, l’hanno trasformata in luogo di morte. Finalmente. dopo tante denunce, qualcuno batte un colpo. Conosco bene Ottana perchè sono nata ad Olzai. Ogni volta che ci passo, soprattutto quando il fumo delle torri saliva al cielo, pensavo a quanto i miei genitori mi raccontavano sulla coltivazione del grano Brava Maria Luisa aiutiamo le vedove senza fiato, ormai, a far aprire gli occhi della popolazione anche vicinale, per chiedere la salubrità dell’aria e per creare nuovi posti di lavoro, fuori dalla petrolchimica

  2. Si tratta di una vicenda taciuta troppo a lungo. È veramente assurdo il poco (nullo) rispetto che si nutre verso la dignità umana e verso l’ambiente.

  3. Industrie petrolchimiche.. agognate negli anni 60/70 …fuga dalle campagne … !!! diventate poi cattedrali nel deserto..!! …ora odiate per le morti che hanno causato e continuano a causare !!!! Morti che gridano vendetta , ma che nessuno ascolta ….speriamo sia la volta buona e che venga resa GIUSTIZIA alle tante donne che piangono mariti, fratelli o figli !!!! Brava Maria Luisa, continua a tenerci informati sugli sviluppi di questa triste e assurda vicenda !!!

  4. Buonasera/buongiorno.
    Quando capitano fattispecie simili, si dovrebbe intervenire tempestivamente, nel possibile…e scoraggiare se non impedire radicalmente altre
    fattispecie simili…liquidare i vari risarcimenti (dove sia possibile, con le conseguenti pensioni anticipate, che possano pemettere un supporto economico a sostegno della perdita economica…una perdita che può essere risanata…) e “ripulire” il territorio (…”la vita deve continuare”…)…
    E sicuramente pregare per tutti…
    Esperienza, legittimità, intelligenza, umanità, fede…
    ricordo la fede in Dio e in Gesù Cristo figlio di Dio…
    Un saluto.

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