SARDEGNA UNO TV, L’ORDINE E’ STATO ESEGUITO: 12 LICENZIAMENTI. IL SILENZIO COLPEVOLE DELLA POLITICA SARDA


di Vito Biolchini

Tutti questi mesi non sono serviti a istituzioni e politica per provare ad affrontare la questione”.

È vero, non ci hanno neanche provato. Ma c’è da capirli. A differenza di come vengono spesso dipinti, i giornalisti non sono, rispetto alle altre categorie di lavoratori, quelli maggiormente propensi a fare favori ai politici. Perché dunque i politici avrebbero dovuto impegnarsi per loro? E poi per che cosa? Per salvare una manciata di posti di lavoro e magari mettersi contro uno degli uomini più potenti dell’isola? A fare male non sono solo i dodici licenziamenti ma l’assoluta indifferenza da parte della politica e delle istituzioni, l’evidente volontà di non intervenire per evitare il drastico ridimensionamento di una emittente importante come Sardegna Uno. A parte le solite dichiarazioni improntate alla più ributtante ipocrisia, la giunta Pigliaru e il centrosinistra non hanno mosso un dito. L’assessore Firino starà ancora “studiando il problema”? Oppure basterà a questa giunta dare la colpa a Cappellacci per lavarsi la coscienza? Dodici licenziamenti: una catastrofe. Perché un giornalista e un operatore televisivo per lavorare hanno bisogno di altri giornalisti e di altri operatori, il giornalismo è un prodotto collettivo, non è un’avventura solitaria. Chi viene espulso da una redazione non può ricominciare da solo, sarebbe come chiedere ad un operaio licenziato dalla Fiat perché non si fa una sua casa automobilistica… Ma tutto questo la nostra classe politica non lo sa. Sa invece come si possono lottizzare i posti da addetto stampa negli enti pubblici, sa come sia meglio continuare a far lavorare i pensionati o come sia utile moltiplicare fittiziamente li incarichi di comunicazione solo per dare risposte a personaggi imposti dai partiti e, ovviamente, dalle dubbie professionalità. Queste cose i partiti e i politici sardi (di destra, di centro e di sinistra) le sanno fare bene. Dopo la nomina vergognosa avvenuta alla fine di una finta selezione che ha premiato un finto giornalista, un collega mi ha scritto: “Secondo te come devo sentirmi? Sono 15 anni che scrivo. Senza santi. Come reagiresti? Anzi, come stai reagendo?”. “Rassegnazione” gli ho risposto io. I politici non sanno fare nulla per l’informazione né vogliono farlo. Sanno però lamentarsi se qualcuno si azzarda ogni tanto a scrivere qualcosa di non scontato o di sgradito. Aspetto con trepidazione la prossima telefonata, perché non sarò educato come sempre. Di come creare le condizioni perché anche in Sardegna l’informazione (la materia prima dell’economia del terzo millennio) possa creare lavoro e ricchezza no, quello non lo sanno fare, e meno di loro lo sanno fare i nostri imprenditori. I grandi nomi, le superstar dell’impresa, personaggi dei quali troppo poco si parla perché nulla si deve sapere dei loro insuccessi e delle loro miserie. Un abbraccio ai dodici colleghi di Sardegna Uno, tutti carissimi amici che non meritavano un trattamento del genere, tantomeno da parte delle istituzioni. La vostra lotta resterà un grandissimo esempio di dignità e di coraggio.

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2 commenti

  1. mi dispiace veramente tanto …Forza ragazzi non mollate..con le vostre capacità, serietà della professione troverete di sicuro di meglio…un abbraccio da Grenoble..

  2. Sono ovviamente vicina ai colleghi di Sardegna1, dove personalmente sono nata professionalmente nel lontano 1991, e aggiungo che un’emittente non é solo giornalismo e informazione fine a se stessa, avendo organizzato tante trasmissioni a carattere culturale-turistico, é un mezzo dinamico, in continuo movimento, che serve a dare identitá ad un popolo e consente ad un popolo di identificarsi e confrontarsi. La televisione entra in tutte le case per dare un servizio utile alla comunitá, dando visibilitá a tutti, non può non interessare alla politica questo problema.

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