SEQUESTRO E' UN UOMO: LA STRANA VICENDA DELLO PSEUDO INDIPENDENTISTA DODDORE MELONI

Doddore Meloni


di Michela Murgia

Mentre scrivo queste righe stanno scorrendo i lanci di agenzia che annunciano che Doddore Meloni è tornato a casa. Non scrivo che “è stato liberato”, perchè non credo sia mai stato prigioniero. Pazienza per i titoli degli ignari giornali italiani, ma in Sardegna ai colpi di teatro di quest’uomo siamo abituati da tempo; sono ben pochi sull’isola quelli che non hanno pensato subito che il sequestro fosse una simulazione, peraltro così maldestra che in quattro giorni nessun movimento di popolo ha chiesto la sua liberazione e tutte le forze politiche si sono ben guardate dal manifestare pubblica preoccupazione o solidarietà, cosa che la dice lunga sul livello di credibilità del personaggio. 

C’è stata molta ironia, quella sì, ma anche la furba ipocrisia che spingeva i più scaltri a tacere, perché “finché non si sa che è finto, forse non è il caso di scherzare”. Il punto è che, per quanto si sia scherzato, sarebbe stato difficile essere più grotteschi di chi si è inventato la sigla “Guardiani della nazione”, credibili come i Cavalieri dello Zodiaco, a cui far rivendicare il sedicente rapimento. Davanti all’ipotesi che qualcuno potesse rapire un settantenne per fermare una listina con margini di consenso pari al nulla per cento era davvero difficile non mettersi a ridere, e infatti chissà Doddore quanto si è divertito a prendersi le prime pagine dei giornali con questa smargiassata.

Riconosco che c’è una certa genialità nel riuscire a farlo nella stessa settimana in cui il papa abdicava e il presidente del Cagliari finiva in manette. Immagino che gran risate si è fatto il re di Malu Entu mentre riduceva a carnevalata elettorale il dramma dei sequestrati veri, persone come Silvia Melis, Rossella Urru, Titti Pinna e le decine di altri sventurati che in questi anni hanno subito rapimenti reali, con catene vere e il vero tormento di non vedere i familiari e di non sapere se e quando avrebbero potuto riavere la libertà.

Ma se immagino le sue risate non è per riderne a mia volta: io in Doddore Meloni non ci trovo niente di divertente. Non mi fa ridere il suo spregio per le regole e per la legalità, la superficialità con cui si autoproclama presidente di porzioni di territorio che appartengono a tutti, né le pagliacciate pubbliche con cui si conquista gli spazi sui giornali. Soprattutto mi vergogno quando sento la parola “indipendentista” accostata a un uomo che da anni sta rendendo risibile e personalistico il cammino di altri sardi verso l’autodeterminazione. Perché alcuni partiti indipendentisti continuano a dare credibilità a questo signore, facendo con lui accordi elettorali, mettendo la sua faccia sui propri manifesti e proclamandosi con lui attori di una lotta comune? Non si rendono conto che ogni volta che Doddore Meloni parla davanti a una telecamera, un indipendentista muore?

Doddore non è un politico. E’ uno show man così organico al sistema autonomista/unionista da far pensare che ci sia dietro di lui (e di quelli come lui) qualcuno che ha un interesse diretto a renderli costamente visibili e identificabili come indipendentisti. Si possono avere molte divergenze nel modo in cui si costruisce la cultura della sovranità reale in Sardegna, ma chi assume come proprio questo faticoso percorso deve anche avere il coraggio di prendere le distanze dagli irresponsabili che invece farebbero qualunque cosa per far parlare di sé nei bar, compreso rischiare un’accusa penale per procurato allarme.

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Un commento

  1. Virgilio Mazzei

    Condivido quanto esposto nell’articolo di Michela Murgia.
    Questa buffonata del signor Meloni non fa onore alla Sardegna e ai SARDI che credono alla possibilità di avere una forma di autonomia vera. Non parlo di separatismo o indipendentismo, o peggio ancora spezzettare il territorio sardo in piccole "repubbliche" come quella invocata e pretesa da questo signor . E’ mai possibile che il Popolo sardo non sia capace di neutralizzare politicamente queste persone esaltate, anzichè credere ( penso siano pochi)al sequestro quasi sicuramente fasullo posto in essere da questo strano elemento. Spero che la giustizia, fatte le dovute indagini, provveda a togliergli la libertà in maniera legale, e cioè con una condanna esemplare da scontare in carcere e non agli arresti domiciliari. Le piante tossiche, per non dire velenose, che possono danneggiare "la salute" delle altre piante ( in questo caso i sardi), devono essere estirpate definitivamente prima che infettino le piantine giovani che ancora sono prive di difesa. Nella sua autonomia, spero che per rispetto delle persona che hanno subito il sequestro e le conseguenti umiliazioni (vere), la Direzione di Tottus in Pari non gli dedichi la copertina.

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