SANDALYON 2013: PRIMA ESPERIENZA IN ITALIA DI ESERCITAZIONE CONGIUNTA CIVILE – MILITARE PROMOSSA DALLA BRIGATA SASSARI

Personalità della Brigata Sassari in primo piano: da sinistra il Maresciallo Capo Musica Andrea Atzeni e il Generale Manlio Scopigno (foto del Maresciallo Pietro Pala)


di Maria Adelasia Divona

Nella cornice di verde e granito della Pischinaccia, nei pressi delle fonti di Rinaggiu a Tempio Pausania, la Brigata Sassari ha allestito un campo tendato che ha ospitato la prima esercitazione di pianificazione congiunta, esperienza mai realizzata dall’Esercito Italiano, con lo scopo di affrontare eventi inaspettati che in teatro operativo vedono coinvolti sia il mondo della cooperazione civile sia quello militare. Lo scopo principale dell’esercitazione è stato quello di fronteggiare delle emergenze approntando un sistema di major incident response, con lo scopo di addestrare i professionisti della Brigata ad una pianificazione di contingenza di concerto con le organizzazioni internazionali (organizzazioni governative e non governative, organismi internazionali e associazioni) che operano a supporto della popolazione locale, e questo perché, data la compresenza di elementi civili e militari in teatro operativo, spesso le due componenti agiscono in maniera slegata, talvolta sovrapponendosi nel tentativo di risolvere situazioni di crisi.

Da lunedì 17 a giovedì 20 giugno sono stati svolti due esercizi di pianificazione cui hanno preso parte 150 elementi della Brigata e rappresentanti delle organizzazioni internazionali: UNHCR (organizzazione ONU per i rifugiati), IOM (organizzazione internazionale per i migranti), UNICEF, il corpo delle infermiere volontarie della Croce Rossa, un rappresentante del Ministero degli Esteri che opera nell’ambito della cooperazione, Perigeo Onlus (che si occupa di cooperazione allo sviluppo), il presidente di I.C.E.P.INT (Istituto per la Cooperazione Economica e Politica Internazionale), la rappresentante della Protezione Civile del Comune di Sassari, ai quali si è aggiunto il Female Engagement Team, una sezione di soldate della nostra Brigata che si occupa delle relazioni con la popolazione femminile in teatro operativo, e a cui ho dato il mio supporto in qualità di esperta in politiche di genere. La liaison tra le due componenti è stata magistralmente affidata al Maggiore Versistiano Traversi, a capo del CIMIC, la sezione appunto preposta alla cooperazione civile e militare e al Capo di Stato Maggiore della Brigata Col. Francesco Bruno.

I due esercizi di pianificazione di contingenza, che hanno visto operare i Sassarini anche in notturna, così come accade normalmente in teatro operativo, hanno riguardato due ipotesi di emergenza realistica calate nel contesto afghano, in cui è previsto il ritorno della Brigata nel 2014. Nel primo, l’obiettivo è stato quello di mettere in sicurezza e organizzare lo sfollamento di 3500 persone colpite dall’esondazione di un fiume nella provincia di Herat: alla parte civile è spettato individuare le priorità di intervento, il luogo in cui organizzare un punto di raccolta degli sfollati e la prima fornitura di cibo, acqua e coperte; all’esercito quello di confermare, attraverso lo studio delle condizioni fisiche, meteorologiche e di sicurezza dell’area, la fattibilità dell’allestimento del campo e della consegna dei generi di prima necessità. Nel secondo, l’obiettivo ha riguardato l’esfiltrazione di civili appartenenti alle organizzazioni internazionali durante una rivolta nella città di Farah: in questo caso, i civili hanno dovuto predisporre un piano di esfiltrazione di emergenza da fornire all’esercito che deve essere utilizzato per il loro recupero in casi di emergenza come questo.

Il confronto nelle due esercitazioni, sia tra le stesse componenti civili, sia tra parte civile nel complesso e quella militare, è stato spesso laborioso, in considerazione della lunga lista di priorità da elaborare in un’ottica di sicurezza di tutte le parti in causa (compresa la popolazione civile), della difformità di linguaggi utilizzati dalle due parti e dalle differenti gerarchie e modelli organizzativi che presiedono la parte civile e quella militare. Ma le due pianificazioni hanno trovato alla fine un esito concreto nell’approntamento delle relative operazioni da parte degli uomini e delle donne della Brigata Sassari.

Oltre alla pianificazione in aula, i pomeriggi hanno concesso spazio alla realizzazione di un ciclo di conferenze informative di interesse sia civile che militare tenute dagli esperti chiamati a partecipare all’esercitazione. Martedì ha aperto la sessione il dott. Filippo Alessi del MAE che ha parlato della transizione in Afghanistan, ormai entrata nella quarta fase, che dovrebbe concludersi a luglio del prossimo anno, a cui è seguito l’intervento della d.ssa Eleonora Baltolu dell’UNICEF che ha affrontato lo spinoso tema dei diritti dell’infanzia e delle difficoltà per madri e bambini in uno scenario così complicato come quello del paese mediorientale. Mercoledì è stato il turno di Giuseppe Mura, Presidente della CRI di Sassari, che ha affrontato il tema del diritto internazionale umanitario, seguito dal dott. Mauro Brugnara dell’I.C.E.P.INT che ha parlato dell’esperienza della sua organizzazione che opera secondo metodi non convenzionali di cooperazione civile e militare. Le conferenze si sono chiuse giovedì con un intervento sulla cyber defence a cura dell’ing. Andrea Sanna di Abinsula (bellissima realtà informatica creata da giovanissimi ingegneri sardi con sede operativa a Sassari e clienti prestigiosi in tutto il mondo), e con un mio intervento sullo human terrain system, un approccio antropo-sociologico usato dall’esercito per approfondire la conoscenza culturale del teatro operativo e rilevare i bisogni della popolazione locale.

L’esercitazione è terminata venerdì mattina con un debrifing (hot wash up, lo chiamano i militari) sui punti di forza e di debolezza dell’esperienza, con un focus su quanto c’è da migliorare nell’ottica civile per meglio relazionarsi con l’esercito. A conclusione, la consegna degli attestati di partecipazione da parte del Comandante della Brigata, Gen. Manlio Scopigno, artefice di questa innovativa esperienza, frutto di una vision moderna e prospettica dell’esercito, in cui i partecipanti civili ha potuto apprezzare il fatto che oggi molte delle armi dell’esercito non sparano.

Il Comandante e la Brigata hanno ringraziato per l’ospitalità alla città di Tempio Pausania, casa nativa del 152°, con una commemorazione pubblica e la partecipazione della banda della “Sassari” che ha guidato in corteo la cittadinanza verso la deposizione di una corona di alloro in onore dei caduti presso il Parco delle Rimembranze.

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

2 commenti

  1. Virgilio Mazzei

    Complimenti a Maria Adelasia per il bell’articolo esposto in maniera tecnica ma anche comprensibile per i non addetti ai lavori. Mi fa molto piacere che per una così importante manifestazione della Brigata Sassari sia stata scelta la mia amata gallura. Le caserme della Pischinaccia sono state sedi, nella seconda guerra mondiale, di importanti reparti militari dell’Esercito Italiano. Per cui erano bersagli degli aerei inglesi e americani durante le azioni di bombardamento della Piazza Forte de La Maddalena e Palau. Io all’epoca vivevo a Tempio Pausania per cui ricordo molto bene la presenza militare alla Pischinaccia.

  2. Gianni demartis

    Pianificare ipotesi d’intervento per eventuali emergenze in contesto afghano è sicuramente un fatto positivo sotto tanti aspetti, soprattutto sul piano umanitario, e ancor di più quando un esercito non usa le armi. Ben vengano quindi queste esercitazioni congiunte militari e civili. L’esercitazione congiunta però alla quale mi piacerebbe assistere e che spero si possa programmare quanto prima, è quella da attuare in territorio Sardo per prevenire una volta per tutte la piaga degli incendi.
    PREVENIRE e non INTERVENIRE dopo che il danno è stato fatto e che non serve più a niente, se non per quantificarne i danni. Ho sempre sostenuto che noi Sardi siamo pronti ad andare in capo al mondo per aiutare gli altri, rimettendoci anche la vita, ma non siamo capaci di pensare ogni tanto anche a noi stessi e al nostro territorio (o forse non lo vogliamo fare e/o forse per qualcuno è anche “controproducente”).
    Comunque complimenti alla Brigata Sassari e ai civili impegnati in queste esercitazioni per il lavoro che svolgono con impegno, dedizione e professionalità, e ai quali va tutta la mia stima e ammirazione.
    P.S.
    Per Maria Adelasia Divona: niente rappresaglie e niente polemiche, è solo una constatazione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *