AL CIRCOLO "GIUSEPPE DESSI'" DI VERCELLI, CONVEGNO SU SANT'EUSEBIO: TRA SARDEGNA E PIEMONTE ALLA SCOPERTA DEI PELLEGRINAGGI STORICI E CONTEMPORANEI


di Dino Musa

“Sant’Eusebio. Le orme dei pellegrini verso le strade dei santuari” è il titolo della serata di studio e confronto interamente dedicata al tema dei pellegrinaggi religiosi in Italia e Sardegna. Organizzata lo scorso 12 ottobre  dal Circolo Sardo Dessì di Vercelli e dagli “Amici dell’Associazione Via Francigena”, la serata ha analizzato il legame tra il patrono di Vercelli e la Sardegna.

Un’occasione unica, come sottolineato dal Presidente Dino Musa dopo l’ascolto dell’inno “Cunservet Deus su Re”,  per due ragioni: un tavolo di confronto tra Piemonte e Sardegna al cospetto di un pubblico variegato di professionisti, studiosi, sardi e piemontesi e un’occasione per presentare degli studi inediti come quello relativo al villaggio di Kiterone in provincia di Sassari e al retaggio culturale e spirituale di quanto presente in età medievale in Sardegna.

Una serata corposa dunque che ha visto susseguirsi il Professor Mario Guilla, insegnante d’arte e studioso di S.Eusebio, lo storico dell’arte Francesco Ledda, la giornalista Mariella Cortes e i “neo pellegrini” Gianfranco Musso ed Edoardo Olivetta, dell’Associazione Amici della Via Francigena.

Ad aprire la rosa degli interventi è stato il Professor Mario Guilla che ha ricostruito la storia del Santo dal momento della sua nascita a Cagliari fino all’arrivo a Vercelli.

Curioso notare come già prima della consacrazione ufficiale a Roma Eusebio fosse già stato acclamato vescovo dai vercellesi che ne avevano colto la saggezza, la disciplina, la tenacia e la capacità di diffondere il messaggio evangelico in una società pagana nella quale gli abitanti ne veneravano ancora gli dei.

 Ed è proprio questo che lega la Sardegna al patrono. Son seguiti poi, dopo la proiezione di un video, gli interventi di Francesco Ledda e Mariella Cortes.  Il Professor Ledda ha parlato del lascito culturale di S. Eusebio al pellegrinaggio partendo da una descrizione accurata della Sardegna al tempo di Eusebio e dello svilupparsi, in quel tempo, del monachesimo eremitico che andò a strutturarsi negli altipiano del sassarese abitato dai monaci analizzando in maniera accurata, con uno studio inedito, sul villaggio di Kiterone.

 Mariella Cortes ha parlato di quanto è rimasto oggi di quel retaggio culturale che ci giunge dai martiri del IV secolo. Una devozione molto antica che è rimasta nel tempo e si è evoluta. In Sardegna esistono ancora diversi pellegrinaggi che rimandano a tali tradizioni: pensiamo ai martiri turritani, a S.Efisio, S. Antioco ma anche ai più “moderni” pellegrinaggi di San Giorgio di Suelli e S.Francesco  di Lula.

A chiudere la serata gli “Amici dell’associazione Via Francigena”, un gruppo corposo di neo pellegrini che ha presentato, congiuntamente alla loro storia, le “imprese” più recenti, partendo dai pellegrinaggi nel Piemontese e arrivando a Roma, in Terra Santa e in altri luoghi di culto.

Un evento che si è chiuso con un progetto: organizzare, insieme, un pellegrinaggio in Sardegna, riattraversando i principali luoghi di culto del paleo cristianesimo Un arrivederci, insomma e un progetto che sta nascendo sulle impronte di S.Eusebio. 

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Un commento

  1. domenico sotgia

    Occorre uno sforzo progettuale ed attuativo con il contributo determinante sia degli appassionati dei cammini che delle amministrazioni pubbliche, Comuni e Regione,perchè si possano ricostruire i cammini legati ai pellegrinaggi religiosi dell’antichità, per poi collegarli in una sorta di rete dal sud al nord della Sardegna, come stanno già facendo gli amici del cammino di Santu Jacu.

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