DONNA EMOTIVAMENTE ONESTA E DONNA MORALISTA: ELVIRA SERRA, NUORESE, FIRMA DEL “CORRIERE DELLA SERA”

Elvira Serra


di Ilaria Muggianu Scano *

La metà rosa del cielo è divisibile in due emisferi con poche, stoiche, sfumature: le donne che, per mancanza di occasioni o semplicemente per insicurezza, non si concedono alcuna digressione (neppure contro il logorio del casalinghismo moderno), e le donne oneste, libere, sincere che accolgono soavi e complesse figure come “l’altra”. Ed è proprio l’altra, l’amante, colei che rende la coppia un triangolo amoroso, il personaggio magistralmente ritratto, anzi, autoritratto dalla polaroid cartacea di Elvira Serra. Nata a Nuoro nel 1972, lavora al Corriere della Sera dal 1999 e cura per la rivista femminile F (gruppo Mondadori) la rubrica “La Forza delle Donne”.  Il suo libro è un gustoso e ironico diario in cui emergono privilegi ed amarezze della scelta di essere “L’Altra”, da cui il titolo dell’opera. Un incontro tra due anime, tutto è perfetto, un background culturale comune, origini e tradizioni affini, compatibilità sessuale totale, una tombola di affinità elettive in cui l’incantesimo è, appena, rovinato da un aspetto: lui è sposato e ha prole. 

Cosa spinge una donna ad accettare di essere l’Altra? Forse l’incoscienza di esserlo? La convinzione che “tanto presto cambierà tutto”? C’è chi nasce ontologicamente “l’Altra” o essa è piuttosto una disposizione delle evenienze? Cosa ha significato per una donna della provincia interna sarda l’atto temerario e inaudito di dichiararsi “L’Altra” nel recente ed appassionato memoir dal titolo omonimo? Lo abbiamo chiesto all’autrice.

Elvira, sei una profonda conoscitrice del sentire femminile, per sensibilità e per lavoro: statisticamente, quanto ricorre l’happy end in frangenti sentimentali complessi come quello narrato ne L’Altra? Ahimé, non è frequente. Il che non ci impedisce di sperare che per noi sarà diverso

Qual è la dinamica iniziale di una storia così complessa? Ricerca di “attenuanti” o accettazione romantica delle spine di questa rosa? All’inizio, più che ricerca delle attenuanti, c’è la grande consapevolezza che niente succede per caso: se quella relazione è cominciata c’era una breccia attraverso la quale si è alimentata. Dopo si comincia a fare l’investimento: ci sono elementi che mi fanno sperare in un cambiamento? Voglio continuare, pensando ragionevolmente che le cose possano cambiare? Scegliamo sempre, questo deve darci forza, nel bene e nel male. Non ci sono vittime, ma adulti consapevoli.

Il tuo memoir ha il merito di aver umanizzato i contorni della figura più antipatica per antonomasia, quella della sfascia-famiglie. Emerge una nuova e dignitosa significazione della donna-altra che, ben lontana dal fare la vittima cerca la verità di ogni dimensione emotiva. Ma tu, originariamente, che messaggio intendevi lasciare con la tua opera? Volevo raccontare un punto di vista inedito, proprio perché la figura dell’amante in genere viene liquidata molto in fretta e senza attenuanti, senza pensare che i suoi sentimenti, il suo dolore, meritano quanto meno rispetto. Ecco, con questo libro non intendo assolvere l’Altra, ma non darle un etto di responsabilità in più di quelle che ha: in un tradimento sono responsabili tutti, compresa la persona che si sente tradita. Dov’era quando è successo?

Una curiosità squisitamente femminile: quante “Altre” ti hanno contattata per ringraziarti e quante “fruitrici regolamentari” ti hanno tolto il saluto?  Tante donne e tutte con una grande gratitudine per aver dato dignità a ciò che provano e che vivono. Mi hanno scritto anche alcuni uomini, che attraverso il libro hanno capito meglio alcuni momenti che hanno vissuto. Questo mi sembra il miglior complimento.

* La Donna Sarda

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3 commenti

  1. , grazie dell’attenzione. Elvira Serra non si può non amarla e il capolavoro L’Altra ha molto da insegnare alla Donna italiana e Sarda

  2. Per fortuna le donne sarde libere sono totalmente diverse e non soffrono di questo patetico neo-geishismo, a una che al festival di Gavoi di quest’anno si fa sfuggire un …”voi sardi …e la gente si alza e se ne va…non dedicherei nemmeno due righe, il libro è pessimo e pateico, e lei è !italianista” integrata!Resti pure a Milano che alla nostra causa di donne e indipendenti(ste) sarde non serve! Se è una scrittrice lei allora cosa dire dell’ immensa Savina Dolores Massa, che scrive cose incredibilmente belle, senza cadere mai nell’accarezzamento dell’ego, e che ora sta spopolando in Francia con la traduzione del suo romanzo “Mia figlia follia”, eppure a Gavoi è stata quasi snobbata, sarà che non essendo “allineata”, è più difficile da inquadrare e definire in certi schemi.

  3. Ritengo che la grandezza della Massa nulla possa e debba togliere alla penna superlativa di Elvira Serra, professionista eclettica e preparata, nonché ricca d’umanità. Io ho voluto proporre ciò che la sua opera mi ha trasmesso. Ho avuto modo di confrontarmi con tante, tantissime donne Sarde che la hanno amata quanto me per la sua crociata contro le ipocrisie. Ad ogni modo grazie per la sua schiettezza Sig.ra Martinelli.

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