CAOS CARCERI IN SARDEGNA TRA PERSONALE DIMEZZATO E RISCHIO MAFIA: IL MINISTRO DEVE DARE RISPOSTE E NON TAGLIARE NASTRI IGNORANDO I VERI PROBLEMI

il nuovo carcere a Bancali


 
di Mauro Pili

C’è poco da festeggiare nelle carceri sarde. Nel nuovo carcere di Bancali mancano all’appello 182 agenti, più della metà di quelli previsti in organico, a Tempio il Dap ha dato disposizioni per inserire i letti a castello che porteranno il carcere di Nuchis oltre la soglia della tollerabilità, annunciata la chiusura di due carceri “nuove” come quelle di Iglesias e Macomer con la perdita di strutture per oltre duecento posti. E poi il capitolo mafia, con la decisione folle di trasferire in Sardegna quasi metà dei capimafia sparsi in tutta Italia. L’apertura del carcere di Bancali è un fatto importante ma non può e non deve tappare gli occhi su una gestione gravissima sotto ogni punto di vista del sistema penitenziario sardo, a partire proprio dal capitolo personale e dall’arrivo dei più pericolosi capimafia. Dal Ministro ci attendiamo parole chiare per quanto riguarda il tema mafia. Non può un Ministro di Stato giustificare, sostenere e difendere una scelta che scarica in una sola regione quasi il 50% dei capi mafia. E’ una scelta coloniale, grave sul piano del rispetto della Sardegna e dei sardi, nefasta sul piano tecnico perché anziché distribuire si concentrano i capi clan, in contrasto con tutte le regole di lotta alla mafia. Se il Ministro non ripenserà questa impostazione folle dovranno essere le istituzioni a respingere un piano che mette a rischio la sicurezza non solo dell’intero nord Sardegna ma dell’intera isola. Rassicurazioni di maniera sono offensive per le istituzioni e per le nostre comunità. Vi è, poi, un tentativo di minimizzare i problemi e di occultare i fatti. Il carcere di Bancali apre con una carenza d’organico che è assolutamente gravissima perché dimostra che non si ha la benché minima consapevolezza dei rischi a cui sono sottoposti quotidianamente gli agenti soprattutto perché si ignorano le più elementari norme di organizzazione di una struttura complessa come quella di Bancali. Si scaricano in Sardegna e in questo caso a Sassari le tensioni nazionali del sistema penitenziario ripercorrendo i disagi del passato in una struttura nuova. Come ho denunciato nei giorni scorsi i dati aggiornati registrano in servizio a San Sebastiano solo 156 poliziotti a fronte di 175 e sopratutto con 20 unità ancora in missione in altre sedi. Un dato eloquente se rapportato alla forza necessaria per il nuovo carcere di 338 agenti. Aprire Bancali con queste carenze è un atto irresponsabile perché si avvia la gestione di un carcere di quella rilevanza con una dotazione organica assolutamente inadeguata che rischia di mettere a repentaglio non solo la sicurezza ma soprattutto l’operativa del personale che sarà costretto ad una gestione che metterà sotto stress da subito la nuova struttura. E’ inaccettabile che il Ministro della Giustizia Cancellieri abbia avvallato questa situazione senza assumere provvedimenti chiari e decisi per evitare questo macroscopico rischio. Si tratta di un’inaugurazione a solo uso e consumo esterno ma che ignora il tema centrale del personale penitenziario sul quale viene continuamente scaricato l’onere di una carenza cronica e irrisolta degli agenti. Prima di inaugurare il Ministro avrebbe dovuto dare risposte compiute e non continuare ad ignorare il problema. A tutto questo si aggiunge la grande contraddizione della chiusura delle carceri di Macomer e Iglesias. Carceri relativamente nuove che consentono una gestione ottimale del sistema carcerario. Vengono chiuse anch’esse per mancanza di personale. Che senso ha inaugurare nuove carceri e chiuderne altrettante per il problema del personale? E’ una gestione penitenziaria irrazionale che rende incomprensibile che in Sardegna ci sono carceri sovraffollate e altre che chiudono per carenza di personale. Tutto ciò è folle.

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