COMUNICATO F.A.S.I.: QUALE “CONTINUITA’ TERRITORIALE”? IL RISCHIO DI UN SALTO NEL BUIO! APRIRE UNA VERTENZA CON L’EUROPA PER OTTIMIZZARE COSTI E BENEFICI, SENZA LEDERE IL DIRITTO DEI SARDI ALLA MOBILITA’


di Serafina Mascia

Dopo proroghe reiterate, la Regione Sardegna ha ritirato il bando della “Continuità territoriale2”e non ha ancora negoziato, né costruito con l’Europa una proposta alternativa.

L’unica continuità territoriale aerea è quella che unisce gli aeroporti sardi con Milano e Roma. Le altre rotte rimarrebbero principalmente in mano alle compagnie low cost, vista la grave situazione di Meridiana. In pratica, se si vive in zone dell’Italia distanti 200-300 kmda Roma o da Milano, ci si deve affidare all’offerta, basata sulla concorrenza, del “libero mercato”, ove non vige obbligo di garanzia dei voli, e che è veramente “libero” (cioè non calmierato) per quanto riguarda le tariffe.

Ecco quindi lo scenario che si presenta dal mese di ottobre 2014: cancellazione stagionale di alcune rotte e diminuzione drastica della frequenza dei voli, con il risultato che le libere tariffe, già a distanza di 10-15 giorni dalla data di partenza, risultano spesso elevate, e diventano poi proibitive la settimana prima.

Libero mercato quindi per le Compagnie, gioco d’azzardo per i passeggeri!

Occorre fare una distinzione fra il diritto sacrosanto dei Sardi alla mobilità e la necessità e possibilità di uno sviluppo del mercato turistico sardo nell’Italia continentale e in Europa, sviluppo creato da un’incentivazione delle rotte low cost.  

La radicale riduzione della continuità reca indubbiamente un danno a una grande parte degli emigrati e alle loro famiglie, all’economia e agli operatori economici della Sardegna (basti il solo esempio delle relazioni con Verona: Fiera marmo e graniti / Fiera Cavalli / Vinitaly / Mercato Ortofrutticolo, ecc.). Inoltre, questa riduzione della continuità causa particolari difficoltà alla categoria, particolarmente numerosa, degli studenti sardi iscritti alle università del continente (Torino / Firenze / Pisa / Siena / Bologna / Padova / Trento) lontane da Roma e Milano.

Le contestazioni che l’Europa ha avanzato riguardo alla “Continuità2”andrebbero quindi analizzate così da controbattere e riformulare la proposta al fine di:

– garantire la continuità giornaliera di copertura per le zone lontane da Roma e Milano, magari prevedendo i voli dai vari aeroporti alternativamente in giorni diversi (es: Bologna o Firenze, Venezia o Treviso, Genova o Torino);

– porre un tetto massimo alle tariffe.

L’internazionalizzazione, quale investimento turistico aggiuntivo o integrativo, non deve cancellare il concetto della continuità, riconosciuto dall’Europa nei trattati a livello di principio (come conseguenza dello svantaggio dell’insularità), ma semmai occorre che lo stesso venga esplicitamente salvaguardato e rafforzato con una legge nazionale.

Occorre quindi creare un sistema misto che garantisca il diritto alla mobilità e lo sviluppo turistico, ridisegnando le rotte e razionalizzando le spese.

Gli uffici tecnici riusciranno sicuramente a riscrivere le regole nel rispetto delle osservazioni della Unione Europea, ma anche garantendo i diritti della Sardegna ad avere un “ponte” sul mare, accessibile a tutti e operativo per 365 giorni l’anno.

I collegamenti della Sardegna con l’Italia continentale sono una necessità imprescindibile, se vogliamo continuare a parlare di comunità nazionale, e sono ancor più oggi da difendere in presenza della crisi di Meridiana, compagnia che storicamente ha avuto una funzione rilevante per l’immagine e lo sviluppo turistico della Sardegna.

La crisi di Meridiana è la crisi di un’azienda sarda che dà occupazione a molti lavoratori e a loro va tutta la nostra solidarietà!

A Meridiana si deve guardare con una scelta strategica con un progetto che veda la partecipazione della Regione che concorra a riorganizzare un grande patrimonio umano, professionale ed economico al servizio dell’isola. 

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