LA MIGRATION ITALIENNE DANS LA SUISSE D'APRES GUERRE: INIZIATIVA A LOSANNA PROMOSSA DAL CIRCOLO "NURAGHE"

immagine dell'iniziativa a Losanna del circolo "Nuraghe"


di Roberta Pilia

E’ stata una bella serata particolare, quella promossa dal Circolo Sardo Il Nuraghe di Losanna, il 3 maggio. Non una serata “sarda” ma una proposta dei sardi per il mondo dell’emigrazione italiana, per fare il punto, e fare i conti con i ricordi, talvolta dolorosissimi, con quei primi tempi dell’arrivo in Svizzera. Primi tempi che dovevano essere “una o due stagioni”, il tempo di farsi un gruzzoletto e poi rientrare. Di fatto, pochi son rientrati definitivamente.

Presenti tante personalità del mondo dell’emigrazione italiana, di recente arrivo, come il Console Generale, il Dott. Andrea BERTOZZI, o già “quasi” locali, come Grazia Tredanari, presidentessa del Comites VD-FR.

Promossa dal direttivo del Nuraghe, orchestrata dalla Presidentessa Josiane Masala, la presentazione del libro La migration italienne dans la Suisse d’après guerre di Morena LA BARBA, Christian STOHR, Michel ORIS e Sandro CATTACIN (dir.) per le ed. ANTIPODES, la serata ha rinvangato ricordi per i “vecchi” delle prime ondate di emigrati. Quando si arrivava in Svizzera come stagionali, si dovevano affrontare umilianti visite mediche e vivere in baracche, quando essere italiani significava essere chiamati “les ritals” ed eravamo fannulloni, ruba-lavoro, rumorosi festaioli chiusi nel proprio cerchio, , quando, nei gradini più bassi della scaletta appunto, c’eravamo noi italiani! E ha permesso ai nuovi arrivati di conoscere, di capire cosa significasse emigrare nel dopo guerra.

Il corto-documentario “La scaletta delle galline” di Morena La Barba, facendoci sorridere a tratti, è riuscito e a riconciliarci con questa terra di adozione, la Svizzera, discreta ma pur generosa nelle sue offerte di lavoro, nelle infrastrutture fornite per l’integrazione, nel riconoscimento di passati atteggiamenti talvolta poco calorosi, i cui abitanti hanno avuto non solo gesti di ostilità, ma anche  grande solidarietà e acquisizione di usi e costumi tipicamente italiani, come la cucina. Senza dimenticare una presidentessa di Circolo. Il filmato ci ha inoltre fornito spunti e materia per una dolorosa riflessione sulla crisi economica italiana. Riflettere per non dimenticare di, parafrasando il titolo di un libro di Gian Antonio STELLA “quando gli albanesi eravamo noi”.

Si ri-migra, come dimostrano la nuova ondata di emigrazione e le richieste di uno sbocco lavorativo, confermate dalle ultime statistiche esposte da Josiane Masala nei suoi saluti al pubblico, non per andare “dove ci porta il cuore” ma là dove c’è lavoro, dignitoso.

L’emigrazione, argomento così carico di emozioni, che ha popolato ancora le discussioni intorno all’aperitivo, sardo, un modo conviviale per concludere la serata, ma anche per raccogliere impressioni e idee per altre serate, tante, a venire.

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4 commenti

  1. Josiane Masala (Losanna)

    grazie Massimiliano Perlato che trasmette al mondo intero tutti gli eventi che si svolgono nei circoli sardi…che bello 🙂

  2. Grazie per per la bella iniziativa del Circolo Nuraghe di Losanna, a Josiane e per il bell’articolo portato da Roberta Pilia.
    Serata interessante, preperata molto bene dalla conferenziera La Barba che ha presentato la storia dell’emigrazione ricca di testimonianze e documenti ma con la distanza che il narrare l’argomento richiede, lasciando ai protagonisti presenti, che questa storia l’hanno fata, l’emozione forte di un riccordo lontano ma doloroso ma anche positivo perché attraverso queste esperienze si prende veramente coscienza di cosa significhi discriminazione e si comprende il grande valore del diverso e della tolleranza

  3. Roberta Pilia (Losanna)

    Grazie grande Max! Penso tutto il Nuraghe sia d’accordo! Sempre che si sia ripreso dai bagordi del viaggio annuale! Al quale purtroppo non ho potuto partecipare… Ma, io ho un’idea che mi frulla… Vorrei solo esser sicura non sia già stata attuata… Intervistare tua moglie!

  4. Massimiliano Perlato

    Roberta, potrei cancellarti dalle mie amicizie…

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