FINISCE UNA SARTIGLIA E SE NE PREPARA UN'ALTRA: INTERVISTA AD ANTONIO SANNA DEL CONSIGLIO D'AMMINISTRAZIONE DELLA FONDAZIONE "SA SARTIGLIA"

Antonio Sanna


di Gian Piero Pinna

Non si sono ancora spenti gli echi degli squilli delle tromba e del rullare dei tamburi, che già si pensa alla Sartiglia del 2014. Per saperne di più abbiamo intervistato un componente del Consiglio di amministrazione della Fondazione Sa Sartiglia, Antonio Sanna.

Come è andata la Sartiglia 2013?

– Abbiamo raggiunto pienamente gli obiettivi che ci eravamo prefissati, a  parte il breve disguido causato dallo spostamento della Sartigliedda, rinviata per il maltempo, che ci ha impedito di iniziare i lavori di sgombero della sabbia nel giorno che avevamo prefissato. Per quanto riguarda l’ordine e la pulizia nelle piazze, credo di poter dire che quest’anno sia andata meglio degli altri anni, anche perché, sia da parte del Comune, sia da parte della Fondazione, sono state messe in campo delle squadre che hanno provveduto celermente alle pulizie e sono state allestite delle isole ecologiche che si sono rivelate molto utili. Mi sento di poter dire che si è fatto tutto quello che si doveva fare per migliorare l’organizzazione. In Italia, per manifestazioni del genere, non ci siano altri che possano garantire quello che garantiamo noi, sia a livello di benessere animale e sia della sicurezza dei cavalieri.

Sono ben note le polemiche che ci sono state per il cavallo di Peppino Pinna che aveva avuto quell’incidente due anni fa e che davano per spacciato e invece, è vivo e vegeto e ha ripreso una vita quasi normale, cosa ci puoi dire?

– Chi non ha capito niente sulle sorti di quel cavallo, forse è una certa stampa, che continua a remare contro e non capisco perché. Oggi il cavallo di Peppino Pinna, è vivo e vegeto, cammina, la sua ripresa ha sorpreso tutti, compresi i veterinari dell’Università di Sassari. Tutti lo davano per spacciato, invece per le cure che gli sono state prestate, di anno in anno, sta facendo progressi notevoli. Chi ha creduto nel recupero del cavallo, è stato il veterinario Peppe Sedda e altri suoi colleghi, che lo hanno ingessato e curato e oggi il cavallo cammina, non può certamente fare delle gare, ma gli hanno reso una vita dignitosa. Nelle riprese televisive che abbiamo fatto subito dopo l’incidente, si vede Peppino Pinna ingessato che, reggendosi con le stampelle, segue il cavallo, anche lui ingessato. È stata una sfida per tutti e oggi andiamo fieri dei risultati. Peppino e il suo cavallo, non sono lasciati soli e ci auguriamo che l’animale, torni ad essere protagonista della Sartiglia, magari come figurante, cavalcato da chi indossa le vesti di Eleonora d’Arborea.

Cosa ci puoi dire della prossima Sartiglia?

– Siamo già al lavoro, dopo la classifica dei vincitori di questa edizione, stiamo organizzando la cerimonia di premiazione che probabilmente si terrà a metà marzo al Teatro Garau. Approfittando della presenza di una delegazione croata proveniente da Sinisca, che è stata nostra ospite alla manifestazione di quest’anno, stiamo pensando di organizzare un gemellaggio con loro, in quanto anche li si tiene una rievocazione storica con una corsa a cavallo, chiamata Alca, che si svolge nella settimana del Ferragosto. La vide per primo, Luigi Montixi, il fondatore storico dei tamburini della Sartiglia, durante un suo soggiorno in quella località e per primo, aveva pensato ad un gemellaggio, ma dopo la sua scomparsa non se ne fece più niente. Quest’anno al Gala della Sartiglia, tenutosi al teatro Garau, abbiamo presentato un documentario su questa manifestazione e una signora croata, che abita a Sorgono, ci ha illustrato che cosa era l’Alca, annunciandoci anche l’arrivo di una delegazione da Sinisca, pertanto stiamo seriamente valutando l’opportunità di organizzare un gemellaggio come quello fatto diversi anni fa con Minorca. Anche la loro ha una certa attinenza con le varie corse all’anello, che ancora oggi si corrono in diverse parti d’Europa. Per esempio, se ne svolge una in giugno nella Svezia, ma ce n’è un’altra in Danimarca, dove corrono 500 cavalieri. Nella corsa croata, per esempio, il bersaglio è una specie di anello con diverse sezioni e a secondo del punto infilzato, variano le valutazioni, il foro centrale, naturalmente è il massimo. Pare che originariamente, il bersaglio fosse la staffa di un capo turco invasore, che venne sconfitto e dall’inizio del 1700 si diede luogo a questa rievocazione storica.

I finanziamenti pubblici diminuiscono ogni anno, come contate di reperire le risorse  necessarie per mettere in piedi una manifestazione degna della tradizione?

– L’apporto degli sponsor privati, ci è indispensabile, senza i loro contributi non si potrebbe organizzare la Sartiglia, visti anche i consistenti tagli dei finanziamenti pubblici, diminuiti drasticamente. Il primo anno che si è insediata la Fondazione, nel 2011, dagli sponsor privati furono raccolti circa dodicimila euro, quest’anno siamo arrivati a quarantamila, che ci hanno permesso di poter andare avanti dignitosamente. Il nostro obiettivo è quello raggiungere i centomila euro e credo che non sia una cosa impossibile, per esempio, se troviamo venti aziende che riescono a pagarci la diretta televisiva, è già un ottimo risultato. Per le riprese televisive, abbiamo affidato l’incarico ad una società privata, che poi provvede a rivenderle a che ne fa richiesta. Abbiamo adottato questo sistema, perché era impensabile l’anarchia che c’era prima: le televisioni venivano facevano le riprese, incassavano consistenti pacchetti pubblicitari e agli organizzatori della Sartiglia, restavano solo le spese e così non andava per niente bene.

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