LE MEMORABILI IMPRESE AVIATORIE ITALIANE: RICORDI ALL'ASSOCIAZIONE "SEBASTIANO SATTA" DI VERONA DI ITALO BALBO (1933) E MASSIMO MONTANARI (1983)

Il Generale Massimo Montanari dona al Presidente Maurizio Solinas un quadro ricordo dell’impresa del 1983 da appendere in sede della “Sebastiano Satta”.


di Salvatore Pau

L’Aero Club di Verona e Mantova e il Club Frecce Tricolori di Verona con la collaborazione di soci dell’Arma Azzura della “Sebastiano Satta” di Verona hanno organizzato una serata culturale assai interessante e fuori dal consueto tradizionale ambito culturale. Il titolo: “Crociera atlantica dall’Italia agli Stati Uniti”.

Italo Balbo nel 1933 compì la trasvolata oceanica per celebrare il decennale della Regia Aeronautica. Occasione fu l’Esposizione Universale di Chicago. Venticinque idrovolanti Savoia-Marchetti S.55X partirono da Orbetello per approdare prima in Islanda poi costeggiando il Labrador, sorvolando il Canada e il Lago Michigan raggiunsero negli Stati Uniti Chicago nell’Illinois. L’accoglienza fu trionfale. I pellirosse Sioux ne furono talmente impressionati da nominare Balbo “Capo Aquila Volante” e in considerazione degli ottimi rapporti tra Italia e Stati Uniti a Balbo dedicarono un’Avenue, ancora esistente. La dittatura italiana contraccambiò con una colonna romana proveniente da Ostia per farne un monumento commemorativo che si può ancora vedere. Seguirono poi altri festeggiamenti e dediche in quel di New York.

Relatore della serata l’asso delle Frecce Tricolori Generale di Brigata Aerea Massimo Montanari. Approdò al mitico stormo nel 1966 per rimanervi fino al 1982. Motivo della longevità della carriera essere l’unico pilota intercambiabile in tutti i ruoli all’interno della formazione. In seguito ricopre il ruolo di comandante della base di Rivolto rimanendo consulente tecnico delle “Frecce” in considerazione di essere il maggior esperto di tecniche aeronautiche in formazione di volo, tant’è che la Patrouille de France dopo avergli chiesto una consulenza gli consegna la Legion d’Onore, la più alta onorificenza francese.

Non poteva che essere lui ha raccontarci della storica dell’impresa di Balbo ma soprattutto perché è il protagonista della “Trasferta Atlantica dell’Italian Marchetti Acrobatic Team del 1983” che partì da Roma con una pattuglia di nove Velivoli SIAI SF 260 che raggiunsero con grandi difficoltà Chicago lungo lo stesso percorso aereo di cinquant’anni prima e impiegando lo stesso tempo (spaccando il minuto) dei trasvolatori del 1933. L’immagine che ne conseguì produsse molte commesse di prodotti italiani oltre l’Atlantico soprattutto per la nostra industria aerea.

Tra il pubblico molti gli aviatori civili ma anche quattro generali pilota che hanno arricchito la serata raccontando aneddoti curiosi. Il più spassoso l’acquisto da parte di un dittatore di una repubblica centro africana di alcuni aerei italiani senza aver nessuno in grado di pilotarli e ingaggiando istruttori belgi privi d’esperienza sui comandi di tali aerei con il risultato prevedibile che si levarono da terra solo grazie alla presenza casuale di uno di questi generali.

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2 commenti

  1. Giuseppe Santoro

    Curiosissimo lo scritto di Salvatore. Voglio aggiungere per agli appassionati che il nostro socio Alessio Meuti, già comandante della base missilistica di Bovolone, storico dell’aviazione ha raccolto molte interessanti notizie inedite sull’aviazione dall’origine ai nostri giorni nel sito http://www.quellidel72.it
    Colgo l’occasione per formulare gli Auguri di Buone Feste a tutti i lettori di Tottus in Pari, in particolare a Massimiliano Perlato che con passione e abnegazione tiene alta la bandiera di questo spazio dedicato al libero pensiero dei “ben e mal pensanti”.
    Giuseppe Santoro Verona

  2. Sembrava di essere al circolo ufficiali. Metti quattro generali piloti insieme in una serata tipicamente invernale, degli implumi intorno e lascia che la valanga dei ricordi piano piano prenda consistenza e velocità. Sarà un viaggio lungo attraverso mille avventure aeree condite di particolari inediti e gustosi, come quello citato da Salvatore. E tu che sei lì ad ascoltare devi avere solo l’accortezza di essere il più invisibile possibile. Seguendo gli aneddoti personali ti accorgerai che a poco a poco sei entrato anche tu nella storia dell’aeronautica. Con le vicende dei reparti, dei velivoli e degli uomini che in cinquant’anni hanno ricostruito una forza armata distrutta dagli avvenimenti bellici. E’ quanto è accaduto nella serata organizzata al Sebastiano Satta. Le storie come quella della transvolata atlantica del 1983, raccontata da Montanari, sono quelle che servono per capire lo spirito, l’iniziativa e la tenacia di cui sono fatti certi uomini. E che ci sono fatti, avventure non ancora consegnati ai libri di storia che vale sicuramente la pena di rievocare.
    Una saluto e un augurio a tutti i lettori
    Alessio meuti, Bovolone

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