INTERVISTA ESCLUSIVA AL REGISTA PETER MARCIAS CHE PRESENTA IL SUO ULTIMO CORTOMETRAGGIO "SONO UGUALI IN VACANZA"

il regista oristanese Peter Marcias


di Bruno Culeddu

Sono uguali in vacanza” l’ultimo cortometraggio di Peter Marcias sarà proiettato in anteprima mondiale al Torino Gay & Lesbian Film Festival che sarà inaugurato il 30 aprile .Il film racconta a tinte lievi le dinamiche familiari della terza età, in cui l’amore non ha l’aspetto della passione ma quello più dolce dell’affetto familiare. La sinossi recita: Niccolò sta rientrando a casa per le feste mentre i suoi genitori vivono giornate tranquille godendosi la pensione. Il ragazzo però trascina con sé un turbine di emozioni difficili da controllare. La leggerezza prenderà il sopravvento grazie all’amore e la tolleranza. “Sono uguali in vacanza” suggella per il regista oristanese una felice stagione contrassegnata dal successo riscosso con il  documentario “Tutte le storie di Piera“, che continua  ad essere  riproposto con  grande  successo in tutte le presentazioni festivaliere. Peter Marcias  è nato a Oristano; vive e lavora a Roma. Diplomato in regia ha realizzato numerosi spot, documentari e cortometraggi proiettati nei principali festival nazionali ed internazionali. Il suo cinema è connotato da profonde tematiche sociali e politiche. Esordisce con il film collettivo “Bambini ”  ammesso al Taipei Golden Horse Film Festival, al Giffoni Film Festival, nonché ai festival di Istanbul e San Paolo del Brasile. Ha diretto la docu-fiction “Ma la Spagna non era Cattolica?” che ha partecipato in concorso al Torino GLBT Film Festival, alle Giornate di Cinema Omosessuale di Venezia, al Festival di Madrid, e a quelli di Buenos Aires e Valladolid, e il film “Un attimo sospesi” che è stato in concorso alla Mostra Internazionale di Cinema di San Paolo del Brasile ed ha avuto una distribuzione italiana, riscuotendo apprezzamenti di critica e di pubblico. Nel 2010 il suo film documentario “Liliana Cavani, una donna nel cinema” è stato presentato alle Giornate degli Autori, nell’ambito della 67° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia e al Festival di Mosca per poi ricevere la candidatura anche ai Nastri d’Argento. “I bambini della sua vita”, del 2011, è stato in concorso al 12° Festival del Cinema Europeo di Lecce, come unico titolo italiano selezionato in questa sezione. Apprezzato da critica e pubblico in sala, ha ottenuto il Globo D’Oro per la migliore attrice a Piera Degli Esposti e la nomination ai Ciak D’Oro. Alla fine del 2012 realizza “Dimmi che destino avrò“: il film ottiene pieno successo di critica e pubblico e partecipa, tra gli altri, al 30° Torino Film Festival, al Mannheim-Heidelberg International Film Festival e al Raindance a Londra.

La proiezione di “Sono uguali in vacanza” a Torino sarà il 3 maggio alle 17,45 al cinema Massimo, sala cara al regista sardo, e offrirà l’occasione agli appassionati di cinematografia e a tutta la comunità dei sardi di incontrare il regista e di onorare con una numerosa partecipazione un artista che si segnala come un vanto dell’intera Isola.

Come nasce “Sono uguali in vacanza? Collaboro da tempo con il produttore Camillo Esposito e la sua società Capetown Production, è stato lui a chiedermi di dirigere questa storia che inizialmente era ambientata in Toscana. Dopo alcuni sopraluoghi ho deciso di spostare tutto in  Sardegna, mi piaceva l’idea di una piccola commedia degli equivoci ambientata nella mia terra. Io non ci vivo ma torno spesso per girare e stare con le persone che amo. È stato un piacere realizzarlo.

Le tematiche della diversità sono  state presentate con grande delicatezza anche in “Bambini della sua vita” e in “Dimmi che destino avrò”. Quale messaggio vuole trasmettere? Nessun messaggio, sono delle storie come tante altre. Il messaggio viene rielaborato dal pubblico. Trovo comunque sempre interesse per argomenti sociali molto importanti per la nostra epoca. Dal mio primo corto in poi ho portato in scena argomenti a cui tenevo molto. Non riuscirei a parlare di ciò che non mi appassiona. E pure in questo corto è capitato così. La mia prima commedia, anche se è un corto di venti minuti.

“Sono uguali in vacanze” è stato girato intorno a Cagliari e con maestranze prevalentemente sarde.  ? solo una scelta economica o il riconoscimento di una raggiunta professionalità anche in Sardegna? Si girato a Cagliari e spiagge limitrofe, e tutte maestranze sarde a parte il direttore della fotografia Alberto Lopez Palacios, al terzo lavoro con me, dunque quasi sardo. Per il resto tutti professionisti di valore, dalla costumista Stefania Grilli, alla segretaria di edizione Stella La Boccetta, Davide Sardo, Francesca Melis e tanti altri. Per non parlare dei grandi attori Cesare Saliu e Lia Careddu. Avrei voluto coinvolgere di più ma il budget era preciso per una lavorazione breve. Il film è prodotto con capitali privati della Capetown di Camillo Esposito e il sostegno del Ministero dei Beni e attività Culturali.

Raccontare una Sardegna diversa e moderna è possibile? Pensa che la produzione cinematografica in Sardegna debba affrancarsi dall’obbligo identitario e raccontare storie ambientate anche lontanamente al di fuori di essa? Ognuno fa il film che vuole. Un bel film “sardo” è Il rosa nudo di Giovanni Coda, uno dei pochi film italiani che vince e commuove in America. Parla di Olocausto gay e non di Sardegna, ma ben più importante mette in scena i suoi volti e luoghi, e li fa trasversalmente “parlare” della nostra terra. Dobbiamo essere orgogliosi di essere rappresentati da un film così nel mondo, a mio parere un capolavoro per il suo genere.

“Tutte le storie di Piera” è in concorso per il David di Donatello. Cosa si prova ad essere in lizza per il più prestigioso riconoscimento del cinema italiano?  Il film è soltanto nella lista dove c’è tutto il cinema italiano e internazionale, e per ora sono molto orgoglioso della presentazione lo scorso novembre al 31° Torino Film Festival, dove il film ha vinto il Premio Prolo e soprattutto quattro mesi fa il Nastro D’Argento Speciale, un premio prestigioso perché dato dai giornalisti cinematografici. Insomma sta andando molto bene, grazie a Piera Degli Esposti e tutti i grandi registi che hanno partecipato, da Nanni Moretti, Giuseppe Tornatore, i fratelli Taviani, Bellocchio, e Paolo Sorrentino.

Progetti per il futuro? Tanti anche troppi, ma alcuni irrealizzabili per ragioni di costi e mancanza di produzione. Nei prossimi mesi, anni, non per essere pessimisti ma vedremo grandi cambiamenti legati alle nuove tecnologie. Io ho iniziato a fare questo lavoro a cavallo tra l’uso della pellicola 35mm e il digitale. È arrivata l’ora di trovare nuove soluzioni e budget differenti per progetti internazionali. Noi giovani dobbiamo continuare a studiare, ed io per fortuna ho avuto grandi maestri da Marco Bellocchio a Liliana Cavani, Monicelli, Suso Cecchi D’Amico e tanti altri che mi hanno “allertato” tanti anni fa. La passione comunque è sempre forte meno male, nonostante le grandi difficoltà.

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