STRANO CONNUBIO EGIZIO PER UN GEMELLAGGIO ITALIANO: IL DIO RA ALBERGA A FUMANE, LA DEA ISIDE A TRATALIAS

nella foto di Vincenzo Esposito, il coro "Maria Munserrara" di Tratalias nella Chiesa di Santa Anastasia in Verona


 
di Annalisa Atzori

Un archeologo di origine sarda del quale scriveremo un’altra volta, scopre negli anni sessanta sulla cima del Monte Solane (già il nome dice qualcosa) delle grandi pietre disposte a cerchio di probabile origine romana, se non addirittura preistoriche. Forse, chissà, hanno qualcosa a che fare con il culto del dio sole, non si è mai accertato. Certo da lì si spazia tutto l’orizzonte dalle Alpi agli Appennini e si domina la Valpolicella, patria dei vini: “Recioto” e “Amarone” che sgorgano copiosamente dalle cantine di Fumane. La dea Iside, un mito, che non poteva non trasferirsi all’ombra del Monte Solane e rendersi concreto in umane sembianze nella maestra del coro di Tratalias. Chi ha un nome come questo, ispirato alla dea egizia della maternità e della fertilità, non poteva di certo aver una vita ordinaria. Qualcosa di speciale l’ha senz’altro fatto: insieme alle voci e agli strumenti del coro polifonico di Tratalias ha riportato alla vita non solo i canti sacri sardi, ma anche quelli delle miniere del Sulcis, la zona dalla quale provengono questi artisti che per la loro bravura raggiungono Verona attraverso i gemellaggi, periodicamente dai lontani anni ottanta.

Il 2013 è iniziato solo da due mesi e l’ingranaggio dei gemellaggi, tra località veronesi e sarde, messo in moto dall’Associazione “Sebastiano Satta” di Verona funziona a pieno regime. Dopo l’ottima riuscita dell’ormai collaudato Bovolone – Sinnai, in occasione della Fiera Agricola di San Biagio a Bovolone (leggi Tottus in Pari n° 437 -12-02-2013) è stata la volta di Fumane e Tratalias.

Si coniugano così le attività della cittadina della Valpolicella, dove vigne, ulivi e ciliegi la fanno da padroni, posti su colline dotate di terrazza che conservano segni dell’antico paesaggio rurale fatto di croci, edicole sacre agli incroci delle strade, fontane e serbatoi per raccogliere acqua, tutto scolpito in marmo rosso. E’ un territorio così ampio da abbracciare gli spazi dalla pianura alle Prealpi, dalla campagna al bosco delle bellissime Cascate di Molina, con quelle del borgo medievale di Tratalias, il piccolo comune del Sulcis, dove troviamo la più alta densità di nuraghi della zona e momenti di splendore che hanno portato alla costruzione della cattedrale di Santa Maria nel 1213 si sono alternati ad altri di totale abbandono intorno al 1400. In tempi più recenti, centro d’attenzione del Ministero dell’Agricoltura e Foreste che costruì lo sbarramento del Fiume Rio Palmas. Nacque così il lago artificiale di Monte Pranu che portò l’acqua corrente a tutto il paese, peccato sgorgasse dai pavimenti delle case, si erano scordati della “Legge dei vasi comunicanti”.  Fu necessario traslocare tutto il borgo in ex novo, più in alto. L’Amministrazione Comunale di Tratalias sta lavorando per valorizzare turisticamente le abbandonate antiche case medioevali e la basilica di Santa Maria di Monserrato, perla del Sulcis costruita in romanico pisano.

Il coro polifonico “Maria Munserrara” di Tratalias diffonde i canti tradizionali fuori dai confini del piccolo paese, esibendosi in occasione dell’Antica Fiera di Marzo che si svolge a Fumane, dove gli stands enogastronomici (uno con prodotti tipici sardi) e di degustazione vini fanno da cornice a convegni sulla difesa del prodotto Made in Italy, sia artigianale, sia agricolo e biologico. Le macchine agricole d’epoca fanno bella mostra di sé mischiandosi alle sfilate di carri allegorici ricchi di maschere e dove i bambini possono salire a cavallo, si esibiscono anche gruppi folkloristici locali come i “Cantori de la Val” di Fumane, “Le Fontanelle” di San Bonifacio e “La Resela” di Pescantina.

Il ”Maria Munserrara” ha intonato canti liturgici sardi nella chiesa di San Bartolomeo a Mazzurega di Fumane, gremita di fedeli, arricchendo di spiritualità “Sa Missa Manna”, nell’affascinante teoria di affreschi di Francesco Lorenzi uno dei massimi pittori veronesi del ‘700, originario del posto. Al momento sacro è succeduto il conviviale, un folto pubblico ha seguito con molta attenzione le melodie sarde. Il sindaco di Fumane Domenico Bianchi nell’esprimere al presidente del circolo dei sardi Maurizio Solinas il suo ringraziamento per la pregevole iniziativa, auspicando che i legami tra le due comunità diventino sempre più stretti, ha anche promesso ai Trataliesi l’organizzazione di un tour nel loro territorio.

In seguito, Iside ha ripetuto la magia del coro di Tratalias in una location d’eccezione: la bellissima chiesa gotica di Santa Anastasia, la più grande di Verona, per la sua ottima acustica è, infatti, sede di concerti di musica classica. L’interno della basilica a croce latina, con le sue tre navate separate dalle dodici colonne di marmo bianco e rosso veronese, si è riempito delle voci degli artisti sardi, nell’ammirazione dei fedeli che invece della classica funzione religiosa della domenica sono stati testimoni di un momento sacro che lasciava a bocca aperta dallo stupore.  E chissà se, rapiti dall’estasi della musica e del canto, dopo uno sguardo all’affresco di San Giorgio e la Principessa (del Pisanello, noto in tutto il mondo dell’arte) e un altro alle pale e sculture che ornano le navate laterali della chiesa, si sono ricordati di accarezzare …. le statue dei “gobbi”, angeli chini a reggere le acquasantiere che si trovano all’ingresso di Sant’Anastasia.  Un’antica credenza popolare veronese racconta che toccare la schiena a questi “gobbi” porti fortuna! E chissà che qualcuno, incuriosito dalle emozioni trasmesse dal gruppo folkloristico “Maria Munserrara” di Tratalias, non decida di trascorrere le ferie estive nella terra dei Nuraghi, alla ricerca di altre eccellenze come la piccola cittadina del Sulcis.

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Un commento

  1. A nome della nostra maestra e Dea, Iside ringrazio tutti i soci, e in particolare il presidente del circolo dei Sardi di Verona Sebastiano Satta, Maurizio Solinas per la consueta e calorosa ospitalità che ci avete offerto. Per la graditissima visita alla città di Verona, dove abbiamo fatto un tuffo nell’arte, la cultura e l’archeologia che Maurizio ci ha sapientemente e culturalmente illustrato, seppure in una breve escursione, che gradiremo sicuramente venga approfondita maggiormente in futuro. E’ stato magnifico essere con voi in tutti i momenti che ci siamo trovati a condividere. Quando abbiamo cantato nella chiesa di Mazzurega, dedicata a San Bartolomeo e subito dopo nelle scuole, in compagnia anche del Sindaco di Fumane Domenico Bianchi, che con altrettanta stima ci ha manifestato la sua gratitudine. Quando ci siamo trovati alla vostra tavola e abbiamo parlato, i nostri occhi brillavano dall’emozione perchè, voi piu’ di noi, eravate desiderosi di ascoltare parole pronunciate nella nostra cara lingua Sarda;. Ma sicuramente il momento piu’ toccante e spirituale è stato quando, la domenica del 3 marzo, abbiamo cantato la messa in Sardo, nella magnifica chiesa di Santa Anastasia di Verona. L’emozione, anche da parte nostra, era palpabile, profonda. Lo si capiva dagli sguardi e dall’attenzione dei fedeli che hanno assistito alla messa e che sicuramente conserveranno quei momenti, nei loro cuori, indelebilmente incisi dalle note solenni del Deus ti Salvet Maria, che alla fine della messa, ci è stata calorosamente richiesta per una seconda volta. Speriamo che questi incontri e scambi, possano ripetersi anche nella nostra madre terra per rivivere ulteriori e bellissime emozioni. Un grazie di cuore a voi tutti..

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