AL "SARDA TELLUS" DI GENOVA PRESENTATO L'OTTOCENTESCO ROMANZO "RITEDDA DI BARIGAU – BOZZETTO OGLIASTRINO DI MARCELLO COSSU", RISCRITTO E COMMENTATO DA LINA ARESU

da sinistra: Paolo Pulina, Lina Aresu, Marcello Vaglio e Dimes Genovese


di Cristoforo Puddu

Per iniziativa del Circolo Socio-Culturale “Sarda Tellus” di Genova Sampierdarena, nel pomeriggio di sabato 12 ottobre 2013, è stato presentato, davanti a un folto e attento pubblico,  l’ottocentesco romanzo storico e di appendice  “Ritedda di Barigau, ‘bozzetto ogliastrino’ di Marcello Cossu”, riscritto e commentato da Lina Aresu.

Dopo i saluti del presidente Remo Soro e della vicepresidente Giuseppina Demuru  Carboni, ha introdotto i lavori il saggista sardo-pavese Paolo Pulina, autore per la seconda edizione (2012)  del libro di Lina Aresu – pubblicato, come la prima, del 2003, nella collana “Saragata” de L’Impronta Arti Grafiche (Via Tullo 3 – 16010 Sant’Olcese, Genova) –  di un’ampia prefazione e di una documentatissima  nota bio-bibliografica su Marcello Cossu, che finalmente ne presenta la figura e le opere in maniera esauriente. Pulina ha chiarito una volta per tutte che Cossu  – maestro elementare, romanziere, novelliere, folklorista – non è nato a Bonorva ma a Semèstene (4 marzo 1845 ) ed è morto il 4 aprile 1895 a Lanusei, nella cui  regia scuola normale a lungo insegnò e nel cui cimitero è sepolto.

La studiosa di origine sarda Lina Aresu (nata a Nuoro ma molto affezionata  a Lanusei, dove ha trascorso infanzia e adolescenza), insegnante residente in Liguria e autrice  di numerose  pubblicazioni di carattere antropologico sulla Sardegna, ha riproposto una prima volta, nel 2003, il romanzo “Ritedda di Barigau. Bozzetto ogliastrino” di Marcello Cossu,  che narra le vicende della burdisca Ritedda, segnata socialmente dalla condizione di nascita e dai pregiudizi che ostacolano la sua relazione amorosa con un giovane di famiglia benestante, nel quadro “realistico” dei luoghi in cui si svolgeva la vita della comunità di Lanusei (Barigau è un quartiere periferico del paese) e dell’ Ogliastra  oltre 150 anni fa. 

Ha affermato Pulina: «Il libro ripropone letteralmente le parti essenziali dell’opera originale. Ma in esso Lina Aresu, al sapiente riassunto delle vicende, unisce una ammirevole messe di notazioni storiche, letterarie, linguistiche, antropologico-culturali che legittimano l’attribuzione a lei della maternità autoriale. A maggior gloria e a nuova vita del “padre” primigenio di Ritedda, Marcello Cossu».

Pulina ha anche ricordato che “Ritedda di Barigau. Bozzetto ogliastrino” di Marcello Cossu nella versione di  Lina Aresu è stato recentemente adattato a Spettacolo di Narrazione con Musiche di Scena e proposto da Gianluca Medas, come voce narrante, e Andrea Congiu alla chitarra classica.

Marcello Vaglio, critico letterario (a lungo docente di materie letterarie negli Istituti Medi Superiori), ha applicato all’analisi del romanzo di Cossu  il metodo tridimensionale raccomandato da Giuseppe Petronio (ispirato a un moderno storicismo, inquadra autori e le loro opere formali entro il contesto sociale, in riferimento alle forme concrete di organizzazione della cultura e in rapporto al pubblico), tenendo anche conto che Petronio dalla fine degli anni Settanta del Novecento concentrò l’asse del proprio interesse verso i problemi della letteratura di massa e di consumo (e sicuramente “Ritedda di Barigau” rientra in quest’ultima  categoria).  Vaglio si è divertito (e ha divertito il pubblico) soffermandosi con grande sicurezza critica su alcune espressioni presenti nel testo di Cossu, e anche  – in qualche caso – “facendo le pulci” dal punto di vista lessicale e stilistico al maestro-scrittore di Semèstene. Insomma una divulgativa lezione sul romanzo storico e sulla narrazione regionalistica della seconda metà dell’Ottocento.

Anche per Vaglio è importante stabilire con precisione i luoghi di nascita degli scrittori (Giovanni Verga è nato a Vizzini, non a Catania; Ceccardo Roccatagliata Ceccardi è nato a  Genova, non a Carrara).

Per Vaglio con la sua riscrittura Lina Aresu ha dato nuova vita, nuova linfa al romanzo di Marcello  Cossu mediante  l’ammirevole corredo di osservazioni non solo letterarie ma anche e soprattutto antropologiche  con cui ha arricchito il testo originale. 

Hanno chiuso gli interventi: Dimes Genovese, in rappresentanza delle edizioni L’Impronta Arti Grafiche di Sant’Olcese di Patrizia Besagno,  e lo scrittore sardo-genovese Bruno Rombi.

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *