INTERVISTA AD EMILIANO MIRANDOLA, SINDACO DI BOVOLONE (VR): PARLA DI SARDEGNA UN "QUASI NATURALIZZATO SARDO"

 

l'atto del gemellaggio tra Bovolone e Sinnai


 
di Annalisa Atzori

I gemellaggi tra paesi sardi e veronesi sono un’occasione di scambi culturali e di sviluppo del territorio. Grazie al sito “isoledisardegna” (creato dall’Associazione Sebastiano Satta di Verona), si può accedere direttamente al sito del comune dei paesi gemellati. E’ tutto interesse loro, data la grande visibilità, essere sempre aggiornati anche con novità e iniziative. In attesa di parlare delle “isolediverona” (Bovolone è, infatti, patria del mobile d’arte, come Sinnai lo è per la produzione dei cestini), sono andata a trovare Emilietto Mirandola, sindaco di Bovolone e ancora prima socio della “Sebastiano Satta”, per fare una chiacchierata sull’idea che si è fatta del gemellaggio del suo paese con Sinnai, quest’anno compie 10 anni.

Sindaco, Lei è nostro socio da tempi “non sospetti”, quando ancora non era diventato primo cittadino di Bovolone? Sì, in effetti, ci conosciamo da parecchio. Possiedo anche la casa a Cannigione, da circa 10 anni.

Quasi “naturalizzato sardo” si potrebbe dire? La cosa non mi dispiacerebbe per niente, amo la Sardegna in tutte le sue molteplici realtà. La Sardegna non è solo Costa Smeralda, per troppi anni l’unica a essere pubblicizzata, ossia cosa per il turismo d’élite. Se vuoi vedere la vera Sardegna, respirarla e viverla, puoi girarla in lungo e in largo senza spendere troppo. Solo che il resto d’Italia non la conosce, non la cerca.

In molti casi è meglio di tante località estere ben più rinomate? Sì, ho avuto la fortuna di viaggiare parecchio prima di vedere l’Isola dei nuraghi. Posso dirvi con franchezza che l’ho subito preferita a Maldive o Seychelles, ora che il Circolo dei sardi me l’ha fatta conoscere un po’ tutta, non capisco più perché molti vanno così lontano a cercare il Paradiso, quando invece l’hanno dietro la porta di casa.

Cosa non funziona nell’industria turistica, così com’è stata fatta da sempre in Sardegna? Bisogna promuovere ciò che non è Costa Smeralda e Costa Paradiso, perché ci sono posti così belli da essere unici al mondo, c’è una varietà di paesaggi difficilmente immaginabile; ad esempio ci sono delle specie che vivono solo lì, come la pernice sarda: se la porti qui o nel Trentino, non si adatta e muore. Come questa, tante altre specie uniche in Sardegna. Anche lo stile stesso con il quale si costruiscono case e muri sono particolari: non l’ho visto da nessun’altra parte del mondo. Sardegna non è solo mare e sole. Io ad esempio non vado mai nella mia casa dalla metà di luglio alla fine di agosto: troppa gente nei paraggi, troppi veronesi che hanno lì la seconda casa, non mi pare neanche di essere in ferie!

Oggi che conosce meglio il territorio perché non cambia posto? Ci sto pensando da un po’ e seriamente. Mi piacerebbe proprio Solanas di Sinnai, bel posto non ancora deturpato dalla speculazione edilizia.

Troppa la speculazione non trova? Altro bel problema, non c’è solo il depauperamento delle coste ma durante la stagione estiva, infatti, i prezzi dei prodotti aumentano anche per i residenti: non è corretto, si tratta di un meccanismo che tende a “spremere” il turista, quando fiuta la fregatura, non solo non è contento ma non torna più. E figuriamoci poi quanto è felice il residente! No! Decisamente il turismo va incentivato in modo diametralmente opposto.

Andrebbe a vivere in Sardegna? Partirei oggi stesso, perché si vive meglio, la Sardegna è bella da vivere in tranquillità, alla sua velocità. A chi è abituato ai ritmi serrati del Nord, il tempo pare che si possa fermare. Vado a pescare con un sardo, non ha neanche l’orologio! Per lui il tempo non è un problema. Difficile da capire per noi che corriamo da mattina a sera, che infiliamo mille impegni uno dietro l’altro, quasi volessimo vivere 48 ore il giorno.

Farebbe politica in Sardegna? Vorrebbe essere sindaco di qualche paesino? No, non vorrei essere un politico in terra sarda. E’ una macchina troppo complicata e cavillosa per attrarmi. Questioni mai risolte, mal gestite fin dall’inizio, come le zone industriali nate senza un vero piano per il futuro che alla fine producono solo disoccupati, per poi diventare manifestanti arrabbiati (giustamente). Anche da noi non son tutte rose e viole, ma in Sardegna è proprio un disastro. Difficile fare il politico in Sardegna, ci sono responsabilità che prese seriamente schiaccerebbero chiunque.

Che cosa farebbe in Sardegna allora? Come lavoro intendiamoci non come turista? Farei l’imprenditore agricolo, ecco cosa mi piacerebbe fare. Mi occuperei di prodotti locali, l’Italia non è competitiva con altri Paesi per quanto riguarda le produzioni agricole su larga scala, ma sulle eccellenze sì. Lo potrebbe essere anche la Sardegna.

Ci parli dei rapporti che ha con i sardi, a 360°? Ogni zona ha i suoi “caratteri”, il sardo è inizialmente chiuso, duro apparentemente, ma se gli fai capire che non ti senti superiore, che sei un suo pari, allora si apre all’amicizia e ti da moltissimo. Prima ti devono capire, ti studiano, ti pesano. Ti trattano per quello che sei. Intendo dire: se sei un cialtrone, hanno ragione a trattarti come tale; se sei una persona in gamba, interessata a conoscere e apprezzare la realtà che ti circonda, ti danno il cuore. I sardi hanno un animo grande.

Quali sono i suoi progetti riguardo al gemellaggio Bovolone – Sinnai? Non solo lo manterrei, ma lo amplierei ulteriormente, valorizzando la Sardegna non solo a Bovolone e dintorni, ma anche in tutto il Nord. Ho avuto anche una proposta di “tri-gemellaggio” o “tremellaggio” dalla Germania: far conoscere la Sardegna ai tedeschi sarebbe utile tanto quanto farla conoscere agli italiani. Credo che l’economia di Sinnai e della Sardegna in generale possa essere valorizzata da Bovolone più di quanto il mio paese possa esserne a sua volta valorizzato. D’altra parte però nei gemellaggi bisogna crederci: funzionano se i cittadini s’impegnano in tal senso, se lo sentono veramente. Ormai possiamo contare poco o nulla su ciò che arriva dal “pubblico”, molto è a cura del cittadino, del volontario che s’impegna in qualcosa in cui crede.

Secondo Lei, cosa manca ai sardi per quanto riguarda lo sviluppo del lavoro? Manca la volontà di creare i presupposti per valorizzare le loro zone. La realtà economica da far fiorire è il turismo e ciò che mantiene vivo il turismo. Bisogna ottimizzare al massimo quest’opportunità. Ottimizzare le potenzialità, che pur ci sono perché la Sardegna è una perla nel contesto europeo. Bisogna trovare la formula giusta per farlo! E poi, penso siano anche i trasporti che ti rovinano!

Torniamo al vecchio problema del costo dei traghetti e dei voli? Esatto, diciamo che non sono un incentivo a spostarsi da e per la Sardegna. L’isola non è un passaggio, ci vai apposta: non deve essere troppo costoso e complicato raggiungerla.

Buoni propositi, allora, per il ricco gemellaggio che compie quest’anno dieci anni?  Sì, ora con il collegamento tra i due siti internet, la pubblicità anche tramite facebook, il blog e il sito delle “isoledisardegna”, voluti della mia associazione (dico mia perché sono orgogliosamente socio, questo mi fa sentire molto sardo) cominceranno anzi continueranno a intrecciarsi tra di loro migliaia d’ informazioni, che aiuteranno anche delle realtà locali a farsi pubblicità gratuitamente.

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