CONOSCERE DOLIANOVA, IL PAESE DELL’OLIO E DEL VINO

la chiesa di San Pantaleo a Dolianova


di Elisabeth Ledda

Intorno alle grandi città si sviluppano sempre più frequentemente delle cinture urbane comprendenti un numero discreto di centri abitati, chiamati hinterland con un noto termine tedesco. Questi paesi satelliti sembrano destinati ad una lenta ma feroce omologazione, fagocitati dal potere attrattivo della città con le sue accattivanti offerte e i servizi proposti. Esistono però realtà salde che non hanno ceduto alle lusinghe dei grandi centri urbani. Dolianova, cuore vivace del Parteolla, ha saputo fare della vicinanza con Cagliari un suo punto di forza mantenendo però inalterata la propria identità culturale. Paese aperto ed ospitale, ha offerto accoglienza a tante nuove persone che negli ultimi anni vi hanno preso residenza, a beneficio del settore edilizio e dell’estensione dell’abitato. La parola Parteolla, termine che denomina la regione geografica d’appartenenza di questo centro, deriverebbe dalle parole latine pars e olea, “luogo degli ulivi”. Lo stesso antico nome del paese, Dolia (di oliva), indica il forte legame tra questa comunità e la coltura dell’ulivo. Dolianova nasce ufficialmente nel giugno del 1905 a seguito dell’unificazione degli antichi villaggi di San Pantaleo e Sicci San Biagio, in parte sopravvissuti negli omonimi attuali rioni dell’abitato. Tuttavia nelle campagne sono rintracciabili numerose testimonianze archeologiche di epoche ben più remote, tra cui i resti delle terme romane di Sa Cora, il nuraghe Sa dom’’e s’orcu, la tomba dei giganti diSu Tiriaxu, ed un esteso complesso nuragico in località Santuanni, ancora in parte coperto da terra e vegetazione. Risultano censite nel territorio oltre 120 aree risalenti al periodo nuragico e pre-nuragico, presso le quali sono stati rinvenuti numerosissimi reperti. Il territorio di Dolianova, predominato dalla campagna con le sue colture ordinate ed eleganti, piacevoli da ammirare nella loro compostezza, offre numerosi itinerari naturalistici da percorrere a piedi, in bicicletta o a cavallo per quanti amano godere della quiete e della bontà della vita all’aria aperta. La foresta demaniale di Monte Arrùbiu, Su Garroppu ’e Nicolo, zona interessante per la flora e la fauna, e ancora il fitto bosco della Colonia nel quale è custodita la chiesa campestre di San Michele sono solo alcune delle tappe che incorniciano questo variegato territorio. Il tessuto urbano della cittadina, nonostante il recente ampliamento, consente di individuare con facilità i nuclei dei due villaggi dalla cui fusione ha avuto origine l’attuale Dolianova. La zona storica di Sicci si sviluppa intorno alla chiesa del patrono San Biagio, risalente al periodo catalano-aragonese. I due quartieri storici sono messi in comunicazione tra loro dalla via principale, lungo la quale sono visibili due interessanti edifici antichi: l’ex municipio di Sicci San Biagio e la Casa dei Bonfant, già Casa Bojl. Nelle zone storiche, lungo stradine tortuose e lastricate preservate dal logorio del tempo, si affacciano le tipiche dimore campidanesi con i caratteristici portali monumentali, alcune delle quali conservano dei comignoli settecenteschi. Prestigiosa per le sue fattezze è la villa Devilla, nobile casa ottocentesca acquisita dal Comune negli anni ’80 e utilizzata per la realizzazione di mostre ed esposizioni. Il nucleo storico di San Pantaleo, sede del vescovado fino alla soppressione delle diocesi nel 1503, è posto attorno all’ampio piazzale su cui si affaccia l’omonima cattedrale. Edificio romanico-pisano di notevole interesse artistico, risalente al XII secolo e realizzato in pietra arenaria, rappresenta uno degli esempi meglio conservati in questo stile architettonico dell’intero patrimonio della Sardegna. Di grande rilievo è la ricchezza delle decorazioni interne ed esterne e la presenza di un antico fonte battesimale del tipo a immersione, testimonianza certa dell’esistenza di un luogo di culto di epocapaleocristiana. Il monumento si trova all’interno di un’area recintata al centro del paese, accanto agli edifici dell’ex Monte Granatico recentemente restaurati. Dolianova è un centro importante per la coltura della vite e dell’olivo, come testimoniano le campagne circostanti. La viticultura, in una terra con una lunghissima storia di vigne e vigneti, trova il suo punto di forza nella Cantina Sociale che produce da più di mezzo secolo vini di qualità esportati a livello nazionale e internazionale. Nel Parteolla anche la coltivazione dell’olivo ha radici che risalgono a tempi antichissimi ed attualmente rappresenta una delle principali fonti di reddito dell’agricoltura locale. La COPAR (Cooperativa Olivicoltori del Parteolla), si dedica da diverse generazioni alla produzione dell’olio e alla lavorazione delle olive. Dolianova ha dedicato un museo a questa vitale attività, ospitato nelle strutture di pertinenza della villa costruita dalla famiglia Boyl alla fine del 1600. Nei primi anni del 1900 tutto il complesso fu acquistato dal Notaio Francesco Locci, il quale intraprese, oltre alla produzione dell’olio dai suoi oliveti, anche l’attività di molitura delle olive per conto terzi. Sa mola de su Notàriu, così chiamata e conosciuta nel paese, è rimasta per tanti anni ad identificare il frantoio di famiglia ed è stata ripresa quale denominazione del museo. Al suo interno è conservata una piccola ma interessante raccolta di strumenti di lavorazione, contenitori, lampade e altri manufatti legati al mondo delle olive. Un’altra importante attività economica è la produzione dei formaggi ovi-caprini. Dolianova è sede dell’Argiolas Formaggi, uno dei più grandi caseifici della Sardegna, che esporta i propri prodotti in gran parte dell’Italia. L’enogastronomia di qualità si coniuga piacevolmente con i tanti eventi culturali distribuiti nel corso dell’anno. Tra i più importanti S’atóbiu de is parigliantis, manifestazione di acrobazie a cavallo che si svolge a fine agosto, il Festival del Medioevo ad ottobre, le feste patronali, quelle campestri, la Candelora, i riti della Pasqua ed un intero mese di manifestazioni culturali durante l’estate inserite all’interno del rinomato Festival Parteollese. La genuinità dei frutti della terra, lavorata nei secoli con passione e dedizione dall’uomo, rappresenta un marchio di qualità per Dolianova, paese dell’olio e del vino ma non solo. L’identità di un luogo sopravvive e acquista vigore quando un’arte diventa condivisa, appannaggio di una comunità e non del singolo.

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Un commento

  1. Bel paesone.. ottimo olio e buonissimo vino.. abitanti squisiti.

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